Per i dialoghi serrati degli ottimi attori ed attrici e l'uso sapiente delle luci, l'esperienza teatrale del regista e sceneggiatore Carlo Benso appare netta in 'Te absolvo', il suo recente film, da lui stesso presentato al Nello Santi di Portoferraio, con grande dispiacere di Nanni Moretti, almeno quello di 'Io sono un autarchico', c'è stato pure il dibattito con l'autore, a fine proiezione, utile in effetti a chiarire la simbologia del film.
Protagonista vero il pregiudizio, che diventa simbolico bastone, non si vede da chi brandito-magari da ognuno di noi nel proprio quotidiano- che viene ad evitare il consolatorio lieto fine di una storia complicata com'è la vita.
Un approccio etico, da cattolico laico qual'è Benso, accompagnato dalla co-sceneggiatrice Sarah Panatta, impegnato anche nella vita reale con gli ultimi, come i preti del film, in questo caso trenta niños del Guatemala con il progetto onlus Saida https://www.missionesaidaonlus.org/
La storia si dipana sul palcoscenico naturale di Conzano Monferrato, dove fanno bene il barbera e i protagonisti, nel bene e nel male, sono Uomini prima che preti, stretti nella perenne scelta tra dovere e sentimento, di cos'è giusto fare a partire dalle proprie esperienze individuali, che ci sembrano verità anche quando si sbaglia.
Le figure dei preti protagonisti sono quindi indispensabili per introdurre il concetto di perdono, attraverso le assoluzioni e, fuor di metafora, anche del nostro pregiudizio quotidiano: un chiaro invito alla pietas.
In sintesi, un film a basso costo (circa 300 mila euro da Film Commission Piemonte e privati) che sta girando fuori dai circuiti commerciali dell'industria cinematografica, grazie alla intelligente programmazione dei cinema di 'periferia' come quello di Portoferraio.
In arrivo per il 2019 il terzo film, 'Cani randagi', fiction sul bullismo e altri costumi di vita di ragazzi e ragazze.
CR