Il Parlamento europeo ha approvato la risoluzione “Uno slancio per gli oceani per rafforzare la governance degli oceani e la biodiversità” che punta a porre il mare e l’oceano europei al centro dell’European Green Deal, «Comprese - spiega l’ eurodeputata verde irlandese Grace O’Sullivan – coste più pulite dai rifiuti di plastica, enormi aree marine protette che coprono 30% delle acque e la fine definitiva della caccia alle balene che continua nell’Atlantico settentrionale. In quella che è stata una prima volta per il Parlamento europeo, la risoluzione sul rafforzamento della governance e della biodiversità degli oceani include anche un appello a vietare l’esplorazione di petrolio e gas nell’Artico».
Particolarmente impegnativa la parte sulle Aree marine protette nella quale l’Europarlamento «Ribadisce, come affermato nella strategia sulla biodiversità, il suo sostegno convinto agli obiettivi dell’UE di proteggere almeno il 30 % e di proteggere rigorosamente almeno il 10 % delle zone marine dell’Unione; si attende che la nuova normativa dell’Ue sul ripristino della natura garantisca il ripristino degli ecosistemi marini degradati, dal momento che il buono stato di salute degli ecosistemi marini può proteggere e ripristinare la biodiversità e attenuare i cambiamenti climatici, offrendo molteplici servizi ecosistemici; rinnova il suo invito a garantire un obiettivo di ripristino di almeno il 30 % della superficie terrestre e marina dell’Ue, che vada oltre la semplice protezione; reitera il suo pieno sostegno all’istituzione di due nuove zone marine protette che coprano oltre 3 milioni di km2 nell’Antartico orientale e nel mare di Weddell19; invita la Commissione e gli Stati membri a intensificare in misura significativa gli sforzi volti al conseguimento di tale obiettivo».
La risoluzione è stata votata anche da Fratelli d’Italia, che spesso in Italia è contro l’istituzione di Aree marine protette e che finora non si era certo distinta per un impegno per la blue economy. Tra i firmatari della risoluzione approvata c’è anche a sorpresa Pietro Fiocchi di fratelli d’Italia, finora più noto per il suo appoggio incondizionato ai produttori di armi e ai cacciatori, mentre un altro europarlamentare di FdI, Nicola Procaccini, responsabile ambiente ed energia del partito di Giorgia Meloni, ha colto con soddisfazione l’approvazione da parte del Parlamento europeo della risoluzione a tutela degli oceani: «Questo atto certifica l’importanza della tutela degli oceani e della loro biodiversità per l’equilibrio dell’ecosistema marino e lo sviluppo di una economia blu sostenibile. Sono aspetti fondamentali per la salvaguardia dell’ambiente e al contempo per la creazione di occupazione, specie nei Paesi e nelle regioni costieri e insulari. Abbiamo cercato di migliorare il testo con la presentazione di emendamenti. Ci è sembrato giusto sostenere la risoluzione nel suo complesso, alla luce dell’importanza che gli oceani rivestono come matrice ambientale fondamentale».
Oltre alla O’Sullivan per i Greens e a Fiocchi per la destra dell’ECR la risoluzione è stata sottoscritta da Pernille Weiss e François-Xavier Bellamy a nome del gruppo Partito Popolare europeo (PPE, del quale fanno parte Forza Italia e centristi del centro.desta) Cyrus Engerer a nome del gruppo Socialisti & Democratici (del quale fa parte il PD) Catherine Chabaud a nome del gruppo Renew (del quale fanno parte gli eurodeputati che fanno riferimento a Renzi e Calenda) e Anja Hazekamp a nome del gruppo The Left (al l quale aderisce, pur non avendo eurodeputati, Sinistra Italiana).
La verde irlandese O’Sullivan, che per oltre 10 anni è stata un’attivista a bordo delle navi di Greenpeace, ha spiegato: «Volevo ottenere una forte risoluzione dal Parlamento europeo in vista dell’imminente COP15 a Montreal a dicembre. La COP15 è una conferenza che aiuta a indirizzare le risposte internazionali al terrificante crollo della biodiversità a cui stiamo assistendo anche in Irlanda. Mentre molte specie sulla terraferma lottano per far fronte al cambiamento delle temperature, quell’impatto è ancora più difficile per la biodiversità marina, dove un cambiamento di una frazione di grado può spazzare via intere aree. Può anche vedere esplosioni in popolazioni come meduse o fioriture di alghe, il che non fa bene al delicato equilibrio degli oceani».
greenreport.it
Fin qui il l'articolo della testata ambientalista, al quale ci pare sia da aggiungere una breve osservazione sulle ricadute sull'Elba e sull'Arcipelago di quella che a livello nazionale (e pure sovranazionale) appare come una svolta epocale della forza politica uscita vincente dalle ultime elezioni.
Non fosse bastata la dichiarazione di Giorgia Meloni sulla necessità di realizzare ovunque necessario i dissalatori, arriva sui Fratelli d'Italia insulari (anzi su quanti tra di loro avevamo avversato ferocemente la realizzazione dell'Area Marina Protetta) una vera e propria tegola in testa.
Tra Lanera e Barbetti insomma (relativamente, nel caso, fratelli) quello più "in linea" con gli organi dirigenti del partito è l'ex-sindaco capoliverese.
s.r.