GRANDUCATO DI TOSCANA ASBURGO LORENA (1737-1801/1814-1860)
Dopo avere preso provvedimenti riguardanti la qualità della vita dentro le carceri, il Granducato di Toscana passò a mettere in atto importanti lavori pubblici riguardanti l’edilizia carceraria.
E’ quanto si apprende da una circolare scritta ed inviata dall’Uffizio Fossi di Pisa nel dicembre del 1818 al Cancelliere Comunitativo dell’Elba.
Si tratta di riparazioni alle carceri già esistenti e della creazioni di nuove al palazzo della Biscotteria a Portoferraio.
“Circolare 1424.
Ecc.mo Signore
Non convenendo procrastinare ulteriormente le riparazioni necessarie a codeste Carceri per attendere dall’Architetto Sig. Benini il dettaglio preciso degli altri lavori indicati nella sua Relazione de 7 Febbraio decorso e che rimangono per ora in sospeso,approvo che l’esecuzione delle medesime venga data in Accollo
salva la Sanzione di questo Dipartimento al minore e migliore offerente ai Pubblici Incanti sulla somma di lire 9984.9.10 a cui si fa ascendere il loro costo con l’ultimo dettaglio potuto ottenere dal Sig. Benini medesimo e che differisce dalle Somme da esso prognosticate in quelle del febbraio e luglio decorso.
Ritornandole quindi tutte le piante e stime comunicatemi le respingo ora il quaderno d’oneri e condizioni a cui deve farsi l’aggiudicazione e che ho dovuto in alcune parti variare essendomi sembrato irricevibile e capace di allontanare ogni giudizio ( ) al condizione appostavi d’eseguire senza alcuna indennità, purchè
isolatamente non passasse la spesa di lire cinquanta….
Ugualmente insolita e gravosa doveva necessariamente sembrarmi l’altra condizione per cui l’Architetto assistente si assegnava la retribuzione del tre per cento sul prezzo dell’aggiudicazione ed essendo però anche questa da me stata soppressa la Magistratura potrà incaricare di tale assistenza il mio Perito commerciale o volendo ancora altro soggetto capace a cui l’autorizzo a promettere a lavoro ultimato una discreta recognizione.
Desidero pure che la Magistratura concerti con S.E. codesto Sig. Governatore la nomina di due Deputati onesti che in unione al detto Perito invigilino ed assistano alla buona esecuzione dei Lavori medesimi.
Dovendo procedere agli incanti è indispensabile onde non incorrere in pregiudizi che la Perizia sia riportata in Carta bollata e registrata e nel modo di ciò fare Ella potrà concertarsi con codesto Ministro Esattore del Registro.
Inoltre avendo osservato che nel dettaglio presentato dal Sig. Benini vi sono rapporto ed osservazione di lavori e qualità di materiale alcune condizioni non riportate nell’ultimo,o converrà che ambedue siamo riportate nel Contratto o che Ella onde non dar luogo a contestazioni si compiaccia aggiungere a tutto ciò che è nell’altro e che il Sig. Benini ha omesso. Nell’atto poi di rendermi conto del resultato degli Incanti Ella si compiacerà di rimettermi la minuta del Contratto da stipularsi per mezzo di Notaro perché la Comunità possa prendere le sue prescrizioni su i Beni del Cottimante e suo Mallevadore e le raccomando d’usare la massima precisione nei termini e condizioni da inserirsi nel Contratto medesimo onde non abbiano in alcun tempo ad insorgere difficoltà sull’intelligenza delle medesime che impegnino la Comunità in questioni.
La prego ugualmente a procurare che tutto si faccia con la massima sollecitudine e regolarità e che non manchi un buon Cottimante per evitare il caso che i lavori debbano farsi a nota e per conto della Comunità.Ed in attenzione di suoi ulteriori riscontri passo a segnarmi con la solita distinta stima.
Di VS Ecc.ma
Pisa dall’I. e R. Uffizio dei Fossi
Lì 2 Dicembre 1818
Dev.mo Serv.re
G. Mecherini”
(Corrispondenza con Uffizio Fossi di Pisa dal 1815 al 1817.C65.Carta 465.468.ASCP)
Allegata alla presente circolare è un contratto che lo stesso Mecherini invia alla Magistratura Comunitativa di Portoferraio.
Il titolo di tale contratto è “Condizioni ed Oneri che dovranno osservarsi dall’Aggiudicatario dei lavori delle nuove carceri e miglioramento delle attuali nel Fabbricato della Biscotteria in questa città di Portoferraio”.
E’ costituito da quattordici articoli.
Questo carteggio tra Cancelliere Comunitativo dell’Elba e Provveditore Soprassindaco dell’Uffizio Fossi di Pisa è interessante perché evidenzia bene come i lavori pubblici di qualsiasi natura per essere eseguiti dalla Magistratura Comunitativa dovevano avere l’assenso superiore dell’Uffizio Fossi di Pisa.
E’ inoltre interessante perché evidenzia un modo di procedere assai frequente della pubblica amministrazione granducale nell’esecuzione di lavori pubblici.
In questo caso i lavori vengono dati in accollo mediante pubblico incanto al minore e miglior offerente sulla somma stimata per l’esecuzione dei lavori,somma stimata da un perito nominato dalla Magistratura, in questo caso l’architetto Benini.
Avvenuto il pubblico incanto, l’aggiudicazione dei lavori e prescelto l’Accollatario Cottimante, questi doveva stipulare con la Magistratura le condizioni del contratto: nella stipula di questo contratto l’Accollatario Cottimante doveva indicare un Mallevadore da lui scelto ma che doveva essere accettato dalla Magistratura Comunitativa.
Il lavoro è eseguito a ‘cottimo’: la retribuzione del lavoro è riferita alla quantità di prodotto lavorato.
Ciò vale a dire che più si produce più si viene retribuiti.
Questo tipo di lavoro è infatti direttamente controllato dalla Magistratura Comunitativa che disponeva “deputati”,persone di sua fiducia in genere facenti parte della stessa Magistratura, che durante l’esecuzione dei lavori controllavano il lavoro e nella sua quantità e nella sua qualità.
Anche queste condizioni stipulate dalla Magistratura Comunitativa dovevano avere l’assenso superiore dell’Uffizio dei Fossi di Pisa.
In questo caso il “quaderno d’oneri e condizioni” viene respinto dall’Uffizio Fossi di Pisa.
Marcello Camici
ASCP. Archivio storico comune Portoferraio