Il 20 maggio 1859 perviene da Firenze al governatore militare e civile dell'Elba una circolare ministeriale, manoscritta.
E' inviata dal ministero degli atti ecclesiastici del governo toscano.
Per quanto riguarda il restauro delle fabbriche parrocchiali, il ministero dapprima passa alla disamina delle cose che non vanno e poi enuncia una serie di provvedimenti e norme da tenersi per ovviare a fatti che "tornano in danno dell'erario dello Stato"
"Ill.mo Signore
La esperienza del decorso decennio ha dovuto richiamare l'attenzione del Ministero degli Atti Ecclesiastici sul tema dei restauri delle Fabbriche Parrocchiali che fa loro esclusivamente carico.
Ha riscontrato che rispetto alla Case Canoniche non di rado è rimasta confusa col vero bisogno le maggiori comodità e talvolta il lusso; e rispetto alle Chiese non sempre si è stati contenti di una sufficiente capacità ed ampiezza di esse ma si è voluto ampliarle ed ornarle oltre la necessità; e senza alcun riguardo a quella ragionata economia con cui incombe al Ministero di usare dell'assegnamento per titolo di Restauri, portata nel Bilancio dello Stato per le Chiese di patronato del Governo, il qual Patronato sotto questo rapporto non è investito di obblighi maggiori di quelli spettano al Patronato privato.
Ha veduto il Ministero ridotta a quasi consuetudine nei Parrochi nuovi la domanda dei restauri delle Chiese delle quali sono stati investiti e sovente prima che siano sistemati gl'interessi coi predecessori e loro eredi: cosicchè sotto speranza e con la fiducia di essere soccorsi dal parte del Governo, sono più ( ) con quelli ( ), e nei restauri poi effettuati con l somme del Governo ricevute sono rimasti compresi quelli che erano da effettuarsi con le somme ottenute dai predecessori e ciò con incompetente aggravio dello stesso Governo.
Ha dovuto riscontrare la molta( ) nelli stessi Parrochi,per qualunque benché minima lesione delle fabbriche, ad aver ricorso al Governo per riparazioni e provvedimenti immemori dell'obbligo loro incombente della conservazione e manutenzione. Gli si è fatto innanzi, particolarmente nelle edificazioni nuove, od ex integro, il doloroso spettacolo della rovina delle Fabbriche poco dopo la loro ricostruzione con sacrifizio immenso nonché disastro del Governo che ne aveva sostenuta la spesa. Ed ha dovuto infine vedere che, in generale, gl'Ingegneri, specialmente in fatto di progetti di ricostruzioni nuove, curanti forse soverchiamente l'interesse dell'Arte, non hanno tenuto conto di quella semplicità e modestia che son proprie delle Chiese e Canoniche di campagna e con cui unicamente spetta al Governo di provvedere.
(Affari generali del governo dell'Elba 1859-1860. Doc 15-100-Circolari 1-42. Circolare 18. Archivio storico comune di Portoferraio)
Questa prima parte della circolare ministeriale evidenzia le cose che non vanno sul "tema dei restauri delle fabbriche parrocchiali"
Tutta una serie di rilievi che, in sintesi, sono:
A) le case canoniche dove le maggiori comodità e talvolta il lusso non di rado sono rimaste confuse col vero bisogno;
B) per le chiese si è voluto ornarle ed ampliarle oltre la necessità;
C) il patronato pubblico è stato investito di obblighi maggiori di quelli che spettano al privato senza alcun riguardo a quella ragionata economia con cui incombe al ministero di usare dell'assegnamento per titoli di restauro;
D) i nuovi Parrochi che chiedono restauri delle chiese di cui sono stati investiti, prima che siano sistemati gli interessi dei loro predecessori e ciò con competente aggravio di spese del governo;
E) molti parrochi ricorrono all'aiuto del governo per qualunque benché minima lesione per riparazione e provvedimenti di loro incombenza ;
F) particolarmente per le edificazioni nuove od ex integro è presente il doloroso spettacolo della rovina dopo la loro ricostruzione con disastro per l'economia del governo che aveva sostenuto le spese;
G) specialmente in fatto di progetti di ricostruzioni nuove sono gli ingegneri che non hanno tenuto conto di quella semplicità e modestia che son proprie delle chiese e canoniche di campagna.
Marcello Camici