Mentre si discute animatamente (e giustamente) sulla imminente de-titolazione di piazza Pietro Gori, il Comune di Portoferraio ha risposto che questa scelta fa parte di un pacchetto di revisione toponomastica che prevede la denominazione di 12 “aree di circolazione”, tra queste ci sarà anche la Banchina George Watson Taylor che è conosciuto come il “Conte di Montecristo” e “Il botanico” che acquistò dal Granduca di Toscana l’isola di Montecristo nel 1852, fece costruire la villa a Cala Maestra ed altre strutture, tuttora esistenti e ci visse con la moglie fino al 1860, introducendovi piante esotiche come gli eucalipti e l’ailanto che ha infestato l’isola e che il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano è riuscito a eradicare, insieme ad altre specie aliene come i ratti, grazie ai finanziamenti europei e nazionali del progetto Life Montecristo 2010, che è stato duramente criticato anche da esponenti e sostenitori dell’attuale compagine amministrativa di Portoferraio.
Ma chi era questo George Watson Taylor del quale il Comune di Portoferraio vuole omaggiare la memoria mentre cancella la piazza del cavaliere errante dell'Anarchia Pietro Gori? Possiamo dire che in realtà non era un botanico (almeno non risultano studi in questo senso) e che politicamente era il contrario di Pietro Gori – un reazionario –, che non aveva molta considerazione per gli elbani e che, in più era anche contrario all’unificazione dell’Italia. E sembra davvero strano che l’omaggio dell’intitolazione di una banchina a un tipo così arrivi da una giunta comunale che non ha mai nascosto un fervido patriottismo nazionalistico, tra sventolio di bandiere tricolori e con le tre api e feste della Liberazione dal Nazi-Fascismo, celebrate senza pronunciare una volta la parola "Resistenza".
George Watson Taylor non è stato certo un gigante della storia e del pensiero come Gori: è praticamente ignorato anche da Internet, le informazioni su di lui sono frammentarie e sembra noto solo per aver vissuto 8 anni a Montecristo, ma fortunatamente sul web si può trovare qualcosa che vale davvero la pena di leggere per capire chi fosse davvero il George Watson Taylor: “Il vero conte di Montecristo. George Graham Watson-Taylor (1816-1865) e la sua famiglia” di Gabriele Reina, pubblicato nel 2014 negli"Atti della Società Italiana di Studi Araldici".
Da quanto scrive il documentatissimo Reina, il conte di Montecristo” era il terzo di quattro figli maschi e di una femmina di George e Susannah Watson-Taylor, padroni di una fortuna, in parte delapidata ma ancora colossale, eredi a loro volta di schiavisti che si erano arricchiti con le piantagioni di canna da zucchero in Jamaica, George-Grahem Watson Taylor, nato il 29 aprile 1816, trascorse un’agiatissima infanzia a Erlestoke Park e a Londra e nel 1838 si iscrisse al Trinity College di Cambridge, dove studiò scienze umanistiche (non botanica), risultando uno studente così poco brillante che non conseguì la laurea ma solo un “ordinary BA” (baccellierato). Nel 1847 sposò la francese Victorine Joudioux. La sua salute cagionevole lo portò a Livorno alla ricerca di un clima più mite di quello britannico e, probabilmente ispirato dalla lettura del romanzo di Dumas, visitò l’isola di Montecristo che decise di acquistare nel 1852 dal granduca di Toscana per 52 000 lire toscane (2.000 sterline dell’epoca e 175.000 sterline attuali) un affarone, anche perché il suo capitale privato assommava a 2.300.000 sterline e le sue proprietà immobiliari a 5.300.000.
Insomma, Watson-Taylor, nonostante le crescenti difficoltà delle piantagioni di famiglia in Jamaica dopo l’abolizione della schiavitù nel 1838, era ancora una delle maggiori fortune britanniche. Così, scrive Reina, assunse “... abili muratori garfagnini di Barga, idraulici, vetrai e falegnami e fece costruire a Montecristo una splendidad imora, che arricchì di mobili pregiati e di una sontuosa biblioteca. Non pago, trasformò in un giardino la cosiddetta Cala Maestra piantando essenze come l’eucalipto, piante esotiche quali la Ailanthus Altissima (NDR che oggi infesta l’isola), ma anche vitigni e agrumeti. Fece al contempo allevare mucche, tori, asini, polli, piccioni. Con un ulteriore esborso, acquistò due piroscafi per abbreviare i contatti con la terraferma e di conseguenza dovette principiare costosi lavori di scavo nella rada perché il fondale non era bastante”. In tre anni Watson-Taylor spese quasi 30.000 sterline (facendo non pochi di quelli che oggi verrebbero considerati danni ambientali) e venne soprannominato il Conte di Montecristo.
