Come capofila di un finanziamento del Miur, il Parco intende recuperare a Pianosa, attraverso un progetto congiunto con altri soggetti (comune di Campo nell’Elba, soprintendenza di Pisa, università di Siena, Amici di Pianosa, Prap Toscana) alcune sale del manufatto "Ex direzione", di proprietà del comune di Campo nell’Elba, per realizzarvi una sezione espositiva geologico paleontologica e archeologica con i materiali rinvenuti sull’isola.
Responsabili dei contenuti scientifici della mostra sono Luca Maria Foresi dell'università di Siena e Lorella Alderighi della soprintendenza.
Le mostre saranno allestite con donazioni di reperti e avranno per tema archeologia e paleontologia. Si tratta di reperti etruschi e romani.
Saranno riutilizzati anche gli allestimenti delle precedenti mostre ospitate dalla Casa del parco di Pianosa nel 2013 e nel 2014.
In particolare:
Mostra "Ritorno a Pianosa" del 2013
Il titolo della mostra, "Ritorno a Pianosa", aveva un preciso significato: per la prima volta, infatti, i reperti scavati da Gaetano Chierici nel 1874-75 a Pianosa e custoditi a Reggio Emilia, ritornavano nella loro terra d’origine. La vicenda della scoperta archeologica è collegata alla realizzazione della colonia penale agricola avviata nel XIX secolo. L’allora direttore del carcere, il reggiano Leopoldo Ponticelli, invitò il conterraneo don Gaetano Chierici a studiare i reperti archeologici che stavano venendo alla luce durante la costruzione delle strutture detentive. Fu così che il Chierici condusse ben due campagne di ricerca sull’isola. Con grande perizia eseguì il rilievo dei resti del Bagno di Agrippa, si interessò alla rete di cunicoli della catacomba, effettuò scavi nelle caverne abitate e nelle grotte sepolcrali recuperando i resti delle prime culture umane qui insediate. Tutti i materiali furono poi trasferiti a Reggio Emilia, dove diedero vita all’importante nucleo collezionistico archeologico dei Musei civici.
Per l’occasione, una selezione di tali reperti fu concessa in prestito al Parco nazionale dell’Arcipelago toscano. Visitando l’esposizione, documentata da diversi pannelli illustrativi realizzati dai curatori scientifici della mostra, si potevano ripercorrere le vicende storiche degli scavi condotti dal Cherici.
Mostra 2014 "Nascita di un'isola"
Reperti di 19 milioni di anni fa quando l’isola nasceva geologicamente e emergeva dai sedimenti marini portando splendidi esemplari in superficie, fino ai recenti risultati di ricerche sugli scavi paleontologici compiuti in una grotta di Pianosa dove sono stati rinvenuti quattro crani di cervi vissuti decine di migliaia di anni or sono quando l’isola era collegata alla terraferma. La mostra perciò si intitolava <<La nascita di un’isola>> e l’esposizione didattica ne raccontava l’origine geologica e gli eventi degli ultimi 19 milioni di anni. Un’isola di sedimenti candidi, dove si sovrappongono antiche spiagge. Strati cementati con tanti gusci di molluschi che si sono accumulati, impacchettati o sparpagliati disordinatamente dal moto ondoso. Tutto il materiale era esposto in vetrine con tanti di pannelli; inoltre era disponibile il catalogo.
Interventi
Il Parco sta cercando di valorizzare edifici in disuso sull’isola di Pianosa per arricchire la fruizione dell’isola dal punto di vista culturale ed educativo oltre che turistico naturalistico. Per avviare un percorso di rilancio dell’isola di Pianosa nell’ottica di un turismo che deve rimanere all’insegna della sostenibilità ambientale è fondamentale il coinvolgimento e la collaborazione di tutti gli enti competenti sull’isola.
Un altro esempio importante è il restauro della Casa dell’agronomo di Pianosa per la realizzazione di Eco – museo dell’agricoltura, edificio di proprietà del demanio, assegnato in concessione al Parco nazionale dell’Arcipelago toscano, che sarà titolare della progettazione e dell’esecuzione dell’intervento di recupero. L’intervento complessivo costerà 540 mila euro, di cui 300 mila con fondi diretti del Ministero dell’ambiente e il resto dal bilancio del Parco. Nel progetto sarà riqualificato l’immobile e il giardino esterno che diventeranno un museo e un laboratorio dedicati all’agricoltura. In questo caso è stato decisivo il ruolo avuto dal Ministero dell’ambiente ed in particolare il sottosegretario Velo, sia per l’importante finanziamento sia per il coordinamento per coordinare delle azioni di tutte le pubbliche amministrazioni interessate.
La gestione integrata delle competenze dei diversi enti su Pianosa non è semplice ma con questi due interventi si può dire che qualche concreto passo avanti sia stato fatto.
L’intervento per la realizzazione del Museo delle scienze prevede un investimento di quasi 70mila euro, con un contributo del Miur di circa 56mila euro. Nei locali dell’ex direzione del carcere, situata a poche decine di metri dal punto ristoro dell’isola e attualmente inutilizzata, dovranno essere allestite sale espositive ma anche aree per le attività di laboratorio per gli studenti. Vi saranno esposti materiali archeologici e geologici di Pianosa, alcuni dei quali oggetto delle mostre temporanee negli ultimi tempi. Il progetto, finanziato dal Miur, prevede la partecipazione diretta della Soprintendenza archeologica.