Che ricordo potranno avere di noi i nostri pronipoti? Come vedranno le generazioni che li hanno preceduti e che probabilmente li avranno privati dell’eredità più grande, la Terra, la Natura, l’ambiente in cui hanno vissuto prima di noi migliaia di generazioni? Per darne un’idea ai ragazzi di oggi (ma anche ai loro genitori e nonni, perché il romanzo è adatto a tutti) Jostein Gaarder, l’autore norvegese de Il mondo di Sofia, ha scritto un libro che combina i generi di romanzo di formazione, divulgazione scientifica, fantascienza, favola moderna. Il titolo originale dell’edizione norvegese è Anna, quello con cui è stato pubblicato in italiano da Longanesi è il poco originale Il mondo di Anna (un po’ come se dopo il successo di Il nome della rosa l’editore di Umberto Eco avesse scelto di intitolare i libri successivi Il nome del pendolo, Il nome dell’isola e così via).
Che aspetto avrà il mondo che lasciamo?
La protagonista è una ragazza che alla vigilia del suo sedicesimo compleanno, un significativo 12 dicembre 2012, riceve in dono un anello della sua bisnonna e a sua volta, in una serie di sogni concatenati, immagina di essere la propria pronipote, Nova, 70 anni dopo. Sullo schermo del suo computer Nova risale a una lettera della bisnonna Anna, che comincia così: “Cara Nova, non so che aspetto avrà il mondo quando leggerai questa lettera. Ma tu sì….”
Eccolo, lo spunto narrativo: l’esigenza delle generazioni dei nostri giorni di dare ragione a quelle successive dei danni irreparabili causati alla Terra, della perdita di migliaia di piante e di specie animali, dello scioglimento dei ghiacciai, della siccità, la fame, dei milioni di “rifugiati ambientali”.
Anna vuole capire il mondo in cui vive e cataloga ritagli di giornale e brani da internet organizzandoli in due scatole corrispondenti a due domande essenziali: Cos’è il mondo? e Cosa fare? Nei “ritagli” ci sono riflessioni che dovrebbero riguardare tutti: Anna, i lettori e tutti noi. Un esempio: “La base di ogni etica è la regola d’oro, detta anche regola della reciprocità: fai agli altri quel che vorresti fosse fatto a te. Ma non è più sufficiente che questa regola abbia una dimensione orizzontale, vale a dire che valga solo tra “noi” e “gli altri”. E’ ora di renderci conto che la regola d’oro ha anche una dimensione verticale: fai alla prossima generazione quel vorresti che la generazione precedente avesse fatto a te.”
Un futuro dai colori del passato
Quello che Gaarder, con il suo linguaggio limpido, aveva fatto nel presentare i cardini della filosofia ne Il mondo di Sofia, ripropone oggi per le questioni dell’ambiente, del surriscaldamento della terra, della difesa della biodiversità. Scopriamo così, attraverso l’impegno di Anna e del suo ragazzo Jonas (l’amore è un altro motore essenziale dei romanzi di Gaarder) che un volo di andata e ritorno tra Oslo e New York influisce sul clima come cinquantamila auto private al giorno o che quello che avvenne con i bisonti negli Usa nell’800, avvenne con gli orsi in Norvegia, con l’abbattimento di oltre cinquemila orsi in quarant’anni.
Il futuro che Gaarder prospetta alle nuove generazioni è quello in cui si tornerà forzatamente al passato. “Il mio trisavolo – dice un ragazzo arabo del 2082 – si spostava in dromedario. Il mio bisnonno guidava una Mercedes e mio nonno girava il mondo a bordo di un jumbo. Ed eccoci tornati ai dromedari.”
Per spiegare ai giovani lettori (e a noi) la situazione in cui ci troviamo con il riscaldamento globale Gaarder usa la parabola della rana: “se viene immersa nell’acqua bollente salterà immediatamente fuori per salvarsi la pelle. Ma se la rana viene immersa in una pentola d’acqua fredda che viene scaldata lentamente, non percepirà il pericolo e finirà lessata.” Ne parlò, colpendo il pubblico, al Festivaletteratura di Mantova del 2006, quando ebbi l’occasione di intervistarlo (v. la pagina di Incontri Rainews), e ora trova spazio in questo libro.
Un altro futuro è possibile
Anna e Jonas però, esemplari di coscienza civile, etica e sociale delle nuove generazioni, non stanno a guardare, perché non possono davvero lasciare un mondo così arido e rovinato a chi verrà dopo di loro. Loro, come i ragazzi che leggeranno questo libro, e gli adulti che farebbero bene a leggerlo con loro, sentono di avere un compito di azione, di creatività, di costruzione di una rete di iniziative capaci di salvare e salvaguardare tutto ciò che è ancora possibile.
L’anello col rubino di età e valore inestimabile che Anna eredita dalla bisnonna e che sogna al dito della pronipote è il simbolo del passaggio di consegne tra generazioni che abbiamo il compito e la responsabilità di non interrompere.
Jostein Gaarder, Il mondo di Anna, trad. Lucia Barni, Longanesi, pp. 202, euro14,90
Luciano Minerva da http://www.elbadipaul.it/