Oggi l’assessorato all’economia del mare del Comune d Monte Argentario ha convocato alle 16,00 a Porto Santo Stefano un’assemblea pubblica per riaprire tutti gli accessi al mare e renderli più accessibili agli abitanti ed ai turisti. «Scopo della riunione – si legge in un comunicato del Comune - sarà essenzialmente quello di monitorare le strade che portano alle spiagge dell’Argentario per renderle il più possibile conosciute, accessibili e fruibili da turisti e residenti. L’idea dell’assemblea aperta a tutti è scaturita in primo luogo dall’ascolto dell’umore dei bagnanti, molti dei quali spesso delusi per non poter raggiungere agevolmente cale e spiagge. E’ stato così deciso di chiamare tutti a raccolta per affrontare il problema attraverso varie fasi. In primo luogo saranno creati gruppi che censiscano attraverso foto e relazioni, lo stato attuale degli accessi al mare per segnalare quelli percorribili agevolmente, quelli bisognosi di interventi e, infine, quelli interdetti al pubblico transito, dopodiché interverrà l’amministrazione comunale per risolvere le situazioni negative. Ovviamente, al di là di questi gruppi, chiunque può intervenire e segnalare problemi di varia natura».
Legambiente Arcipelago Toscano si chiede perché gli 8 Comuni dell’Isola d’Elba non facciano altrettanto, visto che quel censimento delle spiagge e coste chiuse da cancelli, reticolati e camping è già stato in gran parte fatto da anni con i nostri dossier “Mare in Gabbia”, ripresi sempre dalla stampa locale e nazionale.
Ci sono voluti “solo” 13 anni per cominciare a “sbloccare” il caso della spiaggia chiusa di Cala dei Frati a Portoferraio, ma le denunce di Legambiente e di molti cittadini e turisti riguardano almeno un’altra dozzina di calette e tratti di costa nei quali gli accessi sono sbarrati o i sentieri per accedervi sono stati fatti sparire per incuria o dolo. In una spiaggia di Capoliveri ci è stato segnalato addirittura il pagamento di un “pedaggio” per poter attraversare la struttura turistica che impedisce l’accesso alla spiaggia pubblica; la storia di Galenza, con i continui tentativi di far scomparire ed occultare il sentiero costiero che porta alle due spiaggette dei Salandri, sta diventando paradossale anche per l’inerzia dimostrata dal Comune di Campo nell’Elba; a Marciana Marina da anni denunciamo la privatizzazione di fatto della costa di Remontò-Cote Tonda e abbiamo evitato insieme ai cittadini la privatizzazione della vicina spiaggia del Bagno da parte di una ricca signora. Inoltre in questi anni, come attestano gli interventi della Capitaneria di Porto, all’Elba abbiamo assistito ad una strisciante privatizzazione delle spiagge con ampliamento di concessioni e “Punti blu”.
Angelo Gentili, della Segreteria Nazionale di Legambiente, ha ricordato che «Liberare gli accessi chiusi è una campagna che l’associazione del cigno porta avanti con impegno e costanza da anni, proprio perché è assurdo ed inconcepibile che i proprietari di terreni e abitazioni vicine al mare chiudano impropriamente i passaggi per arrivare a mare, trasformando ciò che è un bene destinato alla pubblica fruizione, in aree private e recintate. In tal modo infatti numerose spiagge e scogliere suggestive e particolarmente belle frequentate da numerosi anni dagli abitanti di Monte Argentario vengono escluse alla pubblica fruizione. Dalla storica battaglia di militanza associativa nonché legale dello Sbarcatello realizzata da Legambiente insieme alle donne dell’associazione Donne Argentario, con Teresa De Angelis in prima linea, Legambiente ha continuato con forza e determinazione a difendere le ragioni di chi vuole che gli accessi al mare siano aperti e fruibili».
Siamo perfettamente d’accordo e riteniamo che la campagna “Riprendiamoci le Spiagge” promossa dall’amministrazione di Monte Argentario, coinvolgendo i cittadini residenti, sia un’ottima iniziativa che i Comuni elbani dovrebbero subito far propria. La prossima primavera all’Isola d’Elba si rinnovano i Consigli Comunali di 5 Comuni (Campo nell’Elba, Capoliveri, Marciana, Portoferraio e Rio nell’Elba), Legambiente chiede a tutti i candidati di impegnarsi pubblicamente a far rispettare la sentenza della Corte di Cassazione del febbraio 2001, nella quale si legge che "nessuna proprietà privata per nessun motivo impedisca l'accesso al mare alla collettività se la proprietà stessa è l'unica via per raggiungere una determinata spiaggia", ed a fare come a Monte Argentario, realizzando fin dalla prossima estate la “liberazione” delle spiagge e delle coste “prigioniere” e mettendo fine alla privatizzazione delle spiagge.