L'ALBA DELL'UNITA' D'ITALIA ALL'ELBA (1859-1860)
Il 2 maggio del 1859 un decreto di amnistia per reati politici è stato emanato dal Governo Provvisorio Toscano.
Dopo pochi giorni, il 15 maggio, arriva scritta dal governatore di Livorno a quello di Portoferraio una lettera:
"Governo n° 803 di Livorno
Al Sig Governatore dell'Elba
Portoferraio
Ill.mo Signore
E' a notizia del Ministero dell'Interno che di recente abbia fatto ritorno in Toscana un gran numero di Emigrati, alcuni dei quali sarebbero anche rientrati tumultuosamente e senza prestarsi alle spiegazioni e verificazioni giustamente richieste dalle Autorità.
Nell'interesse dell'ordine interno e per impedire che il benefizio dell'Amnistia concessa dal Governo Provvisorio Toscano col Decreto del 2 Maggio corrente non si estenda a persone che non abbiano diritto di profittarne, sarebbe necessario conoscere quali individui siano rimpatriati al seguito dell'enunciato Decreto. A questo effetto io mi rivolgo a VS Illustrissima pregandola a procurarmi l'indicato prospetto degli Emigrati che hanno fatto ritorno in codesto Circondario non trascurando di notare le loro abitudini, occupazioni e mezzi di sussistenza. In attenzione di ciò passo a ripetermi con distinto ossequio.
Di VS Illma
Livorno 15 maggio 1859
Dev.mo Servitore
A Bargagli"
(Affari generali del governo dell'Elba 1859-1860. doc 101-260.Carta 194.Archivio storico comune Portoferraio)
Il giorno dopo, in data 16 maggio,il governatore dell'Elba incarica il giusdicente locale di indagare.
Questi, il giusdicente, in data 18 maggio, così scrive al Governatore dell'Elba:
"Al Sig Tenente Colonnello
Governatore dell'isola dell'Elba
In Portoferraio
Nessun individuo rilevante da questa Giurisdizione Governativa è stato colpito da condanne, misure politiche per delitti e respettivamente per defezioni politiche né alcun Elbano altronde ha emigrato da questa Isola per altra causa o ragione politica.
Laonde non era né è da attendersi il rimpatrio di veruno di siffatti individui né consta d'altra parte che sia intervenuto quivi qualsiasi emigrato al seguito del Benefizio d'Amnistia"
(idem come sopra)
Ricevute tali informazioni il governatore dell'Elba rassicura con poche righe quello di Livorno:
"Sig. Governatore
di Livorno
Lì 19 maggio 1859
Tra la popolazione dell'Elba nessun individuo ha mai emigrato per causa politica; quindi non è avvenuto alcun rimpatrio dopo la pubblicazione dell'amnistia ordinata dal Governo Provvisorio con decreto 2 Maggio corrente.
Risulta anche non esservi introdotto in questo Circondario alcun emigrato appartenente ad altra località della Toscana"
(Idem come sopra)
I documenti relativi a questo scambio epistolare tra i governatori di Livorno e dell'Elba sono interessanti poiché fanno sapere che nel circondario di governo dell'isola d'Elba non esistono individui che hanno subito condanne per motivi politici.
Marcello Camici