Il 5 febbraio è la giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare e, secondo il report “Observatory on Food and Sustainability” di Waste Watcher International (WWI), in Italia la media del cibo sprecato individualmente a livello domestico è inferiore rispetto alla media mondiale, ma in crescita rispetto all’anno precedente.
Si spreca di più nei comuni piccoli e medi e nelle famiglie meno abbienti e senza figli.
In Italia lo spreco alimentare è superiore a 5 milioni di tonnellate di prodotti e causa una perdita di oltre 10 miliardi di m3 d’acqua, con una perdita economica equivalente a 9,2 miliardi solo per il cibo gettato nelle case italiane e che sale a 10,5 miliardi con le perdite lungo la filiera produttiva e di distribuzione. Poi ci sono 6,4 miliardi stimati degli sprechi dell’energia per produrre il cibo, dell’acqua e delle altre risorse nascoste. Uno spreco complessivo di 15,6 miliardi l’anno. Eppure, in Italia oltre 2,6 milioni di persone faticano ad acquistare beni di prima necessità a causa dell’aumento dei prezzi e dei rincari delle bollette e 5,6 milioni di persone (il 9,4% della popolazione) versano in condizione di povertà (dati Istat 2021). In cima alla classifica di chi produce più spreco ci sono i supermercati (36%), seguono i ristoranti (18%), le famiglie (15%), le mense scolastiche (12%), gli ospedali (11%) e le mense di lavoro (8%).
L’sola d’Elba, con la sua economia turistica e una forte importazione di generi alimentari, è chiaramente a forte rischio spreco di cibo. Prendendo come riferimento il Target 12.3 dell’agenda ONU che pone come obiettivo la riduzione delle perdite e dello spreco alimentare del 50% entro il 2030, la domanda è: Che contributo possono dare le comunità isolane, e in particolare le famiglie, per raggiungere questo obiettivo?
Per rispondere a questa domanda, Legambiente Arcipelago Toscano, Associazione Elbataste e Circolo Laudato Si’ Elba stanno realizzando, nell’ambito della CETS (Certificazione Europea Turismo Sostenibile) del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, un’azione volta a monitorare e sensibilizzare i cittadini delle isole toscane sul tema degli sprechi alimentari.
La collaborazione con Andrea Segrè, professore ordinario di Politica agraria internazionale e comparata all’Alma Mater Studiorium Università di Bologna e direttore scientifico della campagna Spreco Zero e di Waste Watcher International, e con i suoi collaboratori, ha portato all’elaborazione di un progetto comune “Arcipelago Spreco Zero, l’impegno delle comunità isolane nel contrastare gli sprechi alimentari e promuovere stili di vita sani e sostenibili a partire dalla alimentazione”.
Obiettivi del progetto sono:
- Dimezzare lo spreco alimentare entro il 2030.
- Analizzare i comportamenti e le percezioni delle famiglie rispetto allo spreco alimentare.
- Stimolare comportamenti di consumo e stili di vita sani e sostenibili.
- Verificare le tipologie i alimenti e le quantità sprecate.
Programma e metodologia
Indagine scientifica condotta dall’Osservatorio WWI attraverso la somministrazione in forma anonima di questionari costruiti ad hoc per la comunità di riferimento per la rilevazione di sensibilità e compartamenti e le auto percezioni delle comunità isolane rispetto al tema degli sprechi alimentari a livello domestico.
Rilevamento e analisi dei dati
Restituzione risultati dell’indagine e identificazione degli obiettivi annuali
Automonitoraggio
Videogiochi. A lezione di piano alimentare. Alimentare la spesa o la spesa alimentare? Spreco o non spreco questo è il dilemma!
Indagine a T365
Venerdì 10 marzo alle 17,00, alla sala della Gran Guardia a Portoferraio, è prevista la presentazione pubblica del progetto ai portatori di interesse locali, Comuni, ESA, produttori alimentari, grande distribuzione, Fondazioni, Enti di volontariato, Proloco e tutti coloro che hanno sensibilità verso i temi della sostenibilità ambientale e sociale.
In seguito sarà costituito un gruppo di lavoro con i partner che aderiranno al progetto.