Recente leggera flessione del suolo registrato dal monitoraggio nella provinciale 26 e per far luce sui misteri della terra riese è in campo anche un luminare della geologia. Studia per capire le cause dei crolli avvenuti nel recente passato e i risultati delle sue analisi contribuiranno a decidere il futuro della viabilità nella Valle dei Molini. La speranza è quella di non scoprire l'esistenza di cavità carsiche profonde, in tal caso per il percorso della strada sarebbero problemi ma tutti sperano in risposte meno negative. E l'incaricato dall'Asa è il professor Luigi Carmignani geologo dell'università di Siena che analizza una vasta area di circa 4 km² a monte della briglia di protezione, nella zona che precede l'ingresso del paese di Rio Marina. Il docente ha un curricolo infinito, è autore o coautore di oltre 300 pubblicazioni scientifiche, ha firmato articoli su riviste nazionali o internazionali e lungo e prestigioso risulta il suo percorso d'insegnamento nell'ateneo senese. Ma vediamo come intende procedere il docente per scoprire l'origine degli sprofondamenti dei mesi scorsi, che hanno interrotto il normale traffico stradale con non indifferenti risvolti negativi. “ Gli studi avviati – dice l'esperto -devono capire le cause del fenomeno. Attualmente le ipotesi su cui stiamo lavorando sono due: un' origine profonda oppure una superficiale. Nel primo caso potrebbero esistere delle cavità calcaree a decine di metri di profondità dal suolo, che provocano crolli e gradualmente migrano verso la superficie, nella seconda ipotesi la risposta potrebbe consistere in una erosione poco profonda che fa crollare il suolo sottostante il manto stradale. L'indagine del sottosuolo sarà svolta attraverso l'esame dei sondaggi già effettuati, eventualmente da nuovi sondaggi e soprattutto con indagini geofisiche di tre tipi: quelle geolettriche e georadar a media e bassa frequenza e infine micrigravimetria per evidenziare eventuali cavità sotterranee. Saranno effettuate anche ricerche storiche sulla evoluzione morfologica della parte bassa della valle dei Molini, al fine di evidenziare variazioni della rete idrografica ed eventuali ingrottamenti di corsi d’acqua. Evidentemente la difficoltà degli interventi di bonifica saranno differenti. Se l’origine degli sprofondamenti risulterà superficiale la soluzione sarà ovviamente più semplice. Se invece ci troviamo di fronte a crolli di cavità carsiche profonde, sia la loro precisa ubicazione che gli interventi di messa in sicurezza potrebbero essere più complessi. In primavera, quando avremo terminato le indagini geofisiche iniziate, potranno essere date risposte. La popolazione deve avere certezze per ritrovare la sicurezza ambientale e delle persone stesse?”.