L’ALBA DELL’UNITA’ D’ITALIA ALL’ELBA (1959-1860)
Nella lettera che Bettino Ricasoli scrive a mano al Gonfaloniere di Portoferraio (Squarci), dopo aver indicato gl’intendimenti del governo toscano (“un’Italia unita e forte capace di difendere da sé il conquistato diritto all’Indipendenza e dell’Autonomia Nazionale”) continua affermando che preme al governo che il popolo toscano mostri il proprio sentimento per una Italia unita e forte ed auspica che ciò avvenga con “la forma degl’Indirizzi”.
Con ciò il Ricasoli intende dire che i cittadini devono indirizzare a Re VIttorio Emanuele dichiarazioni della loro volontà per una Italia unita e forte.
Il Governo Toscano dà a queste espressioni molta importanza perché dimostrano non solo che ha al suo fianco il consenso popolare ma anche per dimostrare all’Europa che i toscani desiderano fare parte della famiglia italiana.
Non poca cosa se si tiene conto che l’Italia pochi decenni prima è uscita fuori dal congresso di Vienna come semplice “espressione geografica”.
“…Però qualunque valore possano avere gli argomenti che consigliano ad aspettare preme al Governo che i Toscani mostrino all’Italia che i loro sentimenti non discordano da quelli dei loro fratelli e che non tardano a ( ) il rimanente della Nazione sul modo col quale essi pure intendono di avviarsi al suo finale ordinamento.
Inoltre la forma degl’Indirizzi, come è la più civile, così sembra la più conveniente al Governo; il quale vedrebbe con rammarico che i voti popolari si esprimessero con tumultuari dimostrazioni riprovevoli sempre quando il libero il procedere per altra via (oggi) che potrebbe venire danno alla Patria.
Dopo queste considerazioni la SV comprenderà agevolmente come sia nelle intenzioni del Governo il favorire questi indirizzi, il quale consuona con la sua politica di Nazionalità unita e forte.
L’Autorità pubblica dovrà opporsi soltanto quando si volessero macchiare di violenza un’atto che ha tutto il suo valore dalla libertà, e quando alle manifestazioni nazionali altre se ne volessero opporre di contraria tendenza, le quali il Governo è deciso a combattere per non rinnegare il principio nazionale da cui li deriva il potere, che vuole esercitare non per una sterile conservazione di vecchiumi municipali, ma per concorrere alla
grande opera della liberazione e della costituzione dell’Italia.
Mi pregio frattanto di professarmi con ossequio
Di VS Ill.ma
Lì 1 Giugno 1859
Dev. Servitore
Ricasoli”
(Affari Generali del Governo dell’Elba 1859-1860.Filza 3.Doc 101-260. Carta 260)
Marcello Camici