La cultura libera e indipendente crea comunità. Il primo evento di Elbabook Festival ha celebrato il lavoro poco noto di chi traduce la letteratura. Si è partiti dai saluti delle istituzioni di Rio nell’Elba e Ferrara. I due territori sono uniti da un filo rosso sottile e forte, costituito dal valore fondativo delle culture, che riescono a creare rimandi vitalizzanti e inattesi. La sperimentazione, è tato detto, fa emergere codici identitari sotterranei. Carlo Montalbetti, direttore generale del consorzio Comieco, main sponsor della manifestazione, ha messo in luce la necessità di osservare più da vicino le metodiche di stampa, che stanno ovviamente cambiando. La carta di riciclo può riservare soluzioni interessanti. Roberta Bergamaschi, organizzatrice del premio, e Luciano Minerva, giornalista e scrittore, hanno poi introdotto l’appuntamento più atteso del primo giorno di festiva, premio Appiani. Sono intervenuti i docenti universitari membri della giuria: Andrea Gullotta da Glasgow, Giulia Marcucci dell’Università per Stranieri di Siena, Massimo Maurizio da Torino. Il premio, come annunciato, è andato a Rosa Mauro, traduttrice di lungo corso e titolare a Roma di una delle due sole librerie russe in Italia. Ha destato grande emozione nel pubblico la lettura in lingua originale russa fatta da un detenuto della casa di reclusione di Porto Azzurro. Molte le riflessioni fatte sul valore di chi traspone con sensibilità e passione le parole e le atmosfere letterarie di altre culture.
“Il cuore nelle calze”, ovvero l’empatia del traduttore. Marco Caratozzolo, secondo classificato e docente presso l’università degli studi di Bari, ha ben spiegato le difficoltà e le opportunità di chi quotidianamente si trova ad affrontare sfide lessicali difficili. L’esempio di un ricordo di infanzia personale, che ha dato colore e stile a un verso della sua traduzione poetica, ci ha fatto comprendere come restituire il sapore di specifici letterari intraducibili sia un lavoro per pochi. Rosa Mauro è stata eletta vincitrice all’unanimità, la sua capacità di emozionarsi e la sua grande dote di scrittura hanno rievocato la magia lontana della letteratura russa. Presente tra il pubblico Ilide Carmignani, nota fra l’altro per le traduzioni di Sepulveda e Marquez. Il suo intervento, acclamato, ha sottolineato l’importanza del premio Appiani, che scandaglia il panorama dei cosiddetti autori invisibili.
Rio nell’Elba premia il coraggio degli editori. Va detto che la piazza di Rio nell’Elba è stata piena dal tramonto a notte fonda. Tra gli stand degli editori indipendenti si è aggirato un folto pubblico di curiosi, alla ricerca di letture nuove e insolite. A riprova che le manifestazioni culturali, soprattutto se organizzate con la collaborazione della gente del territorio, portano ricchezza, non solo economica. Sanno promuovere i luoghi.