Alberto Manguel, scrittore giramondo, che ora vive in Francia, ha passato una vita tra i libri, fin da quando, sedicenne, ebbe una proposta che gli determinò la direzione di una vita: Jorge Luis Borges gli chiese di andare a casa sua a leggergli libri, che data la cecità non poteva leggere da sé. E Manguel lesse libri a Borges per quattro anni. Scriverò presto di lui, perché lo meritano lui come persona e i libri che ha scritto. Ma se parto da lui oggi è perché sostiene che “dopo i sessant’anni è più bello rileggere i libri che si sono amati che leggerne di nuovi”.
Vero, verissimo, tanto che, a causa o grazie alla mia età avanzata, ho riletto in questi giorni un libro che tanto mi aveva colpito trent’anni fa e che mi piace condividere con i miei quattro (affezionati) lettori. Il libro è Momo, di Michael Ende, che in questa rubrica ho già citato per introdurre il tema dell’ascolto.
Un libro da rileggere oggi
Ne scrivo perché consiglio a chi lo conosce già di rileggerlo di questi tempi, e a chi ancora non lo conosce, di non perderlo. Chi ha figli piccoli o grandicelli non si pentirà di leggerlo a loro e con loro, per chi non li ha sarà l’occasione per leggere il testo di una favola contemporanea di altissimo livello, scritta in modo semplice e comprensibile a tutti, dentro cui si possono cogliere più livelli e chiavi di lettura.
Sono tornato su questo libro in vista dell’apertura, dalle mie parti, di una Banca del Tempo, una di quelle iniziative solidali basate sulla disponibilità a scambiare, gratuitamente, le diverse competenze che ciascuno ha, avendo come misura di scambio il tempo: c’è chi fa lezioni d’inglese, chi la baby-sitter, chi l’idraulico, chi il giardiniere, e così via. Ogni ora che impiego per gli altri mi verrà restituita in disponibilità degli altri per me. Si crea così una rete alternativa a quella del denaro, capace di ritessere una traccia di comunità, di relazioni, di amicizie.
E qui siamo già al centro del tema di Momo, che, letto oggi, ha un incredibile senso profetico, una capacità di anticipare temi che sono diventati centrali: l’uso del tempo, la “decrescita felice”, l’economia solidale.
Michael Ende, noto a tutti come l’autore de La storia infinita, aveva già immaginato infatti una Banca del Tempo, ma in una situazione completamente rovesciata rispetto al fenomeno mondiale partito dagli anni ’80 in Inghilterra. La sua è una Cassa di Risparmio del Tempo che si propone il compito di calcolare in ore, minuti e secondi il tempo sprecato dalle persone in attività diverse dalla produzione, per mettere a profitto tutto il tempo libero. I suoi Signori Grigi, che si aggirano invisibili per la città con le loro cartelle grigio-piombo e si materializzano per cambiare le abitudini delle persone perché rendono “produttivo” tutto il loro tempo, offrono l’immagine metaforica dell’invisibilità del potere economico, della trasformazione dell’uso del tempo e delle abitudini di vita che impongono a tutti, in tutto il mondo, sottratte a qualsiasi controllo democratico.
La lotta contro i ladri del Tempo
La protagonista del romanzo, Momo, è una bambina di un’età tra gli otto e i dieci anni che arriva come dal nulla ad abitare le rovine di un anfiteatro alla periferia della Città. La sua qualità assoluta è la capacità di ascoltare. La descrizione di questa sua capacità è uno dei brani più belli in assoluto sull’ascolto (“sapevano ascoltare così bene che i disorientati o gli indecisi capivano all’improvviso quello che volevano. Oppure i pavidi si sentivano, a un tratto, liberi e pieni di coraggio. Gli infelici e i depressi diventavano fiduciosi e allegri”, e così via). L’anfiteatro comincia a diventare un luogo dove la gente semplice (come Beppe Spazzino, Gigi Cicerone o il barbiere signor Fusi) si ritrova, intorno a Momo ad ascoltare storie, a conoscersi e ad appianare liti.
Momo è l’ostacolo maggiore per i Signori Grigi, che “avevano piani precisi circa il tempo degli uomini, piani a lunghissima, secolare scadenza, e minuziosamente preparati” e che, stabilitisi “nella città senza dare nell’occhio, avanzavano ogni giorno più a fondo e prendevano possesso degli uomini”, con slogan come “migliora la tua vita…risparmia il tempo” o “il tempo è denaro – risparmialo”, presenti sui cartelli delle fabbriche, degli uffici, degli studi medi, di tutti i luoghi pubblici.
Chi cerca di opporsi, guidati da Momo, all’avanzata dei Signori Grigi sono i bambini, sempre più trascurati dai genitori. La loro manifestazione non ha successo, ma i Signori Grigi si propongono di eliminare la bambina.
La fuga di Momo arriva, grazie alla guida della tartaruga Cassiopea, dal vecchissimo Mastro Hora, che, dalla Casa di Nessun Luogo, governa il Tempo degli uomini.
E insieme, lei, Cassiopea e Mastro Hora mettono a punto un piano per sconfiggere i Signori Grigi e ridare il tempo agli uomini.
Lascio alla lettura o alla rilettura di grandi e piccoli il piacere di scoprire le diverse fasi della battaglia tra Momo e Signori Grigi, fino allo scontro finale, e tutto un testo che offre, in molti passaggi, oltre a una narrazione fluida e intrigante, molti spunti per riflessioni sul dove sta andando la nostra società e, in questo, il nostro tempo individuale e sociale.
“Come voi avete occhi per vedere la luce e orecchi per sentire i suoni – dice ad esempio Mastro Hora a Momo, – così avete un cuore per percepire il tempo. E tutto il tempo che il cuore non percepisce è perduto, come i colori dell’arcobaleno o il canto dell’usignolo per un sordo.”
C’è chi possa dire che il tema non riguardi noi tutti? Come genitore, ritrovando con emozione le sottolineature che mia figlia Francesca fece sul libro quando aveva dieci anni, ci ho riconosciuto le basi ideali e i valori sottesi al percorso che segue ancor oggi, lavorando, in America Ltina, nel settore dell’economia equa e solidale.
E’ davvero il caso, credo, di continuare, o riprendere, a far circolare questo libro, che insieme a La storia infinita, può considerarsi un classico come Pinocchio o Alice nel paese delle meraviglie.
Michael Ende, Momo, traduzione Daria Angeleri, è nelle due edizioni di Longanesi (1984, pp. 17,50 e SEI (2011, 254 pp. euro 12,50).
Luciano Minerva http://www.elbadipaul.it/