La Nazionale di triathlon Cross finisce in carcere.
Succede di tutto in un training camp all'Elba, quando un semplice soggiorno sportivo si trasforma in un'avventura memorabile. La nazionale di Triathlon Cross ne è l'esempio.
All'Elba per iniziare al meglio l'anno sportivo 2022, in vista del campionato italiano che si disputerà nei mari e nelle montagne elbane il prossimo 30 Aprile, gli atleti sono stati coinvolti dalle mille risorse che la terza isola italiana offre.
Ieri (venerdì 7 dicembre) sono stati impegnati nella visita al carcere di Porto Azzurro all'interno del forte spagnolo San Giacomo del XVII secolo.
Il Direttore della Casa di Reclusione, Francesco D'Anselmo, ha creato diverse attività nelle quali vengono coinvolti i carcerati trasformando di fatto il carcere in un’azienda.
Progetti ambiziosi e di successo come l'atelier di accessori di Moda di Simona Giovannetti creatrice del marchio elbano 100% Dampai o la falegnameria dove lavorano una decina di detenuti prendendo commesse da hotel e strutture esterne o l'Agricola, un orto di diversi ettari che produce verdure, frutta e ortaggi 12 mesi all'anno.
In una bella giornata di sole, al termine di uno degli allenamenti mattutini in programma, il gruppo dei triatleti ha saputo portare ‘al di là del muro’ la propria esperienza, fatta di duro lavoro fisico e mentale, rinunce, dedizione, capacità di rialzarsi ma anche di successi e vittorie.
Un’occasione per gli atleti di raccontarsi e raccontare ad un pubblico diverso dal solito cosa è la disciplina del triathlon. Un momento di scambio in cui sono stati messi in evidenza dal direttore D’Anselmo - accompagnato nella visita dalla Comandante di P.P. Giulia Perrini - quanto siano fondamentali in un’ottica di riabilitazione alla vita, gli esempi dei traguardi ottenuti dagli sportivi.