Ma il suo idillio con l’isola venne funestato da qualcosa che non gli piaceva per niente: il risorgimento e l’unità dell’Italia. Prima ebbe non poche noie dalla guarnigione toscana di stanza a Montecristo, della quale si lamentò con il governatore dell’Elba. le cose però precipitarono nel 1860, in seguito agli avvenimenti che portarono alla nascita del regno d’Italia. Dopo la proclamazione del Governo Provvisorio, i 4 soldati e il caporale della guardia di stanza a Montecristo minacciarono e insolentirono Watson-Taylor e sua moglie che li denunciarono con un esposto al Governo Provvisorio di Firenze, anche se Watson-Taylor ignorò a lungo che la Toscana fosse stata annessa al nuove Regno d’Italia. Il 3 di luglio Watson-Taylor scrisse al console inglese a Torino, spiegando che anche i nuovi soldati di stanza a Montecristo si comportavano con insolenza e rubavano, chiedendo il loro immediato allontanamento. ma il vento era cambiato e fu accusato di sedizione e invitato a comparire davanti al Tribunale dell’Elba. Watson-Taylor partì subito per Torino dove Sir James Hudson, Ministro di Sua Maestà Britannica a Torino, lo ricevette e lo invitò a rifiutare di sottostare alle decisioni di un piccolo tribunale come quello dell’Elba (a proposito di rispetto per gli elbani). Watson-Taylor si appellò anche a Camillo Benso conte di Cavour e poi, amareggiato, decise di fare ritorno in patria, dove scoprì di essere stato condannato dal tribunale elbano in contumacia, insieme alla moglie, rispettivamente a 15 e 18 mesi per sedizione e ingiurie al Re d'Italia. I due ricchi nobili inglesi furono puoi graziati un anno dopo.
Mentre i Watson-Taylor rientravano in Gran Bretagna, nell’agosto 1860 il piroscafo Orwell, capitanato da Raffaele Settembrini, partì da Genova diretto a sud, per portare soccorso a Garibaldi in Sicilia e le camice rosse sbarcarono a Montecristo e la saccheggiarono, anche perchè una parte di quei garibaldini erano esuli italiani in Inghilterra e conoscevano bene i sentimenti anti-Italiani di Watson-Taylor.
Il “Conte di Montecristo” chiese di essere indennizzato dal governo britannico, perché un ufficiale inglese, Settembrini, usando una nave inglese, aveva commesso atti di pirateria in nome dell’unità d’Italia e fece scrivere dal suo fratello maggiore Simon al Parlamento britannico e al primo ministro, il liberale Lord John Russell, primo conte di Russell, per chiedere un giusto indennizzo, valutato a 15.000 sterline. Anche in questo caso vennero fuori le convinzioni anti-italiane di George Watson Taylor, infatti nel maggio 1861 il fratello Simon scrisse a Lord Russell: “Il danno all’isola, provocato direttamente da parte dei volontari italiani che sbarcarono dall’ “Orwell”, ma che vanno imputati per la maggior parte alle precedenti successioni di eventi provocate dal Governo, e dipingendo il signor G.G. Watson Taylor come persona sfavorevolmente incline al Governo di Sua Maestà Vittorio Emanuele, e che, perciò, il saccheggio della sua proprietà non avrebbe dovuto essere considerato con rigore dal Governo”.
La causa divenne un caso internazionale e alla fine il Regno d’Italia decise di riacquistare Montecristo – che poi diventò riserva di caccia del Re – al doppio di quanto la aveva pagata Watson Taylor.
George Graeme Watson Taylor non rivide mai più Montecristo e morì nel 1865, conservando probabilmente fino alla fine una pessima opinione dell’Elba, dove era stato condannato da un tribunale plebeo, e dell’Italia che non avrebbe mai voluto veder diventare una Nazione.
Ecco, questo sarebbe il personaggio al quale Portoferraio dovrebbe portare gratitudine.
Umberto Mazzantini