E’ passata praticamente inosservata (lo ammettiamo anche a greenreport.it) la svolta epocale fatta dal Pdl/Forza Italia della Regione Toscana sulle aree protette. Il 14 gennaio infatti il partito maggioritario del centro-destra, che fino ad allora si era distinto per una politica non certo favorevole alle aree protette (basti pensare al Parco nazionale dell’Arcipelago toscano o ai parchi regionali definiti poltronifici e sprechifici), ha presentato un’ importante mozione con la quale il Consiglio regionale ha dato indirizzi alla Giunta per la revisione delle leggi in materia di biodiversità e Aree Protette che suonano innovativi per questa parte politica fin dalla premessa: «I parchi sono considerati a livello mondiale uno degli strumenti più efficaci di conservazione della diversità della vita, come confermato nel 2010 a Nagoya (Giappone), dove il summit sulla "biodiversità", svolto alla presenza di circa 18.000 partecipanti, tra cui centoventidue ministri dell'ambiente, ha stabilito per i prossimi 10 anni l'obiettivo del 17% di zone terrestri ed acque interne e del 10 per cento di aree marine e costiere da tutelare con lo strumento dei Parchi e delle Riserve (in pratica ponendo l'obiettivo di raddoppiare in 10 anni quello che è stato costruito in un secolo e mezzo); La Toscana è stata fra le prime regioni italiane a dotarsi di una disciplina organica sulla tutela della natura, con le leggi sulle aree protette e la legge regionale sulla biodiversità; I sistema regionale delle aree protette necessita tuttavia di una revisione, che crei opportune sinergie organizzative e funzionali, ma anche un aggiornamento coerente alle novità giuridiche e istituzionali in materia, ed alle esigenze di partecipazione e di sensibilizzazione di un sistema che deve diventare sempre di più un patrimonio comune dei cittadini».
All’intervento del centro-destra ha fatto da sfondo l’informativa dell’assessore all’ambiente Annarita Bramerini sulla proposta di legge di riordino dei parchi regionali e la tutela e valorizzazione delle aree protette e conservazione della biodiversità. Un’informativa che ha dato al Consiglio alcuni spunti di riflessione ed al contempo offre l’opportunità di sviluppare un confronto istituzionale che potrà sfociare nell’approvazione di atti di indirizzo volti a dare puntuali indicazioni su come la futura normativa di questo settore dovrà caratterizzarsi.
Il presidente del gruppo Pdl/Forza Italia in Regione, Giovanni Santini, ha sgombrato la discussione da ogni equivoco sulle intenzioni della minoranza: «Voglio fin da subito precisare che i Parchi sono enti che hanno una funzione specifica ed importantissima, cioè quella di salvaguardare, conservare, valorizzare il patrimonio ambientale che fa della nostra regione un’eccellenza nel mondo. Inutile ricordare i numerosissimi siti ambientali di pregio internazionale presenti così come l’importanza di salvaguardare specifici siti naturalistici. Se questa è la mission primaria per i parchi, non sono assolutamente da sottovalutare, le potenzialità di sviluppo economico che essi possono rappresentare. E’ infatti utile ricordare come nell’opinione pubblica si sia sviluppata un idea negativa dei Parchi: sentiamo spesso, e spesso a ragione, lamentare aziende agricole e turistiche per i veti posti da questi enti, così come la tortuosità burocratica per ricevere autorizzazioni. Abbiamo piena consapevolezza di come gli imprenditori agricoli e turistici, che svolgono le loro attività all’interno dei parchi, siano in qualche modo svantaggiati rispetto ai loro competitors che lavorano fuori dai confini dei parchi. Un vero e proprio paradosso visto che i Parchi dovrebbero rappresentare una garanzia di qualità, di trasparenza, di eccellenza. Il Parco è concepito come l’ennesimo vincolo amministrativo e burocratico che rallenta l’iniziativa privata, che limita lo sviluppo imprenditoriale, che impedisce possibilità di lavoro e di benessere per molte comunità».
Ma Santini ha ammesso che «Nonostante questa riflessione, di parchi la Toscana ha bisogno. Di parchi amici però e non di carrozzoni o di ulteriori enti burocratici. Ecco che questa revisione legislativa diventa ancor più strategica ed importante: una concreta occasione per voltare pagina, per ridare fiducia e speranza agli imprenditori ed ai cittadini che aspettano questa riforma nel segno di una concreta discontinuità. Merita anche sottolineare il problema inerente i poteri di programmazione territoriale ed urbanistica che intercorrono tra i parchi e gli enti locali. Così come risultano essere ben noti i problemi finanziari in cui versano o in cui hanno versato i nostri parchi regionali. In merito, basta constatare che ancora questo consiglio regionale non ha ricevuto il bilancio preventivo 2012 del Parco di San Rossore Massaciuccoli e Migliarino. Altra problematica aperta è quella del personale impiegato nei nostri Parchi, così come le difficoltà circa la promozione di queste straordinarie aree».
