Caro direttore.
Ho letto con divertimento la bizzarra invettiva contro Legambiente di un proprietario di seconda casa Sant’Andrea e, a parte l’italiano un po' saltabeccante e le bizzarre teorie entomologiche, mi pare evidente che il signor Alberto Arnavas scriva con granitica certezza di persone delle quali, e dell'operato delle quali, non sa assolutamente un piffero.
Ma andiamo per punti:
1) Gli estensori di quel comunicato stampa erano due: il sottoscritto Umberto Mazzantini e - soprattutto - il maggior esperto di insetti dell’Isola d’Elba, il vicepresidente della World Biodiversity Association (WBA). Parlo di Leonardo Forbicioni, che sugli insetti elbani e dell’Arcipelago Toscano ha realizzato un bellissimo, frequentatissimo e attivissimo museo, a Forte Inglese a Portoferraio. Uno che non ha certamente le fastidiosa sicumera del "proprietario di seconda casa", ma che ha al suo attivo diverse pubblicazioni su prestigiose riviste scientifiche pure internazionali. Credo che per il signor Arnavas sarebbero salutari sia una visita al museo che una chiacchierata con Forbicioni, e se le avesse fatte preventivamente forse si sarebbe risparmiato di scrivere qualche sciocchezza di troppo.
2) Venendo a me, non ho seconde case (visto che all’Elba ci vivo da 66 anni, e che prima di me ci vivevano il mi’ babbo pescatore e analfabeta e la mi’ mamma lavapiatti, e ancor prima i mi’ nonni e mi’ bisnonni), posso comunque assicurare al signor Arnavas che un pochino l’ambiente e la gente elbani li conosco, anche perché ho fatto per 10 anni il sommozzatore professionista e per altri 10 anni il boscaiolo, pulendo e riaprendo quasi tutti i sentieri elbani. E quelli sui quali non ho "lavorato" ho comunque contribuito a riaprirli gratis, proprio con Legambiente, che li ha riscoperti e segnalati quando la parola "Trekking" all’Elba era una roba misteriosa (se non ci crede, signor Arnavas, chieda agli albergatori di Sant’Andrea e della Costa del Sole). Ora scrivo quotidianamente per il più seguito e autorevole giornale online di ambiente italiano: greenreport.it.
3) Quanto a Legambiente garantisco al signor Arnavas che i suoi soci e socie non stanno chiusi negli uffici, prima di tutto perché non hanno proprio uffici, secondo perché sono parecchio in giro, a cominciare, negli ultimi tempi, dalle 5 di mattina, quando molti di loro sono a cercare, sempre da volontari, tracce di tartarughe marine sulle spiagge elbane.
4) Purtroppo per il signor Arnavas finora non esistono “trattamenti estesi di prodotti fitosanitari (innocui per flora e fauna ) che blocchino il ripetersi di questa invasione”, e, se li avesse scoperti lui, lo pregherei di comunicarlo alla comunità scientifica e di brevettarli.
5) Non si scrive Lega Ambiente ma Legambiente. Sembra un errore veniale, ma è in realtà emblematico, in quanto rivela subito che il signor Arnavas è uno dei tanti che scrivono di Legambiente "a pene di segugio", senza sapere un fico secco di Legambiente, rappresentandola quindi fantasiosamente con un’immagine, nel caso di un'accolita di radical chic, quasi difensori del bruco, costruita a proprio uso e consumo. Un po’ come quando Arnavas scrive di limantria credendo di dare lezioni a ricercatori che studiano sul campo la limantria, il suo ciclo vitale, quello del suo predatore e l’impatto che il cambiamento climatico ha nel favorire le infestazioni di queste falene.
Quanto alla lettera scritta a Parco e Comune, saranno i due enti - se vorranno - a rispondere e chiarire, anche se mi pare impresa ardua far cambiare idea ad un elemento tanto spericolatamente disinformato (e disinformante) cosi incline a parlare, anzi scrivere, come dice lui, "a vanvera"
Umberto Mazzantini