“Ci è stato aperto uno spaccato di una storia che non conoscevamo”, sono le parole conclusive pronunciate da Gabriella Solari, presidente del Lions Club Isola d’Elba, al termine dell’incontro dal titolo “TESORI NELL’ARCIPELAGO” promosso dai lions con il patrocinio del Comune di Portoferraio, che aveva come relatori il Dr. Roberto Macellari, Ispettore Archeologico del Museo di Reggio Emilia, e la D.ssa Lorella Alderighi della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Pisa e Livorno.
L’evento, tenutosi a Portoferraio nel pomeriggio di sabato 17 novembre nella sala del Museo della Linguella gremita da appassionati e curiosi, si è aperto con il saluto del sindaco Mario Ferrari che ha espresso la soddisfazione e l’apprezzamento della Città a questa iniziativa per il valido contributo di apporto culturale che essa offre alla nostra comunità e col ringraziamento agli intervenuti della lion Franca Zanichelli che, facendo da tramite con il Lions Club di Parma Maria Luigia cui ora appartiene dopo il suo trasferimento alla città emiliana, ha reso possibile l’attuazione dell’incontro.
Entrando nel vivo dei lavori ha per primo preso la parola il Dr. Roberto Macellari per descrivere la vita e le opere di Don Gaetano Clerici: personaggio poliedrico, eclettico, patriota, ricercatore, religioso e nel contempo controcorrente con certi dogmi della Chiesa, tanto da dedicasi allo studio delle origini dell’uomo e ad invitare il papa Pio IX a rinunciare al potere temporale. Come riferito dal relatore, Chierici nel corso della sua esistenza ha dato vita alla nuova scienza della paletnologia, nel cui ambito ad un convegno nel 1871, conobbe Raffaello Foresi ed i reperti da lui portati dall’Elba e da Pianosa e se ne appassionò. Dopo aver realizzato il Museo Civico di Reggio Emilia, dove non ci sono depositi e tutto è esposto con una sensibile impronta di patriottismo, nel 1874, grazie a un invito del direttore del carcere Leopoldo Ponticelli, iniziò la sua avventura di scavi a Pianosa, i cui reperti, insieme a quelli elbani, sono raccolti in un una vetrina del Museo reggiano. Chierici morì il 6 gennaio 1886 mentre, alla ricerca di nuove testimonianze, incurante della malattia che lo aveva colpito, continuava a scavare sotto la neve.
È stata quindi la volta della D.ssa Lorella Alderighi che ha concentrato la sua esposizione sulla vita di Raffaello Foresi ad iniziare dalla sua passione per la musica e per i minerali fino al suo coinvolgimento nello studio dell’archeologia. Ciò lo vide impegnato in ricerche nell’Arcipelago Toscano, grazie alle quali formò una collezione di oltre un migliaio di reperti, giunti nel 1867 persino alla mostra universale di Parigi, che esibì in un museo creato a sue spese dopo la rinuncia della città di Portoferraio. Dopo la sua morte il fratello, in seguito al rifiuto di acquisto da parte del Comune del capoluogo elbano, vendette il complesso dei reperti a Firenze da dove venne distribuito in vari musei fra i quali anche il British Museum di Londra.
Del lavoro di scavi a Pianosa, cui Foresi ha dato vita culminando con il ritrovamento della Grotta dei due Scheletri, continuato poi con l’opera di Chierici, la Soprintendenza, sotto la direzione della Alderighi, sta proseguendo, con l’aiuto del PNAT, la campagna di ricerca che ha portato alla scoperta di altre tombe e ampi locali scavati nella roccia, forse dedicati al culto, gran parte dei quali ripuliti e resi fruibili ai visitatori.
Al termine della relazione la funzionaria ha comunicato di aver in programma, in occasione della celebrazione del duecentenario della nascita di Chierici che cadrà nel 2019 e di quella di Foresi nel 2020, di riportare all’Elba questa mole di reperti, per la cui realizzazione intende coinvolgere in una giornata multidisciplinare il Liceo Foresi di Portoferraio.
Vittorio Falanca