Alcune settimane dopo la manifestazione che si era tenuta al "ponte romano" del Maciarello il Prof. Michelangelo Zecchini ha scritto un pezzo sul quale si è sviluppata una "querelle" con Legambiente sulla "romanità" del ponte contestata dallo studioso, con secca replica ambientalista che faceva notare come in occasione dell'evento proprio Legambiente avesse parlato ai partecipanti della corretta datazione fine-ottocentesca del manufatto. Oggi Zecchini torna ad intervenire con delle precisazioni.
Poniamo in sequenza i tre interventi:
L'ARTICOLO DI ZECCHINI
Bene ha fatto l’artista marinese Riccardo Mazzei a installare lo scorso 5 agosto la sua originale opera sul ponte del Maciarello (o della Conca), al confine tra i comuni di Marciana e Marciana Marina. E’ un luogo tanto appartato quanto incantato, proteso verso l’incomparabile proscenio costiero di Ripa Barata-Cala e sezionato dal fosso dei Pizzenni che porta nel nome i ricordi dei rituali etruschi consumati alla Madonna del Monte e all’Omo Masso. Lì, in un ambiente per fortuna incontaminato, storia e natura e arte possono fondersi in un connubio non artificioso.
Altrettanto bene hanno fatto gli organizzatori del progetto “Art into the Park” (Isola Etica in primis) a scegliere questa zona per un evento artistico di rilievo, decantandone al contempo biodiversità e aspetti naturalistici. Pur conoscendo il sito oramai da molti anni, ci sono ritornato volentieri con un duplice intento. La molla più forte è stata senza dubbio quella di ammirare dal vero l’opera architettata, come ha detto lo stesso Mazzei, “con quattro archi in legno di Mimosa … che verrà appesa al centro dell’arco, bocca cantante del ponte .... Un’opera che se la tocchi oscilla: riempita di una raccolta di erbe aromatiche e di fiori della nostra macchia, diffonderà profumi come farebbe un’ ampolla romana (Unguentarium) roteata nell’aria”.
La seconda motivazione è stata quella di capire perché il ponte in questione è stato qualificato da Legambiente come “ misterioso ponte romano”. Devo confessare che tale definizione ha messo in crisi le mie acquiescenze storico-cronologiche e mi ha spinto a una verifica sul posto. Ho sempre creduto che si trattasse di una struttura ottocentesca e non di epoca romana, ma non si sa mai, si può sempre sbagliare.
Il ponte del Maciarello e il relativo sentiero, che oggi consentono un agevole collegamento fra Conca e Marciana Marina attraverso La Ripa, compaiono nella carta dell’I.G.M. del 1958. Ma nel Catasto Leopoldino, che fotografa la situazione edilizia e viaria intorno al 1840, il ponte non è registrato e il sentiero è ridotto a un breve tratto intermedio che unisce Le Casine con Casale Lodovico senza proseguire né verso sud (Conca) né verso est (Marciana Marina). Ciò significa, evidentemente, che la costruzione del ponte è anteriore al primo termine (1958) e successiva al secondo (1840). Aspettando la scoperta dell’atto d’archivio (se esiste e se mai sarà trovato) che potrebbe restituirci con precisione l’anno di realizzazione del ponte, tentiamo di restringere, aiutandoci con l’analisi tipologica del manufatto e con l’esame delle vicende storiche, l’ ampio arco cronologico (ben 118 anni) finora indicato dai citati documenti cartografici.
Il ponte, connotato da solide spalle verticali su cui si imposta un arco a tutto sesto largo circa 3 metri, appare accuratamente alzato in laterizi. Sul lato occidentale, che si presta a un’indagine più puntuale, i laterizi foderano un rinfianco elevato con tecnica simil-isodoma, a filari di conci di pietra i cui interstizi sono ‘rinzeppati’ mediante clasti litici. Architetture del genere sono frequenti, in Toscana e altrove, nella seconda metà dell’Ottocento e negli inizi del Novecento.
Fra il 1880 e il 1888 l’Elba conobbe un vero e proprio exploit nella produzione di vino che raggiunse un’akmé annua di 15 milioni di litri e un conseguente fermento mercantile da e verso le marine liguri e tirreniche. E’ ragionevole supporre che in questo frangente si sia sentita l’urgenza di dotarsi di mulattiere più brevi e meglio praticabili per rispondere nel minor tempo possibile alla domanda di mercato. E’ assai probabile che una di queste tardo-ottocentesche vie del vino debba essere identificata proprio con la nostra mulattiera sulla quale, per inciso, il Comune di Marciana Marina sta lavorando con un progetto di valorizzazione. Mulattiera che, incorporando i vecchi tratti viari Maciarello-Conca (a occidentale del Fosso dei Pizzenni) e Le Casine-Casale Ludovico (a oriente dello stesso fosso), grazie al nuovo ponte e a segmenti realizzati ex novo si snodava a mezza costa verso Casale Bartoli, la Ripa e Il Crino. Da quest’ultimo, con una rapida discesa era facile raggiungere la spiaggia di Marciana Marina, dove i leudi tirati in secco erano in grado di captare prontamente il vino del distretto Maciarello/Conca/Cala/Caletta/Ripa oltre a quello delle vallate marcianesi. All’effervescenza commerciale non dovette rimanere estranea neppure la Torre appianea che – è stato diagnosticato di recente – per l’appunto nello stesso arco di tempo vide ampliati i suoi spazi interni per scopi mercantili.
