Ci troviamo a scrivere questo comunicato nostro malgrado. Per lungo tempo, anzi lunghissimo abbiamo taciuto nella speranza che il museo dedicato a Franco Franchini prima o poi prendesse forma e vita. Abbiamo creduto fermamente che avrebbe potuto essere una delle tante opportunità di rilancio del paese almeno dal punto di vista culturale ma purtroppo così non è stato.
La precedente amministrazione guidata da Alessi in cinque anni non ha trovato il tempo, lo spazio, il modo per creare il museo Franco Franchini. L’inaugurazione della collezione è avvenuta il nove maggio 2014 solo grazie alla straordinaria dedizione e tenacia del maestro Vinciguerra e di Claudia Cei nonché della provincia di Livorno.
L’attuale amministrazione ,allo stesso modo della precedente, non ha trovato il modo, una volta inaugurato, di aprire gli spazi dedicati al museo nei fine settimana, in occasione delle festività o nella stagione estiva. Qualora l’apertura avesse comportato costi proibitivi, tanto da renderla impossibile, crediamo che almeno si sarebbe potuto evitare che i locali versassero nell’abbandono completo. All’interno non c’è un apparecchio per deumidificare l’aria, i locali sono in uno stato di sporcizia totale, il vetro di una delle entrate è addirittura rotto. Tutto questo è inaccettabile nei confronti della figura di Franco Franchini che tanto ha creduto e si è speso per il paese di Rio nell’Elba.
E’ un atteggiamento ingeneroso nei confronti degli artisti che hanno donato le loro opere al museo e di tutte le persone che si sono spese perché questo progetto prendesse vita. In questo spirito ci scusiamo personalmente con il maestro Vinciguerra e Claudia Cei ideatori del museo. Ci scusiamo con tutti gli artisti che hanno donato le loro opere al museo Franco Franchini che ci sembra doveroso nominare singolarmente: Francesco Baronti, Giovanni Cabras, Ciboideale, Claudia Cei, Renato Lacquaniti, Renzo Manteri, Gabriele Masini, Fabio Peloso, Mauro Rossetti, Bruno Secchi, Renato Spagnoli, Bruno Sullo, Antonio Vinciguerra, Massimo Zannoni. Ci scusiamo con la provincia di Livorno nelle persona dell’allora presidente Giorgio Kutufa’, con la giunta e il consiglio provinciale tutti per l’inqualificabile comportamento tenuto dalla precedente amministrazione comunale e da quella attuale. Ci scusiamo con tutti coloro che hanno creduto nella realizzazione di questa collezione tra cui ci preme ricordare e ringraziare Luigi Paoli da sempre in prima fila nel seguire tutte le fasi dell’apertura del museo e Catalina Schezzini che aveva tutta un’altra idea di come avrebbe dovuto nascere e crescere questo progetto e di cui non abbiamo seguito i consigli nella fretta di far vedere la luce a questo piccolo gioiello.
Un grazie commosso e sentito alla dottoressa Daniela Miele e alla signora Barbara Fantozzi curatrici della mostra temporanea Mediterraneo mare di pace tenutasi nel maggio del 2009 a Portoferraio da cui prese il via l’idea di creare un museo permanente .Ci scusiamo per l’abbandono in cui si trovano i locali, per l’indifferenza in cui è stato lasciato questo patrimonio culturale.
Vogliamo ringraziare tutti i cittadini di Rio nell’Elba e i turisti che hanno visitato la mostra e ricordato Franco. Nello stesso modo ringraziamo tutti coloro che hanno chiesto che il museo fosse smantellato, per lasciare posto al tradizionale presepe vivente che si svolge ogni anno in paese.
Ringraziamo tutti coloro che sin da prima che il museo fosse inaugurato chiedevano che non fosse fatto perché negli stessi luoghi sarebbe stata più consona l’apertura di un museo di pizzi e merletti . Vogliamo concludere ringraziando la precedente amministrazione e l’attuale per non aver trovato il tempo di apporre una semplice targa alla quercia dedicata a Franco Franchini dalla amministrazione guidata da Catalina Schezzini.
Anche questa è stata lasciata in condizioni di abbandono con la siepe antistante che è arrivata a coprirne la vista. Franco Franchini in vita quando necessario ha sempre fatto un passo indietro, dimostrando a tutti che l’interesse della collettività era per lui il valore primario. Riguardo a questo ci sentiamo di aggiungere che il mettersi al servizio della collettività e la capacità di fare un passo indietro senza che venga richiesto sono qualità che nel panorama politico locale attuale scarseggiano fortemente.
La famiglia rispettando la figura, le idee, la dirittura morale di Franco fa un passo indietro, come certamente lui avrebbe fatto, ritirando le opere e chiudendo il museo Franchini che non è mai stato aperto.
Un paese che non ha rispetto della sua memoria, della sua storia, che non si cura di chi ha contribuito a renderlo ciò che è spendendo per esso il suo tempo, le sue energie e la sua forza è senza futuro.
La famiglia di Franco Franchini