Oltre il fumo delle acciaierie e lo spolverino di carbone, si stagliano nette due figure: l'adolescente Marco e il gabbiano Robert. Loro non ci stanno a farsi intossicare dalle convenzioni, dai rituali delle rispettive comunità. Loro sono diversi, liberi e tormentati. L'orizzonte non è solo una possibilità, ma è il richiamo ancestrale, è il fantasma di Ulisse nascosto sotto la loro pelle, che reclama folli voli, come un usuraio impaziente.
Nell'ultimo libro di Gordiano Lupi, Miracolo a Piombino, pubblicato dalla casa editrice Historica, si intrecciano due elementi vitali, l'aria e l'acqua, in una danza poetica e struggente. Robert il gabbiano deve partire da solo, forzando pregiudizi e dolori, sfidando mari e isole sconosciute. La partenza è un atto lacerante ma dovuto.
Marco è un adolescente solitario che si perde tra i libri e i suoi pensieri. Trafitto da grandi dolori e sogni di fughe, si chiude in se stesso, consolato da ineffabili poesie.
Nonostante queste due traiettorie inconciliabili, il volo del gabbiano sulle scogliere a picco sul mare, e il viaggio di Marco dentro di sé, tra i due c'è un punto d'incontro. Una scheggia impazzita di cielo e umanità.
La grande profondità dei temi trattati, è resa lieve dalle parole avvolte di poesia, che danzano ciarliere in mezzo a tutti i venti. Un romanzo di formazione adatto agli adolescenti pieni di passioni e a vecchi gabbiani del porto, ancora in attesa di un miracolo o di una partenza.