È uno dei gioielli capoliveresi. Ma è anche uno dei luoghi più dimenticati del paese. Come si vede dalle immagini la chiesa romanica di San Michele, elegante architettura romanica, unico tempio elbano in cui è stata officiata una messa papale (nel 1376, officiata da Gregorio XI), è semiabbandonata e non valorizzata a dovere. Dopo l'importante restauro del 2001 sembra che l'attenzione su di essa sia ritornata ai livelli sottozero del passato.
Il piazzale che doveva essere un'area picnic è abbandonato alla vegetazione, e addirittura sconvolto dai cinghiali; sulla muratura a sacco originaria crescono piante, e la vegetazione impedisce la leggibilità di molti particolari architettonici; l'illuminazione è nel degrado.
Ma il problema vero è che, a parte qualche lavoro di pulizia, in 15 anni la chiesa non è stata mai seriamente valorizzata.
Ecco qualche punto critico (con annesso suggerimento):
LA LOCALIZZAZIONE
Il problema principale che tiene San Michele fuori dagli itinerari di visita turistica e fruibilità di un punto panoramico eccezionale è l'assenza di segnalazioni: non c'è alcun cartello di indicazione in loco o sulle strade vicine, né riferimenti turistici in nessuna parte del centro. Cosa più significativa, considerando che i resti della bella struttura medievale sono inglobati nella brutta costruzione del cimitero ottocentesco: da lontano è esso che risalta di più, dando l'impressione di un'area moderna dismessa. È necessario dunque una cartellonistica che attragga l'attenzione dei turisti.
In loco sono poi necessari cartelli con le informazioni storiche e architettoniche della chiesa, necessarie anche per una più chiara leggibilità dei resti romanici salvatisi.
LE VIE D'ACCESSO
Questo è in effetti una nota dolente, ma non impossibile da risolvere. È vero che la chiesa si trova in un punto scomodo per una facile raggiungibilità. Sono due i possibili accessi, entrambi dalla strada provinciale: da sopra, in località San Rocco; e da sotto, in località Sottosanto. Il primo ha come parcheggio più vicino quello appunto di San Rocco: risulta quindi disagevole il percorso pedonale: tortuoso e con l'attraversamento della strada provinciale.
Il secondo potrebbe sfruttare il piccolo parcheggio dell'area picnic di Salici, lungo la stessa provinciale: la chiesa sarebbe raggiungibile tramite l'attraversamento della strada e un breve tracciato in salita. In questo caso però (con l'indicazione per il tracciato pedonale e un pannello esplicativo nella stessa area picnic) l'approccio è più suggestivo: si tratta infatti di valorizzare un percorso medievale di collegamento tra Mola e Capoliveri. Il breve sentiero che conduce alla chiesa (come si vede dalla foto) andrebbe messo in sicurezza e segnalato: è l'ultima vestigia di questa via antichissima, e fino a non molti anni fa presentava anche un lastricato di difficile datazione, e oggi purtroppo andato totalmente perduto.
Ancor meglio sarebbe valorizzare l'intero tratto viario, fin da Mola, la cui antichità è oggi testimoniata dagli splendidi toponimi: Ponte del Pievano, Sottosanto, Fonte di Sebaldo (da ser Baldo), stradella del Calafato. Il tracciato era ancora presente nella seconda metà dell'Ottocento, com'è testimoniato dal catasto dell'epoca. Potrebbe essere un bel punto di partenza per una rete di collegamento sentieristica dei percorsi medievali e delle chiese romaniche dell'Elba.
IL PIAZZALE
Splendido punto panoramico e area di sosta, non è mai stato pienamente valorizzato. L'impianto di illuminazione è assurdo, mal congegnato e, allo stato dei fatti, inutile, dato che la zona non è frequentata neanche di giorno, figuriamoci di notte. Il piazzale può essere tenuto in terra battuta, ma sarebbe necessaria una manutenzione periodica. Oppure per evitare il danno dei cinghiali e il proliferare dell'erba potrebbe essere lastricato. Tuttavia le strutture romaniche dovrebbero essere meglio protette.
L'INSERIMENTO IN UN PROGETTO DI VISITA
Oltre che per renderla fruibile in ottica architettonica, la chiesa dovrebbe anche essere inserita in un contesto attrattivo più ampio. E qui entra in gioco il bel piazzale interno e la ex cappella funeraria, oggi giustamente chiusi al pubblico (anche se da un logoro cancello). Ma che potrebbero essere aperti nel quadro di un programma culturale estivo. Il suggestivo piazzale, per esempio, come luogo di concerti o teatro all'aperto.
Andrea Galassi