E’ stato un convegno intenso e partecipato quello organizzato a Portoferraio da Goletta Verde, Legambiente e Regione Toscana a Portoferraio su un tema apparentemente ostico, la strategia marina dell’Unione europea e la sua applicazione a livello nazionale e locale, ma che è stato esposto con chiarezza dai relatori.
La sala della Gran Guardia era gremita quando Umberto Mazzantini, responsabile mare di Legambiente Toscana, ha introdotto la prima sessione del convegno “I Parchi, il Mare Protetto e da proteggere” e, dopo aver ricordato la calda estate elbana di Legambiente, alla caccia di abusi edilizi, spiagge illegalmente occupate e antenne trasformate in falsi cipressi di plastica,. Ha dato la parola a Serena Carpentieri, portavoce Nazionale di Goletta Verde, che ha raccontato il viaggio del 2013 del vascello ambientalista lungo le coste italiana che ha confermato che i nemici del nostro mare sono la cattiva depurazione, le foci dei fiumi inquinati e il cemento. Cristina Luperini dell’università di Pisa e dell’Accademia del Leviatano ha raccontato delle attività che ha coordinato per conto dell’Ispra su Goletta Verde per un’indagine sulla marine litter, i rifiuti in mare, ed ha confermato che l’’80% dei macrorifiuti che si trovano nel Tirreno e costituito da plastiche, evidenziando anche che non è colpa della plastica se il mare è sporco ma del cattivo utilizzo e del pessimo smaltimento e riutilizzo che ne viene ancora fatto.
Fabrizio Serena, responsabile biodiversità marina di Arpat, ha fatto una interessantissima relazione sullo stato di salute della biodiversità nel mare della Toscana, che resta buona nonostante sia stato funestato da incidenti come il naufrago della Costa Concordia al Giglio e dei bidoni con sostanze tossiche caduti in mare dall’Eurocargo Venezia al largo di Gorgona. Serena ha evidenziato che la Toscana è la regione all’avanguardia per i dati sull’ambiente marino e che questo patrimonio servirà ad implementare le politiche della marine strategy e della blu economy, costituendo anche una preziosa baca dati a disposizione di ricercatori e cittadini.
Vittorio Alessandro, presidente del Parco Nazionale delle 5 terre, ha ricordato le somiglianze tra la sua area protetta e quella dell’Arcipelago Toscano e poi, da ex comandante di Capitanerie di Porto, ha affrontato con lucidità i problemi della gestione del mare, a cominciare delle troppe deroghe al decreto rotte (come a Portofino ed a Venezia, ma anche a Cerboli e Palmaiola) e dell’impatto del turismo, o meglio dei turismi, su territori nei quali la continuità tra mare e terra non permette di avere un approccio differenziato tra coste e mare, ma che richiedono quelle politiche sistemiche previste dalla marine strategy.
Lucia Venturi, presidente Parco Regionale della Maremma, a sottolineato che sia l’area marina protetta dell’Arcipelago toscano che quella della Maremma e delle Formiche di Grosseto aspettano da troppo tempo di essere istituite e che, come dimostra la tragedia della Costa concordia, ai parchi costieri ed insulari debbono essere dati anche gli strumenti per poter gestire il mare e per intervenire direttamente in presenza di abusi e bracconaggio marini.
A moderare la seconda sessione del dibattito, “La Toscana regione capofila della Strategia Marina nazionale nel Tirreno” è stato Fausto Ferruzza che ha dato subito la parola ad Oliviero Montanaro, della Direzione Generale Ministero dell’ambiente e della protezione del territorio e del mare, he ha fatto un intervento ammirevole per la chiarezza con la quale ha saputo spiegare una materia così complicata da richiedere 11 descrittori. Montanaro ha sottolineato il carattere olistico della strategia marina europea ed il suo intreccio con le altre politiche per il mare, coste e la biodiversità dell’Ue, ribadendo che senza una forte cooperazione tra Governo, Regioni, istituzioni locali e società civile e senza iniziative di approfondimento e conoscenza come quella organizzata da Goletta Verde il nostro Paese rischia di non centrare gli obiettivi fondamentali della marine strategy.
Franca Zanichelli, direttrice del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, è tornata sulla necessità di dotare le aree protette di strumenti, anche innovativi come la guardie volontarie subacquee, per garantire la salvaguardia della biodiversità nei parchi. La Zanichelli ha poi ricordato l’esempio positivo del mare di Pianosa, riaperto alla fruizione sostenibile, contingentata ed organizzata dei diving center e che sta rivelando una fauna ed una flora marine di eccezionale bellezza ed importanza che probabilmente non ha eguali in tutto il Mediterraneo.
Gilda Ruberti, responsabile del settore ambiente marino della Regione Toscana, si è detta molto soddisfatta dell’elevata qualità tecnica del convegno che ha permesso di sviscerare, da diversi punti di vista ed esperienze, tutta la complessità della Marine strategy europea ed ha ricordato che la Toscana svolge il ruolo di capofila tecnico per il Mediterraneo occidentale per l’applicazione della Direttiva. La Ruberti ha sottolineato che proprio per la sua collocazione nel Santuario internazionale dei mammiferi marini Pelagos, per la presenza di Parchi nazionali e regionali marini e costieri, per il grande traffico navale e per l’attenzione che si è appuntata sul mar Tirreno dopo troppi incidenti, la Toscana intende svolgere un ruolo centrale nelle politiche per la strategia marina, facendone uno degli assi principali di uno sviluppo sostenibile del mare e delle coste al quale non c’è alternativa.
Concetti ripresi nelle conclusioni da Sebastiano Venneri, responsabile nazionale mare di Legambiente, che ha però ricordato le troppe timidezze e ritardi ed i troppi condizionamenti che subiscono politiche del mare europee così rivoluzionarie. Per Veneri il nostro Paese deve cambiare passo se vuole davvero essere alla testa di nuove politiche per il mare che partano dall’utilizzo intelligente delle risorse, se vuole un turismo all’avanguardia, una pesca con un futuro e trasporti e infrastrutture marittime moderne.
La tragedia della Costa Concordia, il suo raddrizzamento sul quale si deciderà oggi, la problematica dello smaltimento ambientalmente e socialmente sostenibile delle navi a fine vita fanno parte di quella blue/green economy, quella strategia del mare della quale si è parlato a Portoferraio.