Dallo ska (Skapestrati) delle origini, al folk creativo che sboccia nel Teatro Canzone del Signor G (non per caso va in scena anche La Nave, tratto dall'album Far Finta di Essere Sani, 1973), il percorso decennale degli odierna Compagnia Scapestrati evolve all'origine etimologica di coloro che si sono levati il cappio dal collo, per guadagnare una libertà di generi, stili, ispirazioni, pescando nel passato storico tout court e della canzone, nella letteratura (Edoardo Galeano).
E questo terzo disco 'Naufragio nel deserto', realizzato quasi tutto con il crowdfunding e presentato con grande successo al Teatro dei Vigilanti, certifica la maturità raggiunta sia sul piano musicale che su quello dei testi originali, improntati alla riflessione empatica sul piccolo mondo che siamo, tutti emigranti o immigrati prima o poi, tutti clienti di un consumismo che nega terra e ambiente.
Sul palcoscenico incombono dal cielo, come in un mondo rovesciato, mazzi di fiori spontanei e lo spettacolo viene introdotto da una voce fuori campo che cita brani della “Relazione- 1912- dell’Ispettorato per l’Immigrazione al Congresso Americano sugli immigrati italiani negli Stati Uniti”, una lettura che realizza in maniera efficace il corto circuito del pregiudizio; la musica entra in scena con la sola bellissima voce di Alessandro Danelli (Les Anarchistes) che riprende 'Amara Terra Mia' nella versione originale abruzzese, dedicandola a Nicola Toscano lo scomparso chitarrista del gruppo vincitore del Premio Ciampi e poi, sempre a cappella, La Romanza del Cavatore dedicata a Pietro Gori.
Lo spettacolo decolla rapidamente grazie alla bravura e intesa degli otto musicisti e delle due coriste, capaci di far battere le mani ai ritmi coinvolgenti di canzoni anche dei precedenti album 'Il Mago del Thè' e 'La Rivoluzione Lenta'. Francesco Porro, cantante e chitarra del gruppo (al momento posata per una frattura alla mano) ci descrive questo disco come quello del salto di qualità, sia quella professionale delle registrazioni (Deposito Zero, Forlì) che quella evidente dei musicisti partecipanti, a cominciare dal bassista Paolo Costa (Le Nuvole di De Andrè), una qualità che emerge anche dal vivo e che porterà, nei prossimi mesi, la Compagnia Scapestrati a far conoscere l'Elba nei vari festival dello Stivale dedicati alla Canzone d'Autore e al Teatro Canzone.
Gli applauditissimi interpreti della serata sono stati, oltre a Francesco Porro, Massimo Galli (chitarre, bouzouki, diamonica), Diego Caroppo (batteria), Alessandro Balestrini (percussioni), Sammy Marconcini (basso), Stefano D'Arcangelo (fisarmonica), Alessio Viscuso (chitarra), Jacopo Schiavo (chitarra), Gaia Volpe e Laura Scappini (cori).
CR
Foto di Alessandro Beneforti