Vedere nuovamente chiusi i cancelli di un simile sito archeologico, interdetto l’accesso alla comunità elbana e agli ospiti italiani e stranieri di un luogo meraviglioso, per paesaggio e storia, è davvero uno spettacolo desolante. Chi ama quest’isola, la sua natura generosa ma anche i resti di un passato importante, che ancora ci parla, se siamo in grado d’ascoltarlo, non può che rammaricarsene.
In primavera ci eravamo rallegrati del taglio dell’erba e della pulizia che veniva finalmente fatta dopo anni di degrado; avevamo accolto con sollievo la notizia che tre giovani e brave archeologhe, allieve di un professore universitario che ha sempre coltivato le sue radici elbane, Franco Cambi, si trasferissero all’Elba per assumerne la gestione; abbiamo condiviso con loro la gioia della rinascita del sito, che nell’appena trascorsa stagione estiva ha annoverato la bellezza di 4500 visitatori; ci preparavamo, come docenti, a portarci le nostre classi per mostrare ai ragazzi che la storia non si impara solo dai libri ma si respira visitando le antiche rovine, guidati dalle competenze e dalla simpatia di Laura e delle due Luise o venendo a conoscenza che i proprietari appartenevano alla nobile ed antica famiglia dei Valerii, vicina all’entourage augusteo, o che il poeta latino Ovidio vi soggiornò prima di partire per l’amaro esilio sul Mar Nero. E che si impara anche ammirando la bellezza del promontorio scelto, sospeso tra cielo e mare, la tecnica di costruzione muraria, con una malta resistentissima, le condutture che portavano l’acqua dalle cisterne poco distanti; o immaginando la rada solcata da navi romane e fantasticando sulla consorella di fronte, la Villa Romana della Linguella; per restare infine senza fiato per lo stupore davanti al pannello che ricostruisce nei particolari la Villa com’era: con i suoi archi, che ai naviganti apparivano grotte, con le sue scalinate, la piscina, i giochi d’acqua, i superbi giardini.
Ecco, tutto questo da martedì 30 settembre ci verrà tolto, i cancelli saranno chiusi, l’erba ricoprirà di nuovo ettari di terreno e noi saremo più poveri di cultura, di opportunità didattiche, di orgoglio del territorio, non sapendo neppure cosa rispondere ai turisti o alle scolaresche che nei prossimi mesi verranno a visitarci: ricordiamo che alcune scuole scelgono l’inizio dell’anno scolastico per le gite e che fino a febbraio siamo nel bicentenario napoleonico. Insomma, un’umiliazione per l’Elba, che, per la sua bellezza e il suo passato, si meriterebbe ben altro.
MGC (foto di Renzo Paoli)