Con una piccola cerimonia, sabato 13 maggio, la piazzetta antistante la Caserma dei Carabinieri di Portoferraio sarà intitolata al Generale Giulio Giusti ( 1913-1990), alla presenza dei figli, di un fratello e delle autorità civili e militari.
Giunto all’Elba con il grado di Tenente rimase sull’isola solamente 10 mesi, dal maggio 1943 sino al febbraio 1944 come Comandante della Tenenza dei carabinieri dell’Elba. Dieci mesi importanti nei quali visse il bombardamento della città di Portoferraio , lo sbarco e la successiva occupazione tedesca.
Al momento dello sbarco tedesco accasermò nella Tenenza 52 fuggiaschi destinati al campo di concentramento, nominandoli “carabinieri aggiunti” e poi, pochi alla volta, li affiancò ai carabinieri veri che accompagnavano i carcerati di Portolongone e di Pianosa a Piombino ,suggerendo loro di “sparire, una volta oltrepassato il canale.
Continuò a salvarli rischiando di persona anche durante l’occupazione tedesca in un momento non facile in cui i tedeschi ordinarono ai carabinieri di togliere dal berretto il fregio dell’Arma. Fu costretto ad obbedire, ma non buttò la “fiamma” della sua arma, la tenne in tasca e lì rimase nonostante le ordinanze del Comando tedesco.
In compenso, astutamente, appuntò in bella mostra una prestigiosa decorazione germanica ottenuta come reduce della campagna di Russia, così da essere meno sorvegliato dai tedeschi. E complice involontario (?) , proprio un colonnello di Stato Maggiore, Haring, comandante della Guardia Tedesca e poco fedele ad Hitler, salvò numerosi elbani accusati di antifascismo o di antinazismo per i quali erano imminenti l’arresto e il trasferimento in continente.
Tra il Tenente Giusti e il Colonnello Tedesco non ci fu nessun accordo. Il Colonnello lasciava deliberatamente alla vista del Tenente la lista dei sospetti e segnalati. Giusti leggeva e subito si metteva a rintracciare le persone in pericolo e le metteva in salvo o suggeriva loro di darsi alla fuga.
Nel febbraio 1944 fu poi trasferito alla scuola sottoufficiali di Firenze come insegnante di materie giuridiche, continuando a salvare in vari modi altre persone incarcerate nel centro Italia.
Eroe quasi sconosciuto ai più , il Generale Giusti fu un giusto che in silenzio salvò la vita a molte persone e che meriterebbe uno studio approfondito sull’attività che svolse all’isola.
Ben venga dunque l’intitolazione di una piazza, seppur piccola, per non dimenticarlo.
Alessandra Palombo
[Toscana Oggi, 7 maggio 2017]