L'isola della lettura di questa settimana ha una firma diversa. E' quella del mio amico fraterno Stefano Lamorgese, giornalista di Rainews24, autore televisivo e docente all'Università di Ferrara e alla Fondazione Lelio Basso, ma soprattutto, per me, coideatore e co-realizzatore del sito elbadipaul. Sapendo che tra le sue passioni c'è quella per i libri di esplorazione ho chiesto a lui di recensire per elbadipaul ed Elbareport questa riedizione di un classico dei libri di viaggio. (Luciano Minerva)
Un ardente desiderio di viaggiare
«Fin dalla mia prima giovinezza ho provato un ardente desiderio di viaggiare in terre lontane e inesplorate» (A. von Humboldt)
"Voyage aux régions équinoxiales du nouveau continent", ovvero: viaggio nei tropici americani, tra l'Amazzonia e i Caraibi. È la celebre opera del geografo, esploratore, naturalista tedesco Alexander Von Humboldt, che l'editore Quodlibet - insieme alla Humboldt di Milano, specializzata in letteratura di viaggio - ha pubblicato in una ricca antologia, corredata dalle illustrazioni originali di Stefano Arienti (ma purtroppo priva di una cartografia significativa).
Si tratta del viaggio che il nobile prussiano compì con il naturalista francese Aimé Bonpland tra il 5 Giugno 1799 e il 3 Agosto 1804: cinque anni di esplorazioni, scoperte, esperimenti e osservazioni che cambiarono definitivamente lo sguardo dei geografi e dei naturalisti, sempre in cerca di avventure e di basi certe per lo sviluppo delle loro conoscenze.
Che tempi!
1799-1804: gli anni dell'ascesa di Napoleone, delle repubbliche di Napoli e Roma. Anni in cui nascono Balzac, Puškin e Hugo, un papa viene eletto a Venezia, Herschel scopre i raggi infrarossi, muore l'ultimo doge, tra Wandsworth e Croydon (poco a Sud di Londra) viene inaugurata la prima linea ferroviaria (a trazione animale), Alessandro Volta comincia a produrre in serie la sua pila, muore Kant e dalle ceneri del dominio francese su Saint-Domingue nasce Haiti...
Ecco: in quei turbinosi e fervidi anni che davano vita all'Europa moderna, Humboldt e Bonpland - salpati da La Coruña a bordo della nave "Pizarro" - esplorano la foresta amazzonica, discendendo il bacino dell'Orinoco; recano con sé i più moderni strumenti di misurazione: sestanti, quadranti, telescopi; e poi cronometri, teodoliti, inclinometri; e ancora: cianometri, igrometri, barometri e termometri. Vogliono misurare il mondo: testare e valutare l'aria, la terra e l'acqua dell'intero globo terracqueo: sostano alle Canarie, affascinati dal vulcano; in Ecuador scalano il monte Chimborazo (fermandosi a 5600 metri, un record, per quei tempi); esplorano Cuba; studiano le coltivazioni di canna da zucchero; osservano una pioggia di meteore, le Leonidi; comprendono l'utilità fertilizzante del guano; studiano il calendario azteco; si spingono infine in Nord America per incontrare il neo presidente statunitense Thomas Jefferson.
La scienza innanzi tutto, ma non solo quella
Fu un viaggio straordinario, motivato da sinceri interessi scientifici e non "macchiato" dai consueti intenti coloniali. Humboldt e Bonpland percorsero 9650 km. a piedi, a cavallo o in canoa, attraverso gli attuali Venezuela, Colombia, Ecuador, Perù, Cuba e Messico.
"Scoprirono" più di seimila specie vegetali fino ad allora ignote, gettando le basi della moderna geografia vegetale; Humboldt, interessato prevalentemente alla geologia dei vulcani e alla genesi delle rocce, descrisse anche la corrente oceanica fredda che rende pescosissime le acque cilene e che oggi è nota con il suo nome. Esplorò, con talento di antropologo, la società dei Caraibi e del Messico; capì l'inumanità della schiavitù e ne promosse (invano) il superamento.
Di tutto questo - tra piante esotiche e paesaggi che tolgono il fiato, tra vulcani ruggenti e fiumi minacciosi - tratta il "Viaggio alle regioni equinoziali del nuovo continente", la storia narrata dall'esploratore berlinese, nato da nobilissima schiatta, cresciuto nella disciplina prussiana, ma dedito all'amore per la scienza e per la natura, alla descrizione del mondo - il nostro - che anche grazie a lui e alle sue attentissime osservazioni cominciò a somigliare a quello che tuttora incontriamo nei manuali scientifici, oggi.
Alexander von Humboldt
"Viaggio alle regioni equinoziali del nuovo continente"
Antologia a cura di Franco Farinelli- Illustrazioni di Stefano Arienti
Ed. Quodlibet/Humboldt - 2014
Stefano Lamorgese http://www.elbadipaul.it/