17 novembre: nuovo record di ritardo nell'apertura della Piscina Comunale. Nonostante la (dichiarata) buona volontà della nuova amministrazione di Portoferraio, le molte falle di un relitto di epoche lontane (la piscina ha mezzo secolo) hanno, anche quest'anno, impedito di normalizzare una situazione che vive di riparazioni di emergenza. A scapito di chi ha voglia o necessità di praticare il nuoto e di tutte le società che operano nell'impianto, costrette ad iniziare i corsi con due mesi di ritardo rispetto alle altre discipline sportive.
Il problema sembra dovuto a complicazioni nelle opere di manutenzione; non voglio entrare nell'ambito "tecnico" delle procedure, degli appalti dei lavori e delle scadenze (c'è già chi lo sta facendo con incisività) . Mi limito a ribadire l'evidente impossibilità di programmare e gestire l'attività di una piscina obsoleta nella parte statica, impiantistica e nei servizi.
Una struttura nata male (la scelta infelice ed incomprensibile dei 20 metri) in un epoca in cui il nuoto era probabilmente considerato uno sport elitario e l'affluenza all'impianto era ridotta a pochi appassionati.
Da allora sono passate parecchie decine di anni ed ormai la piscina è un punto di riferimento irrinunciabile (e sovraffollato) per la comunità elbana; gli utenti si sono moltiplicati, così come l'offerta (dalle scuole nuoto alla riabilitazione post traumatica, dal nuoto per portatori di disabilità ai corsi professionali per Assistenti Bagnanti, dall'aquagym alla preparazione agonistica ed alle scuole di sub ed apnea), ma la vecchia vasca, gli spogliatoi, gli impianti igienici e sanitari sono gli stessi di sempre.
Ogni anno si spendono soldi pubblici per "mettere le toppe" agli inevitabili cedimenti, con il risultato di allungare di qualche mese l'agibilità della struttura e rimandare al prossimo danno la chiusura forzata. Costruire una nuova piscina è ormai indispensabile; la scelta è tra cominciare subito l'iter di progettazione o aspettare che l'impianto collassi definitivamente e poi, comunque, procedere. Tra le due ipotesi c'è una piccola(!) differenza: nella seconda si dovrebbe lasciare l'isola senza servizio per un paio d'anni. Proviamo a fare lo stesso ragionamento con il calcio e poi immaginiamo le conseguenze.
Il Circolo Teseo Tesei ha da molti anni (gli storici risalgono almeno all'era di una antica amministrazione Fratini) proposto ai sindaci del paese i progetti che il CONI ci mette a disposizione a titolo gratuito, ma, evidentemente, la questione non è stata considerata prioritaria. Non all'Elba, perché basta attraversare il canale per vedere come, anche al di fuori dei grandi centri abitati, siano stati realizzati impianti regolamentari e moderni al servizio di comunità certamente non più ricche della nostra, ma forse più considerate. Lo sport è educazione all'impegno ed al rispetto, è presidio sociale, è salute, ma in piscina, a differenza di altri ambienti, non si pratica solo questo: l'educazione al nuoto dei bambini in tenera età e la formazione degli Assistenti Bagnanti sono un fondamentale contributo alla sicurezza della balneazione (il che, in un'isola, non è cosa da poco). Oppure provate solo ad immaginare la sensazione di libertà e leggerezza e gli enormi benefici che l'attività in acqua regala ad una persona portatrice di gravi deficit motori...
Andrea Tozzi, Fiduciario F.I.N. Isola d'Elba