Quando nel 1983 un gruppo di ragazzi si mise insieme a Marciana Marina per costituire l’effimero ma efficace gruppo del Riccio ebbe la sfrontatezza di dire agli adulti e ai Partiti (che allora contavano, eccome…) che il progetto del prolungamento del Porto di Marciana Marina avrebbe eroso la spiaggia e la avrebbe portata dentro l’area portuale. 40 anni dopo una tartaruga marina sfortunata e inesperta è venuta a deporre le sue uova in una spiaggia che non c’era e che qualche anno non ci sarà più, annegata nel mare che sale ed erosa dalle stesse forze innaturali che quel prolungamento portuale mise in moto quando chi scrive era probabilmente più giovane della tartaruga del Capitanino.
Allora ero l’unico socio di Legambiente all’Isola d’Elba, dove erano presenti già Italia Nostra, un nucleo del Wwf, qualche socio LIPU e, soprattutto ElbaViva, un’associazione naturalistica molto legata ai temi della protezione della natura.
Dal riccio germinò quasi subito Legambiente Elba che ebbe come primo presidente Mario Ferrari – poi sindaco di Portoferraio – presto sostituito da Sergio Rossi. Intanto quel gruppo di ragazzi marinesi ripuliva – con un’intuizione nuovamente profetica – a colpi di pennato il sentiero scomparso di Val di Cappone, tracciando un percorso diventato uno dei più frequentati dai trekkers di tutto il mondo e dando il segnale che stava nascendo un nuovo tipo di volontariato e di ambientalismo. Cosa fossero i trekkers non lo sapevamo, e nemmeno capivamo bene l’ambientalismo politico e scientifico che praticavamo con gli studi sul porto marinese, la scoperta che la Torre era privata, il pennato in mano a ripulire sentieri perduti. Sapevamo però, confusamente, con il cuore e le nostre giovani passioni, che la politica che avevamo, che quel che vedevamo succedere, che l’aggressione alle coste e al territorio, che il cemento abusivo e scriteriato avrebbero fatto male alla nostra isola e al nostro futuro.
Di quel gruppo di ragazzi e ragazze ne sono rimasti pochi, qualcuno è andato per età, direbbe il poeta, altri hanno rincorso altri sogni, qualcuno altri incubi e ne è stato divorato. Ma senza quei ragazzi coraggiosi che vennero irrisi perché facevano allora cose strane poi diventate normali come pulire le spiagge o riaprire un sentiero, senza quella battagliera Legambiente fatta di competenze e sempre più indipendente da una sinistra che non l’ha mai davvero capita, oggi, 40 anni dopo, Legambiente non sarebbe l’associazione ambientalista più autorevole, importante e numerosa dell’Arcipelago Toscano, non sarebbe il punto di riferimento per centinaia di cittadini, non sarebbe stata in grado di mobilitare decine e decine di volontari che hanno cercato e tutelato le tartarughe marine diventate il simbolo dell’estate elbana del 2023. Senza, le nostre socie e i nostri soci non avremmo potuto parlare con migliaia di turisti delle bellezze del nostro mare e delle nostre isole, e dei pericoli che corrono, come ci raccontano le tartarughe che scavano nella sabbia calda del cambiamento climatico. Senza Legambiente le nostre isole non sarebbero rimaste così belle e pezzi di natura unica sarebbero scomparsi.
A pensarci bene, siamo stati per 40 anni traduttori di una lingua naturale che sembrava indicibile e che ora è diventata comprensibile. A pensarci bene, è per questo che stiamo così tanto sulle scatole a qualcuno. A pensarci bene non vorremmo proprio piacere a qualcuno. A pensarci bene, non abbiamo fatto sconti a nessuno e non ne abbiamo chiesti, testardi, temerari e pungenti come un riccio di macchia, pazienti e prudenti come una tartaruga marina.
40 anni sono il nocciolo della vita degli uomini e delle donne, quel che separa la gioventù da una maturità già anziana, ma 40 anni sono anche un traguardo insperato, da festeggiare, da raccontare e da raccontarci. Da condividere con i giovani volontari che dormivano accanto ai nidi delle tartarughe, in attesa del futuro zampettante verso il mare e la luna, senza conoscere davvero i sentieri intricati del passato che li avevano portati lì.
E lo faremo domenica 8 ottobre alla Gattaia a Portoferraio, per guardarci indietro e vedere il futuro di quella cosa miracolosa che è Legambiente Arcipelago Toscano, delle nostre isole verdi, del mare blu e delle creature che li abitano insieme a noi. Sarà un racconto e una festa, tutte e tutti sono invitate/i, anche quelli a cui stiamo sulle scatole.
Umberto Mazzantini