Martedì 30 Luglio, ora solare 10.50: 38.1 °C! E’ il record per casa mia in campagna a Campo. E’ praticamente ogni anno, da quando sono nato nell’ormai lontano 1946, che vengo all’Elba essendo da parte paterna, di origini locali. Il mio ricordo va agli anni ’60 quando il territorio era notevolmente diverso: pianelli di vigne in collina e campi coltivati nel piano; pochi pini e quasi solo al mare ed in alcune zone in rilievo, come è giusto che sia. Il problema dell’acqua esisteva all’isola. I miei genitori avevano installato in soffitta due serbatoi per accumulare di notte l’acqua che di giorno, specie ad Agosto, non veniva. Il “fontaniere”, personaggio tipico con la sua lambretta anni ’50,regolava gli afflussi per distribuire il prezioso liquido ai villeggianti che stavano aumentando e che avrebbero causato quel “boom” turistico degli anni ’70 e successivi i quali hanno cambiato l’economia ed il territorio dell’isola. Una nave cisterna militare, proveniente dalla Spezia, approdava presso la “Foce” di Campo per immettere in rete l’acqua del “nord”. Alcune volte i miei facevano venire un “apino” pieno di damigiane, quando l’acqua non veniva dalla rete anche per una settimana di seguito poiché la casa è in posizione leggermente sopraelevata rispetto al piano.
Da notare che l’acqua diretta venne in Ciampone (località dove si trova la casa) tramite lavoro e contributo economico delle persone locali verso il 1954. Ho trovato un componimento scherzoso ed in rima, che solo in toscana penso si faccia, il quale racconta di tale “impresa”.
Oggi la situazione è migliorata dopo il passaggio dalla Comunità Montana all’ASA della gestione della rete idrica.
Oltre la condotta sottomarina che porta acqua dalla val di Cornia, è stato realizzato un anello nel settore occidentale dell’isola con afferente acqua da nuove sorgenti captate. Ma il problema è sempre in agguato. Purtroppo la classe politica è sempre concentrata su lotte intestine ed i talk-show costellati da litigi e faide per questioni di potere. Nell’affrontare i problemi non si ragiona su cause e rimedi tecnici con dati alla mano, ma si recrimina quello che la parte avversa non ha fatto e che si sarebbe potuto fare se al potere ci fosse stato un altro schieramento. Sono come i capponi di Renzo che andavano verso una sorte infausta beccandosi l’un l’altro. Manca una visione strategica dei problemi. La supposta futura “siccità” ha inaridito anche gli animi. Par di vedere alcune scene del film di Paolo Virzì sullo stesso tema.
A mio parere bisognerebbe procedere razionalmente, prima facendo un’analisi degli indici pluviometrici, che danno oggettivamente la consistenza del problema; poi vedere come fare un uso accorto di tale fluido prezioso (definito oro bianco del futuro) e, infine, se necessario, produrlo con vari mezzi di ricerca di nuove fonti e di dissalazione dell’acqua di mare che copre i tue terzi della terra!
Il mio pensiero è risalito agli anni ’60 quando al mercato ortofrutticolo arrivavano i pompelmi (agrume allora nuovo per noi) da Jaffa dove gli Israeliani avevano fatto un giardino in zone desertiche.
Sono andato a vedere gli indici pluviometrici pubblicati da IPCC (International Panel on Climate Change) nel suo rapporto del 2023 e riferentesi ai dati Istat.
Nei 109 capoluoghi di Provincia la temperatura media annuale nel 2021 è 15,6°C (valori in media con il periodo 2006-2015) e le precipitazioni locali, in media746 mm che sono -119,4 mm sul valore medio 2006-2015, cioè una diminuzione del 13%- 15%).
Secondo questa rapida analisi, da meglio approfondire con istogrammi storici dell’Istat, emerge che il problema esiste veramente a livello differenziato nelle varie Regioni, ma non è così improvviso; sono decenni che vi è una deriva al ribasso. Cosa si sta facendo? Anche con 300-400 mm di pioggia, come sembra esserci in Sicilia centro-meridionale , un tetto di 100 mq raccoglie 40 mc di acqua in un anno (al lordo delle perdite); poco, ma nella cultura locale le case avevano la cisterna per raccogliere tale poca acqua. Adesso non ci si pensa più.
Nei calcoli che facevo all’Università per impianti idraulici, si considerava un consumo pro-capite giornaliero di 300-400 litri ( indice di civiltà!). Estremizzando il discorso, una volta ci si lavava con brocca e catino e bidet su “trespolo” di metallo. Esisterà pure una via di mezzo? Io penso che 80-100 litri al giorno pro-capite possa andare bene. Un’educazione al consumo dovrebbe essere il compito dei mezzi di informazione, altrimenti, extrema ratio, aumentare il prezzo dell’acqua.
Altro importante problema è il trasporto, cioè, la rete idrica. Spesso è quasi un colabrodo e metà acqua si perde! Io ho dovuto combattere per anni con l’ASA e Comune locale per far riparare una condotta, vicina alla mia casa estiva, che ogni due settimane si rompeva con grande perdita di acqua che durava alcuni giorni. Veniva detto che non c’erano soldi e c’era il solito rimpallo di responsabilità. Finalmente il tratto incriminato è stato riparato sostituendo i tubi in PEAD ammalorati con tubi di ghisa rivestiti. Mia osservazione: qualsiasi impianto ha una durata, così si studia progettando, ed esiste l’”ammortamento”; soldi resi disponibili per rinnovare le reti quando bisogna. Non parlo di soldi che, ovviamente, devono essere disponibili per una manutenzione calcolata. Bisogna guardare lontano!
Se, visto ciò, l’acqua non basta, ci sono ricerche di sorgenti nuove e vicino al mare la dissalazione.
Ho sentito dai media che in Sicilia ci sono 13 o 14 dissalatori in cattive condizioni, mai o scarsamente manutenuti, nonostante soldi profusi ad hoc dalle istituzioni.
E’ mai possibile quando un problema è annoso?
Ci sono vari sistemi per dissalare anche l’acqua reperibile a grandi profondità sotto terra come in questi giorni accennato.
Mi ricordo un progetto di un dissalatore per Lampedusa, se ben ricordo, studiato da un mio amico per un esame, funzionante per “termo-compressione” ( licenza israeliana) che usava i pannelli solari per l’energia necessaria. Poi, per i grandi impianti c’è il multi-flash come studiato per Porto Torres o la più gettonata, oggi, osmosi inversa. Anche qui, all’Elba, diatribe a non finire ed ostacoli alla realizzazione di un dissalatore. Legittimo se prima non si fa uno studio serio della situazione, ma se sarà necessario? Autobotti a 150-200 euro per 8 mc come in Sicilia? Prevedere….prevedere!
Un’ultima cosa come avevo accennato in un precedente articolo sullo stesso tema: usare l’acqua effluente dai depuratori (riciclo) per coltivare i campi. In Israele, ho sentito in questi giorni lo fanno, oltre a colture realizzate con grande risparmio di acqua!
Giampaolo Zecchini