La migrazione è di per sé un fenomeno affascinante e stupefacente. Lo è ancora di più quando porta sulle nostre isole uccelli venuti da molto lontano, da ambienti talmente diversi da quelli che ci circondano che sembra impossibile che sia potuto accadere. E’ successo domenica scorsa quando tre ornitologi del Centro Ornitologico Toscano, in “missione” a Pianosa proprio per monitorare la migrazione autunnale, si sono trovati davanti ad un “forestiero” d’eccezione: il Luì forestiero (Phylloscopus inornatus):
Avvertiti dal caratteristico richiamo, lo hanno potuto osservare nel folto di un boschetto di ginepro e pino nella parte meridionale dell’isola, imbrancato con altri piccoli insettivori.
Il Luì forestiero è un uccellino minuscolo (può arrivare a pesare al massimo otto grammi) venuto direttamente dalla Siberia. Il suo areale di nidificazione si ferma ad occidente sugli Urali, a nord sul limite della Taiga e ad est sulle coste del Pacifico. Di solito va a svernare in Asia sud orientale, ma una piccola frazione della sua popolazione “dirotta” decisamente verso ovest attraversando l’Europa da nord a sud. Una autentica rarità. Anche se visita regolarmente il nostro paese, infatti, ne vengono osservati solo pochissimi individui. In Toscana, ad esempio, lo si è visto quasi sempre solo sull’isola di Pianosa, che evidentemente è una tappa consueta durante la sua migrazione, ma gli avvistamenti si contano sulle dita di una mano!
Il “forestiero” è stata la “star”, ma non sono mancate altre presenze importanti su Pianosa: un Falco pescatore sta sostando per rimettersi in forze e riprendere la migrazione, mentre iniziano a passare i primi migratori “a corto raggio”, che cercheranno di svernare alle nostre latitudini, come tordi e colombacci. E l’isola è già piena del ticchettìo del Pettirosso, che annuncia l’imminente arrivo del freddo. Sempre dall’Oriente, ma non da così lontano come il Luì forestiero, proviene un altro elegante e raro rapace, l’Albanella pallida anch’essa in sosta sull’isola in attesa di tempo idoneo per proseguire la migrazione. I rilevatori COT hanno anche osservato dei “ritardatari”, come un Rondone comune che si attardava sull’isola in caccia degli insetti ancora abbondanti, mentre quasi tutti i suoi conspecifici hanno già da tempo raggiunto i quartieri di svernamento africani. E la migrazione è appena al debutto della sua fase forse più visibile e spettacolare. Chissà quante cose interessanti ci sarebbero ancora da scoprire sulle nostre isole, in queste settimane di inizio autunno!!
Giorgio Paesani - Centro Ornitologico Toscano