Caro Pietro
Mi consentirai il tono familiare, ma mi faccio irriverente forte di tutto il tempo che ho passato con te, nel senso delle ore trascorse a leggere tuoi scritti (qualcuno pure autografo) a spulciare tra le migliaia di pagine che altri ti hanno dedicato, ed a scriverne pure io alcune (meno importanti) sulla tua vita e sulle memorie che hai lasciato, e che ho raccolto tra la mie più antiche genti.
Oggi sarebbe il 1° Maggio una data per te così fatidica che l'hai definita con un po' d'enfasi "dolce pasqua dei lavoratori" , e sarebbe pure il 1° Maggio di un anno un po' speciale, quello in cui ricorrerà il 150° anniversario della tua nascita.
Ma accadrà in pieno agosto quando (si spera) tintinnino i registratori di cassa e quando tutte le luci del baraccone-Elba saranno accese e sfavillanti, per questo ci sarebbe stato da aspettarsi che la comunità elbana ricordasse una degli uomini più importanti, se non il più importante, che ha contribuito a dare al mondo, nel "suo" Primo Maggio.
Certo Pietro il tuo ricordo di "anarchico pericoloso e gentile" mica poteva competere con quello del dittatore che insanguinò la storia d'Europa, e gli anni trascorsi su quest'Isola quando ti affacciavi alla vita e quando di avvicinavi a congedartene, non potevano, come occasione di richiamo mediatico, paragonarsi agli undici mesi di dorata ed adorata pseudo-prigionia di "quel securo fulmine" di cui si sono appena celebrati i due secoli trascorsi.
Il tuo Pietro sarebbe stato un anniversario certo in tono minore, c'era da aspettarselo, quello che non ci aspettavamo era che trascorresse nell'oblio istituzionale.
Vedi Pietro, qualche mese fa, preoccupati dal non vedere muoversi su questo fronte niente o quasi (solo il comune di Campo della tua Sant'Ilario aveva accennato a far qualcosa), con Daniela Soria, abbiamo provato - ovviamente come al solito gratis - a stendere un progettino (articolato ma austero), che avrebbe consentito - ingenuamente pensavano - di riservarti l'omaggio che ti sarebbe stato dovuto nell'occasione, investendo quattro lire, senza necessità di aumentare la Tassa di Sbarco, e segnalando alcune potenzialità, sia nel senso di energie umane che in ricco ed "inedito" materiale documentativo, che potevano attivarsi/essere utilizzate.
Abbiamo inviato il tutto, Daniela ed io, ad alcuni sindaci dell'Elba (quelli dei comuni più segnati dal tuo passaggio) qualche mese fa, ma quel lavoro si è perso nel vento, chissà, forse le mail si sono smarrite nelle arterie informatiche pulsanti, forse ci siamo spiegati male, forse non ci hanno capiti, fatto sta che una coltre di polveroso silenzio si è sparsa sulle nostre ingenue, volontaristiche, buone intenzioni.
Quindi caro Pietro sono qui a chiederti scusa (non autorizzato) da parte di questa terra che è stata una delle tue tante patrie (ma che più di tutte si mostra ingrata), se il Primo Maggio del tuo 150° sarà poco più della festa della fava e del fiasco di vino.
Canticchieremo Vieni o Maggio al massimo tra amici, e sottovoce, per non disturbare, in attesa di tempi migliori, e di uomini e donne di governo più sensibili, più attenti più colti.
Ti consoli sapere che degli attuali distratti in tutt'altre faccende affaccendati, tra anni ed anni quando ancora si studieranno il tuo pensare, i tuoi sogni e le tue utopie, nessuno si ricorderà
Buon Primo Maggio Pietro e scusa ancora