L’areale delle tartarughe marine della specie Caretta caretta si espande verso i paesi del Mediterraneo occidentale. In luoghi prima poco esplorati dalle tartarughe marine e che, invece, nelle ultime stagioni di nidificazione hanno fatto registrare un significativo aumento di nidi: da una decina a 146 unità delle ultime due stagioni. Un dato che fa il paio con un altro numero: sono stati registrati circa 100 tentativi di nidificazione con femmine di Caretta caretta che poi hanno abbandonato le spiagge anche a causa dell’inquinamento luminoso.
Da queste rilevazioni nasce il progetto Life Turtlenest, cofinanziato dal programma LIFE dell’Unione europea e coordinato da Legambiente, che mira a migliorare la conservazione delle tartarughe Caretta caretta andando a implementare la protezione dei siti di nidificazione sensibilizzando enti gestori delle aree protette, amministrazioni, gestori balneari, turisti e bagnanti.
Nella giornata di ieri a Roma, presso la sede di Legambiente, tutti i partner di Life Turtlenest si sono riuniti per il kick off del progetto e dare il via ufficiale alle attività. A Life Turtlnest, oltre al coordinatore Legambiente, partecipano Stazione zoologica Anton Dhorn; Ispra; Università La Sapienza di Roma; Università di Barcellona; Fundació Universitària Balmes; ENCI; Cest Med; Regione Basilicata, Regione Campania, Regione Puglia, Agenzie per la protezione ambientale della Toscana. È prevista un’azione congiunta tra l’Italia, la Francia e la Spagna nella mitigazione delle pressioni antropiche sui siti di nidificazione. Oltre alle regioni italiane bagnate dal mar Tirreno (Basilicata, Puglia, Campania, Sicilia, Sardegna e Toscana) Life Turtlenest interverrà nella regione francese Camargue, in Costa Azzurra e in Corsica e nelle regioni spagnole di Catalogna, Murcia, Andalusia, Isole Baleari e Valencia.
Scopo del progetto europeo è anche quello di stabilire quanto e come i cambiamenti climatici abbiano provocato l’espansione dell’areale delle femmine di Caretta caretta verso queste zone, divenute negli ultimi anni dei luoghi maggiormente idonei all’ovodeposizione. Purtroppo, in tanti casi, i luoghi dove vengono rintracciati i nidi di tartaruga coincidono con lidi e spiagge a forte trazione turistica e con alto tasso di frequenza di bagnanti e turisti. Una presenza che andrebbe resa più sostenibile in quanto la schiusa delle uova di tartaruga è molto delicato: i piccoli di Caretta caretta a causa dell’inquinamento luminoso possono perdere l’orientamento, e allo stesso modo la pulizia meccanica degli arenili potrebbe mettere a rischio le uova così come cancellare le tracce di risalita delle femmine di tartaruga.
Secondo un’indagine, condotta dai volontari di Legambiente nella scorsa estate sulle spiagge italiane interessate dalla nidificazione, è emerso che il 90% di turisti, operatori economici e rappresentanti delle comunità locali non sapevano di trovarsi in un’area di interesse per la nidificazione delle tartarughe e nè tantomeno erano a conoscenza delle pratiche da adottare per non disturbare la fase di nidificazione e schiusa.
“É per questo che il team di Life Turtlenest darà significativa importanza alle azioni di sensibilizzazione e informazione dirette a tutti coloro che frequentano le spiagge e agli addetti ai lavori – dichiara Stefano Ciafani, presidente di Legambiente. Grazie a Life Turtlenest tuteleremo il patrimonio di biodiversità del mar Mediterraneo proteggendo le tartarughe marine sin dalla loro nascita e soprattutto daremo un contribuito a una migliore gestione e governance delle aree Natura 2000 che coinvolgeremo”.
Per proteggere gli habitat riproduttivi della specie verranno adottate una serie di misure di conservazione, come la creazione di una rete internazionale per lo scambio di esperienze e buone pratiche sul tema, il rafforzamento dei siti della rete Natura 2000, la formazione di tecnici di campo e volontari deputati all’identificazione, al monitoraggio e alla protezione dei nidi.
Life Turtlenest prevede il monitoraggio di circa 8mila chilometri di coste, che includono 64 aree protette della Rete Natura 2000, per quattro stagioni di nidificazione consecutive. Durante questo periodo decine di volontari, grazie ad una intensa attività di formazione sul campo, diventeranno dei tecnici esperti nell’identificazione, protezione e gestione dei nidi di tartaruga. Nel corso del progetto almeno 500 nidi verranno monitorati tenendo conto di come l’impatto dei cambiamenti climatici incida sulla scelta del sito di nidificazione da parte delle tartarughe, sulla temperatura di incubazione e sul successo dell’ovodeposizione. Il coinvolgimento degli stakeholders – come i gestori di stabilimenti balneari, operatori turistici, amministrazioni locali – sarà un asset principale di Life Turtlenest: grazie ad una mirata attività di sensibilizzazione e informazione si punterà a ridurre il disturbo antropico nella stagione delle nidificazioni. Life Turtlenest contribuirà quindi a rendere le spiagge delle coste italiane, francesi e spagnoli dei luoghi più confortevoli per le nidificazioni delle tartarughe Caretta caretta.
Legambiente