Dunque: alla luce delle attuali conoscenze il ponte del Maciarello (o della Conca), per niente misterioso e meno che mai romano, può esser fatto risalire alla fine del XIX o, con minore probabilità, ai primi decenni del XX secolo ed è stato il fulcro di una via del vino non secondaria.
Michelangelo Zecchini
LA RISPOSTA DI LEGAMBIENTE
Non sappiamo quale impulso abbia spinto il dottor Michelangelo Zecchini a polemizzare con Legambiente sul nome di “Ponte Romano” del Maciarello che non gli abbiamo certo dato noi e se Zecchini avesse letto i nostri comunicati con meno pregiudizio avrebbe capito che scrivere “Ponte Romano” con le dovute virgolette una qualche ragione doveva averla.
Tutti noi sappiamo che quel ponte non è “romano” e non è stata Legambiente a battezzarlo così, abbiamo semplicemente riportato il nome con il quale viene comunemente chiamato e se Zecchini, invece da fare da recensore postumo, avesse partecipato all’iniziativa, avrebbe potuto sentire proprio un esponente di Legambiente dire che le origini del ponte non sono romane e che quel ponte serviva soprattutto ai commerci del vino con la Liguria. Ci sono almeno un centinaio di partecipanti/testimoni alla bella e semplice iniziativa del 5 agosto che possono spiegare al dottor Zecchini cosa è stato detto sulle origini probabili del “Ponte Romano” al “Pontino Romano”. E’ anche vero che ci sono voluti 22 giorni prima che Zecchini prendesse carta e penna per farci le pulci, ma nonostante siano passate solo più di tre settimane, forse bastava chiedere.
Se lo Zecchini voleva dimostrarci tutta la sua erudizione riguardo al ponte del Maciarello (o della Conca) poteva risparmiarsi di tirare in ballo senza ragione e costrutto Legambiente che quell’area l’ha valorizzata da anni realizzando il Sentiero dei Profumi, con segnaletica e cartellonistica dedicata, insieme ad Acqua dell’Elba. Intanto aspettiamo con trepidazione di sapere quale il “progetto di valorizzazione“ annunciato da Zecchini al quale starebbe lavorando il Comune di Marciana Marina, magari anche per capire con quali progetti, finanziamenti ed intenti si intende farlo, sperando che siano almeno stati avvertiti il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, il confinante Comune di Marciana e chi quel sentiero lo ha già adottato e valorizzato aderendo ad un’iniziativa del Parco, altrimenti si rischia di fare la fine ingloriosa di un altro progetto stradale nelle vicinanze.
In quanto all’aggettivo “misterioso” dato al ponte ci riferivamo semplicemente al luogo ed all’indeterminatezza delle origini, visto che “Pontino Romano” è un nome che chiaramente non definisce la vera epoca della sua costruzione. Che il ponte sia “misterioso” lo si deve poi all’appartato e magnifico luogo in cui sorge e probabilmente proprio per questa “magia” è stato scelto da Isola Etica come scenario di una mostra d’arte all’aperto e sicuramente da Riccardo Mazzei per realizzare la sua installazione.
Prima di criticare bisognerebbe partecipare e se non si partecipa, non guasta informarsi, magari chiedendo a chi la manifestazione l’ha organizzata. Altrimenti, a volte, per cercare di fare le pulci agli altri poi tocca grattarsi.
Legambiente Circolo dell'Arcipelago Toscano
LE PRECISAZIONI DI ZECCHINI
Mi rincresce che il mio articolo sul Ponte del Maciarello abbia scatenato in Mazzantini una reazione tanto stizzita quanto inutile. L’esponente di Legambiente ha ravvisato nella divulgazione di alcuni miei appunti sull’argomento intenti polemici e pregiudizi che assolutamente non c’erano, tant’è che nell’incipit del mio intervento ho lodato non solo l’artista Mazzei ma anche gli organizzatori dell’evento fra i quali, se non erro, c’era pure Legambiente.
Nei comunicati di Legambiente pubblicati il 5 e 6 agosto, allorché emergono pensieri e convincimenti di Mazzantini, Ponte Romano è sempre scritto senza virgolette, sia nei titoli che nei testi, e mai è accompagnato da parole (esempio: cosiddetto, chiamato, per così dire, ecc.) le quali indichino al lettore che l’aggettivo ‘romano’ non è una qualificazione cronologica. Per di più Ponte Romano compare con le iniziali maiuscole, quasi a sottolinearne l’epoca di appartenenza. Solo una volta “ponte romano” è virgolettato e minuscolo, ma all’interno di una frase pronunciata da Mazzei.
In definitiva i lettori comuni, fra i quali va incluso il sottoscritto, capiscono che il ponte ha origini antichissime, cosa che non risponde a verità. Da qui le mie osservazioni, prive di qualsiasi scopo che non sia quello, per chi lo vuole recepire, di offrire informazioni un tantino meno nebulose. E comunque senza la velleità di cercare le pulci altrui, impresa che non è fra le mie preferite.
Oggi prendo atto con piacere che Mazzantini sapeva tutto – e l’aveva comunicato oralmente agli astanti - sul ponte del Maciarello, sulla sua età e sulla via del vino. Magari, se l’avesse scritto con maggiore chiarezza, se ne sarebbero compiaciuti anche altri.
Michelangelo Zecchini