Pubblichiamo un intervento di Giovanni Feo (anche a nome dell’Associazione “Tages” di Pitigliano) sullo ‘spettacolare’ ipogeo etrusco di Marciana. Feo è un noto etruscologo e scrittore, che si è occupato per oltre 30 anni, prevalentemente, di geografia sacra degli Etruschi. Fra i suoi numerosi libri si ricordano “La città del tufo nella valle del Fiora”, 1995; “Miti, segni e simboli etruschi”, 2003; “Pittura segreta etrusca”, 2005; “Giganti Etruschi”, 2008; “La religione degli Etruschi”, 2011; “La terra e il cielo degli Etruschi”, 2013; “Il tempio perduto degli Etruschi”, 2014.
In una recente comunicazione, pervenutaci dall’Associazione “Ilva-Isola d’Elba (Presidente Prof. Arch. Giuseppe Centauro), veniamo a conoscenza di un ennesimo caso di grave svalutazione del nostro patrimonio storico-archeologico che, soprattutto, è patrimonio collettivo di memoria e identità culturale: il monumento ipogeo etrusco di Marciana, uno dei più importanti e spettacolari, è oggi al centro di un “progetto” che ne snatura l’identità antica e originaria, riducendo il monumento stesso a opera del tardo XVI secolo, privandolo in tal modo dell’enorme interesse che ad esso competerebbe. Nel 1978 (si veda il volume “Gli Etruschi all’isola d’Elba” dell’archeologo Michelangelo Zecchini) iniziò la necessaria opera di ricostituzione del prestigioso passato etrusco e pre-etrusco elbano, fondato massimamente sul mitico, quanto storicamente attestato, “gemellaggio” tra l’isola ‘tirrenica’ di Lemno (centro metallurgico del Mediterraneo antico e patria del culto cabirico di Efesto e Cibele) e l’antica AITHALE, nome greco che l’Elba, appunto, condivideva con l’egea Lemno. Occorre non abbandonare la strada tracciata da quelle ricerche.
Continua, purtroppo, quell’opera di svilente riduzionismo storico che, nel nostro paese, è pratica nota e consolidata; eppure, come è ormai luogo comune, con quelle” pietre”, se tutelate e valorizzate, “ci si potrebbe vivere tutti, e bene”. La storia dell’Elba ci riconnette alle prime origini della civiltà Italica, rimuoverla equivale a mortificare la grande ricchezza della nostra terra.
Giovanni Feo