Da figlia di imprenditore mi viene naturale prestare un’attenzione particolare alle aziende e alle loro iniziative.
In questo articolo mi rivolgo particolarmente ad alcune di loro, presenti nelle foto di accompagnamento a questo commento: Moby, Toremar, Coop e addirittura Acqua dell’Elba promotrice di uno dei più spettacolari itinerari nel mondo dei profumi e della nostra natura.
Non nascondo di aver fatto tentativi in questo senso anche in altri ambiti, e da varie testate locali. Ho mandato appelli, foto, ma nessuno ha posto rimedio. Ne riparlo adesso non perché siamo in campagna elettorale, ma perché è in atto la più incredibile fioritura che un botanico, o giardiniere di spazi pubblici possa mai sognare di realizzare, men che meno a Portoferraio, dove manca totalmente una sensibilità e una strategia del verde pubblico.
Chi ha notato quello che sta succedendo al porto, dietro i più imponenti cartelloni pubblicitari della nostra storia recente? Una fioritura di metri e metri di una splendida rosa che si chiama Albéric Barbier, color crema dal delizioso profumo di mela.
Non c’è bisogno di essere esperti per apprezzare una fioritura del genere. Mi chiedo allora: se i nostri amministratori non hanno una sensibilità per il verde pubblico, se non ci si rende conto che posizionare cassonetti davanti all’unico spazio verde del porto è un vero peccato, come possono i nostri maggiori imprenditori, come quelli presenti nei mega cartelloni pubblicitari al porto, accettare non solo di posizionarsi in modo da coprire totalmente l’unico spazio che dà respiro al grigiore generale, ma di mettere “i piedi”, cioè i pali dei loro manifesti, cioè affidare la credibilità e la serietà del loro messaggio, in mezzo alla sporcizia e allo squallore?
Ah! Diranno i più, ma chi se ne importa della bella rosellina e delle piante con tutti i guai che ci sono …
In questo momento gli elbani forse sono distratti dalle elezioni, ma i turisti no. Curiosa la concomitanza con un evento di questi giorni a Londra, dove il 20 maggio apre la mostra floro-vivaistica più famosa al mondo, 11 acri in centro città che attraggono in cinque giorni 157.000 visitatori.
Ebbene, tutto conta nella qualità della nostra vita che noi viviamo, una volta sola, e che porgiamo a chi ci sta intorno. Non ci meravigliamo allora, non gridiamo allo scandalo, se poi qualche sciamannato si diverte a vandalizzare i nostri cartelli del Parco o della nuova segnaletica urbana. Come spiegare a tutti il pasticcio? Forse mostrando l’annuncio che campeggia nel sito del “dazzling” Chelsea Flower Show, SOLD OUT: i loro biglietti sono esauriti da mesi, i nostri ancora no.
Cecilia Pacini