Ad un anno dall'insediamento alla presidenza del Parco Nazionale Arcipelago Toscano di Giampiero Sammuri è bene fare un bilancio di quello che è sempre stato un “problema” per tutti i Presidenti e Commissari del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano succedutisi dal 1996 ad oggi.
Se la prima presidenza di Beppe Tanelli ha dovuto fare i conti con una sentieristica in gran parte abbandonata e non segnalata, realizzando un colossale e prolungato intervento, anche fuori dal Parco, per rendere nuovamente fruibili centinaia di Km di percorsi, chi gli è succeduto non è riuscito a mettere a regime un’opera di manutenzione in progress e si è proceduto con grandi progetti “spot” che hanno comportato grandi investimenti, a volte subito vanificati dai danneggiamenti della sentieristica fatti dai soliti attempati teppisti, aiutati dai cinghiali e dai motocrossisti fuorilegge di importazione.
Anche i “400.000,00 Euro per pulizia, manutenzione, riqualificazione e messa in sicurezza di una parte consistente ma selezionata di sentieri” previsti nel Bilancio di Previsione 2013 del Parco fanno parte di questa concezione “a progetto” della sentieristica, ma ancora non se ne percepiscono risultati sul territorio. A quanto ci segnalano i nostri soci e gli escursionisti per ora di questo progetto sono stati realizzati interventi limitati e tardivi. E’ chiaro che bisogna rivedere la tempistica e la realizzazione degli interventi e pensare a come realizzare una costante manutenzione che sarebbe meno costosa dei grandi progetti “una tantum”.
Non si è avuta più nessuna notizia dell’annunciato accordo con il Club Alpino Italiano (Cai) che potrebbe aiutare a coinvolgere i tanti appassionati di trekking in un progetto di monitoraggio e piccola gestione ordinaria per il quale sarebbero sufficienti minime risorse economiche a garanzia dei rimborsi spesa per avere sotto controllo i sentieri principali non ancora adottati, mantenendoli percorribili e ben segnalati.
Questo non toglierebbe la necessità dell’utilizzo dei boscaioli professionisti presenti all’Elba all’interno di un sistema che non sarebbe più di intervento su estese situazioni di “emergenza”, ma di costante manutenzione e prevenzione. Una sinergia tra pubblico, privato, professionisti e volontari che potrebbe fare della eccezionale sentieristica elbana, ormai diventata una grande risorsa turistica ed economica conosciuta a livello internazionale, davvero uno dei fiori all’occhiello del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano.
In questo senso chiediamo che il Direttivo del Parco e la Comunità del Parco si attivino per impedire una volta per tutte che le proprietà private vengano usate strumentalmente per limitare la fruibilità pubblica dei tracciati storici, sarebbe sufficiente applicare la normativa regionale sul Catasto dei Sentieri.
All’Elba, non solo nel Parco, sulla sentieristica siamo ancora alla penna e al calamaio, sul sito del Parco c’è poco più dell’ottima scheda sul percorso dell’Enfola, che ci risulta una delle pagine più cliccate, tutto il resto è statico, ma nel mondo hanno inventato gli smartphone, le apps ed altre comode diavolerie elettroniche, una cartina dei sentieri digitale non dovrebbe essere un’impresa così difficile, anche perché almeno il Parco ha la documentazione e le professionalità per farlo, magari attingendo ai buoni esempi di digitalizzazione dei percorsi che ci sono già all’Elba grazie ad associazioni e privati.
Se si fa un giro sui siti degli altri parchi purtroppo in questo campo quello dell’Arcipelago Toscano non è certo tra i primi.
Di tutto questo, dopo il rinvio per causa di forza maggiore del convegno previsto a giugno, ne vorremmo parlare in autunno con Parco, Comuni, Regione, trekkers, appassionati di mountain bike, guide, associazioni ed imprenditori che hanno adottato i sentieri agli “Stati generali della sentieristica dell’Arcipelago”, per capire come avviare tutti insieme una gestione ordinaria di una rete di percorsi costieri e montani che ha pochi eguali nel mondo. Ma in attesa degli Stati Generali, bisogna cominciare subito a cambiare passo, per camminare meglio sui sentieri elbani.
Questo enorme patrimonio va curato e messo a frutto, altrimenti si rischia di spendere soldi nella promozione di progetti di cicloturismo e trekking senza conoscere davvero le reali condizioni dei sentieri.
Per questo è necessario che il Parco diventi finalmente il reale promotore di un sistema virtuoso, nel quale volontariato, professionalità dei boschi, istituzioni ed imprese lavorino insieme per fare della rete sentieristica elbana e dell’arcipelago quel bene comune che è anche benessere comune.