Da quando mi sono trasferita all’Isola d’Elba per motivi “di cuore” - ormai quasi vent’anni fa - ho iniziato a viverla giorno per giorno e a conoscerne più da vicino i tanti meravigliosi aspetti: la gente, i luoghi, le usanze, i modi di dire, i piatti…. e io – cittadina DOC l’ho amata ancora di più.
Una delle usanze che trovo più dolce e che mi colpisce anno dopo anno è il rito legato alla Festa del “Maggio”. Nel piccolissimo borgo medioevale di Sant’Ilario, così come in altre località dell’Isola d’Elba, la sera tra il 30 Aprile e il 1° Maggio (per diverse ore) gli uomini del paese si spostano di finestra in finestra e di balcone in balcone per cantare una serenata alle “signorine da marito” di tutte le età. Il canto è proprio “il Maggio” scritto tanti anni fa da Ugo Soria, musicista e capostipite della famiglia Soria, tanto numerosa tra i paesi di Sant’Ilario e San Piero, a cui mio marito appartiene.
“Come un fior di primavera… siete amata questa sera.
Signorina… siete desta? V’affacciate alla finestra?
Questo è un cantico d’amore… che risveglia il vostro cuore.”
Sentire cantare e suonare queste parole nelle vie strette e buie, al tenue chiarore della luna… riporta indietro nel tempo… e ci si immagina quando le signorine non avevano Facebook o Whattsup…. a quando le occasioni per incontrarsi e scriversi erano attimi rubati. Davvero altri tempi… che risultano ancora più incredibili se si pensa che gli uomini cantano sotto le finestre di “signorine” fin da quando queste hanno da pochi mesi fino a 99 anni!!! Sant’Ilario è davvero piccola e siamo fortunati… in altre località più popolate non tutte le signorine ancora nubili ricevono questo omaggio…. Ma qui… è una vera magia.
Certo, è notte tarda quando finiscono, e oggi non sono forse molte le fanciulle che rimangono sveglie… mentre possiamo immaginare la trepida attesa degli anni in cui questa tradizione è nata. L’emozione nel vedere tra i cantanti anche il proprio innamorato… e il piacere – poco tempo dopo – nel contraccambiare quella gentilezza preparando un dolce speciale: il corollo.
Questa tradizione, infatti, è composta da due momenti diversi: il canto e la festa di ringraziamento. Nei giorni successivi alla serenata, è ancora oggi consuetudine che le signorine omaggiate si riuniscano in una festa di paese per la quale ciascuna di loro preparerà una torta da servire agli uomini. Come dire… nei tempi andati era certo una delle poche occasioni “ufficiali” per avvicinare il ragazzo del proprio cuore e offrirgli una fetta della propria torta… sotto gli occhi di tutti.
Tempi antichi e tempi moderni. Oggi tanto è cambiato… ma io adoro aspettare che il coro passi sotto la finestra di mia figlia, perché da noi in città non capita certo mai… e penso alla torta che prepareremo insieme domani, cercandone la ricetta su Internet.
Ascolta il canto del Maggio