La “Mersa 2”, battente bandiera panamense e con equipaggio turco, che si era incagliata alle Cote Piane di Sant’Andrea, nel Comune di Marciana, all’alba del primo giugno, è stata disincagliata ed ha lasciato le coste elbane nel primo pomeriggio del 2 giugno trainata dal rimorchiatore “Tito Neri” che l’ha portata in cantiere a Livorno.
Legambiente ringrazia la Capitaneria di Porto Guardia Costiera di Portoferraio e tutti coloro che hanno partecipato al disincaglio ed evitato ogni problema per il magnifico ambiente marino e costiero delle Cote piane, delle Formiche della Zanca e di Sant'Andrea al comandante della Mersa 2 ed al personale di guardia in plancia al momento del sinistro, che non hanno collaborato con le autorità italiane, sono stati contestati vari reati tra i quali il naufragio colposo e la violazione del Decreto 2 marzo 2012, che impone di navigare ad una distanza non inferiore alle 2 miglia dai perimetri esterni dei parchi nazionali.
Resta il mistero su come questa carretta del mare abbia potuto sbagliare così clamorosamente rotta per andarsi a schiantare sulla costa del Parco nazionale.
Legambiente Arcipelago Toscano sottolinea che «Una carretta dei mari come la Mersa 2, con la bandiera “fantasma” di comodo di Panama ed un equipaggio turco che preoccupato più che del naufragio delle conseguenze economiche per l’armatore, è la dimostrazione del perché accadano così tanti incidenti in mare che mettono in pericolo il nostro ambiente e la nostra economia turistica. Permettere che navighino sotto costa navi di questo tipo, armate per trarre il massimo profitto al minimo costo e con la minima manutenzione, vuol dire avere delle spade di Damocle naviganti. E’ chiaro che c’è bisogno di estendere il sistema Vts per controllare la navigazione delle navi nelle aree più delicate dal punto di vista ambientale, ma è altrettanto chiaro che ad alcune navi deve essere semplicemente impedito l’accesso nelle acque italiane ed europee. Vanno bandite tutte le carrette dei mari, in particolare dopo incidenti come quello di Sant’Andrea nel quale l’armatore ha dimostrato tutta la sua irresponsabile avidità».