Dopo Galenzana e Fetovaia quello della Foce è il terzo nido di tartaruga marina scoperto nel Comune di Campo nell'Elba e all'elenco si deve aggiungere anche quello di Lacona, nel Comune di Capoliveri.
"È un segnale di salute del nostro ecosistema mare - spiega Isa Tonso, volontaria di Legambiente, da sempre impegnata sul fronte della protezione delle tartarughe marine- Nello stesso tempo questa presenza importante di nidi sulla Elba evidenzia il fenomeno del cambiamento climatico".
Pare infatti che le tartarughe marine stiano scegliendo le spiagge elbane per avere "nidi" con temperature adatte a tutelare la specie. "Gli esemplari di "Caretta caretta" - conferma Cecilia Mancusi, biologa marinada dell'Arpat - hanno bisogno di temperature dei nidi per garantire sia la nascita di piccoli maschi sia quelle delle femmine. Sappiamo che con temperature oltre i 30 30 nascono le femmine e sotto i 28 gradi esemplari maschi. Per questo cercano spiagge con temperature che garantiscano un equilibrio alla specie. E' chiaro che si stanno adattando al cambiamento climatico".
Per questo motivo sono in corso studi e ricerche e i nidi elbani sono monitorati dagli esperti di Arpat con dei datalogger che monitorano costantemente la temperatura dei nidi.
"È accertato che nei singoli nidi c'è un gradiente di temperatura diverso: in fondo alla buca c'è più fresco e quindi nascono i maschi, più in alto la sabbia più calda regala vita a esemplari femmine - spiega la biologa marina-. Certo è che la popolazione delle tartarughe marine Caretta caretta in espansione".
"È cresciuta la sensibilità delle persone sulle tematiche ambientali - dice il Sindaco Davide Montauti-. In questi anni nel nostro territorio i volontari di Legambiente hanno fatto un gran lavoro di sensibilizzazione. È significativo come le segnalazioni siano puntuali e arrivino non da esperti ma da persone comuni, dai turisti come in questo caso. Grazie all'impegno della Regione, dei Comuni, della Capitaneria di Porto, delle associazioni di volontariato e dei singoli cittadini e turisti siamo in grado di attivare subito una sinergia che ci permette di mettere in sicurezza i nidi e tutelare una specie protetta. Un bell'esempio di collaborazione a difesa di un bene comune: l'ambiente".