Nell’arco di una stessa stagione riproduttiva, una femmina di tartaruga marina Caretta Caretta può deporre in 4 nidi, scavando una buca a forma di fiasco sulla spiaggia. Un nido può contenere anche più di 100 uova, ma la media dei nidi fatti nelle estati precedenti all’Elba è più bassa, anche se la prima deposizione, quella di Marina di Campo del 2017 è stata record: 107 uova . L’intervallo tra deposizioni successive è denominato internesting ed in Caretta caretta ha una durata di 12-16 giorni circa. Quindi, la tartaruga che, nella notte tra il 15 e il 16 luglio ha depositato le sue uova nella “impossibile” spiaggia portuale del Capitanino a Marciana Marina potrebbe ritornare per una seconda nidificazione tra il 27/28 luglio e il 4/5 agosto e i volontari di Legambiente sono già mobilitati e invitano tutti a non infastidire la tartaruga come purtroppo successo con il primo tentativo di nidificazione fallito alla spiaggia de La Marina.
Come spiega il Life Turtlenest, «Le tartarughine escono dalla sabbia tra 45 e 65 giorni dopo la deposizione e le nascite si protraggono per una settimana circa. Ma la schiusa è influenzata dalla temperatura del suolo che determina anche il sesso dei nascituri: le temperature più alte (che interessano gli strati più superficiali) fanno sì che nascano femmine, le temperature più basse (negli strati più profondi) maschi».
Per i nidi dell’Elba il 45esimo giorno della deposizione scatta il 30 luglio per il nido di Galenzana; il 19 agosto per Lacona; il 23 agosto per Fetovaia; il 28 agosto per La Foce a Marina di Campo; il 30 agosto per Marciana Marina. Dopo, ogni giorno potrebbe essere quello giusto perché nella sabbia si formi il piccolo “imbuto” che annuncia la nascita delle tartarughine.
Legambiente e Parco Nazionale Arcipelago Toscano cerca volontari per tenere, con turni di 6 ore, sotto controllo i nidi 24 ore su 24 durante la schiusa e ricorda le regole da osservare:
1. Dare la disponibilità a fare i turni chiamando Isa al 340 7113722 oppure scrivendo una email a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
2. Non danneggiare il corridoio di protezione, non scavalcare, non intralciare il passaggio verso il mare, e soprattutto non toccare assolutamente nessuna tartaruga, anche se sperduta…
3. Nel caso di schiusa notturna limitare al minimo indispensabile l’uso di luci artificiali, sono vietati i flash perché disorientano le tartarughine.
4. Quando le tartarughine usciranno dal nido bisogna contarle e annotare data e ora.
5. I volontari e le forze dell’ordine garantiranno che i bagnanti non intralcino il percorso delle tartarughine e non si comportino scorrettamente e forniranno a tutti informazioni accurate su quanto sta accadendo.
6. I maggiori pericoli naturali per le tartarughine sono i gabbiani e i marangoni e grossi pesci come barracuda. Quello antropico sono le luci artificiali che attirano nuovamente sulla spiaggia o nelle aree portuali.
7. Alla fine, quando la schiusa verrà ritenuta conclusa, i nidi saranno scavati dai ricercatori autorizzati di Arpat e università di Pisa coadiuvati dall’Istituto Zooprofilattico per contare i gusci, le uova non schiuse, i piccoli ancora c vivi a volte rimasti nel nido e quelli purtroppo morti.
Chi vuole far parte di questa magnifica avventura scientifica e ambientale e dare una mano alle tartarughine può dare la sua disponibilità al 340 7113722 oppure scrivendo una email a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.