Il centro-destra ha però voluto sottolineare gli positivi e ha colto nell’informativa della Bramerini «Qquesta volontà di cambiamento: di considerare i Parchi anche come occasione di sviluppo economico pur riconfermando il loro ruolo primario». Santini, ha detto: «Sosteniamo l’idea di costruire una sorta di Testo unico regionale che sappia comprendere nel suo seno tutte le discipline che hanno come fine la tutela dei beni naturali ed al contempo che sappia armonizzarsi, oltre che con le normative nazionali ed europee, anche e soprattutto con i piani regionali come il Pit ed il nuovo Piano ambientale ed energetico che presto quest’aula dovrà discutere ed approvare». Il raccordo tra le aree protette con il più vasto contesto territoriale deve garantire, tramite adeguato riscontro nella pianificazione ordinaria, la funzionalità, se necessario, di eventuali aree contigue e corridoi ecologici. Da questo punto di vista diventa strategico un ripensamento complessivo della perimetrazione dei parchi e delle aree contigue. Non si tratta di ridurne le dimensioni, così come di aumentarne la superficie. Occorre “laicamente” prendere in esame questo aspetto, alla luce dei mutamenti avvenuti in questi anni, per verificare la congruità dei loro confini e la congruità dei perimetri inerenti le aree contigue».
Secondo il centro-destra berlusconiano «Un altro positivo e condiviso aspetto è la previsione di una diretta partecipazione delle categorie economiche, degli enti di ricerca e delle associazioni ambientaliste alla gestione dei parchi. La complessità di queste aree presuppone una pluralità di competenze e risorse rispetto a quelle riferite ai soggetti pubblici territorialmente interessati. Per questo abbiamo inserito nella mozione sia il superamento dei comitati scientifici per ogni parco, con la costituzione di un unico comitato tecnico scientifico regionale, così come, per quanto riguarda la Comunità del parco, uno stretto legame tra questo organismo ed il consiglio direttivo».
Dopo aver sottolineato che i residui attivi dei bilanci dei parci siano sempre più crediti che i Parchi vantano verso le amministrazioni facenti parte le comunità del parco Santini ha sottolineato che «Solo con una forte e stringente intesa, cioè con una coordinata collaborazione è possibile superare questo problema. I comuni ed i parchi insieme devono programmare lo sviluppo del territorio e delle comunità, sapendo fin da subito che le loro funzioni sono complementari e non sovrapponibili».
Per il Pdl/Forza Italia ci sono due capitoli di priorità: Il primo volto a rilanciare la “mission” dei parchi. In particolare: Maggiore integrazione tra Agricoltura ed Ambiente; Forme permanenti di consultazione popolare, così da affermare nell’opinione pubblica che il parco rappresenta una occasione di sviluppo e non un limite o un ostacolo; Valorizzazione delle zone umide, attraverso un maggior coinvolgimento dei consorzi di bonifica; Un ripensamento della tutela dell’ambiente marino, attraverso un rilancio dell’azione del parco dell’Arcipelago; Una valutazione tecnica, e non ideologica, circa la riperimetrazione dei parchi e delle aree contigue. Il secondo volto a contenere indicazioni sulla organizzazione, in particolare: Superamento dei comitati scientifici locali, con la costituzione di un unico comitato scientifico regionale; Unificazione degli uffici inerenti la promozione, la contabilità e gli acquisti. Le risorse sono scarsissime ed il personale adibito a questo strategico settore idem. Alla luce di questo, crediamo che sia un’occasione per tutti i parchi regionali quella di unire le forze per promuovere un’offerta unica, seppur articolata secondo le differenti caratteristiche. Proponiamo un unico ufficio di promozione dei parchi regionali, consapevoli che la sfida è quella di attrarre turismo qualificato, attraverso una unica strategia di marketing ambientale. Un nuovo piano complessivo ed unitario circa il personale». Santini ha fatto l’esempio del Parco di San Rossonre e Migliarino che gestisce anche l’area protetta della Meloria: «Ebbene, tra tutto il personale del parco c’è solo un biologo marino. Occorre per questo unificare tutto il personale dei parchi e integrarlo secondo le specifiche esigenze di ciascun, così come intensificare la collaborazione tra i parchi. Infine, come ultimo aspetto, crediamo che nelle prossime nomine che il consiglio regionale farà per la composizione del consiglio direttivo, dovranno essere presi in esame non solo i candidati aventi una specifica e qualificata conoscenza delle materie ambientali, ma è indispensabile che all’interno dell’organismo di indirizzo politico dei parchi vi sia almeno un esperto in programmazione del territorio e urbanistica».