Tra i molti gruppi che in questo caldo mese di luglio hanno animato la scuola di Raku presso l’Open Air Museum Italo Bolano di San Martino uno in particolare ci ha dato grande soddisfazione: quello dei bimbi ipoudenti provenienti da Gomel, in Bielorussia, ospiti della parrocchia di San Giuseppe di Carpani.
Simpaticissimi, vivaci, sempre tesi nella loro espressione gestuale, con un linguaggio universale ma ai più di noi sconosciuto. Ma grazie alle loro accompagnatrici Elena e Tatiana, accompagnate dalle amiche di Portoferraio Biliana, Rosa e Mirella, ci siamo compresi perfettamente nella spiegazione di come realizzare un oggetto in ceramica “veloce” Raku.
Questi piccoli, dai 7 ai 12 anni mai dimenticheranno l’esperienza di queste ciotole che, decorate con le loro mani, dopo lo speciale trattamento dell’antica tecnica giapponese, si sono trasformate in oggetti preziosi, dai colori vivaci e dai riflessi metallici impensabili prima della cottura.
Dopo la decorazione con speciali colori in polvere e la cottura a 920 gradi le ciotole vengono posate in un recipiente contenente trucioli di legno che prendono immediatamente fuoco. Una volta coperto il recipiente, il fuoco si spegne per mancanza di ossigeno e avviene una reazione chimica (riduzione) che esalta i riflessi metallici. Segue poi un rapido raffreddamento in acqua.
Pare che questo procedimento sia stato inventato per caso da un ceramista giapponese per l’appunto dal nome Raku nel 1500 durante la preparazione delle coppe per il rito del te.Tramandata fino ai giorni nostri con vicende alterne questa tecnica permette oggi di avvicinare grandi e piccini ad un piccolo settore dello sconfinato mondo della ceramica, offrendo anche la soddisfazione di portare con sé un ricordo indelebile.
Ma il momento più bello e gratificante per tutti, insegnante e partecipanti, è stato quello dell’estrazione dall’acqua degli oggetti che, ormai freddi, sono stati consegnati nelle mani tremanti di emozione dei rispettivi esecutori. Ed è qui che ogni ostacolo nella comunicazione si è infranto: gli occhi di questi bimbi si sono accesi di una luce di meraviglia e di soddisfazione nello scoprire la magia praticata dal fuoco alla loro opera.
Raku significa per l’appunto “gioire il giorno” e per questi bimbi è stata sicuramente una giornata ricca di gioia. Ma la soddisfazione più grande per l’insegnante , che qui scrive, è stato l’entusiastico abbraccio che questi bimbi hanno voluto offrire nello stringersi attorno a chi, per un poco, ha dato loro serenità e gioia.
Alessandra Ribaldone - International Art Center Association