Si è aperta ieri sera alle 18.00 nello spazio espositivo Telemaco Signorini la mostra fotografica del collettivo ISOSEI 'Una, nessuna, centomila'.
L'esposizione tratta il tema DONNA e lo fa affrontando aspetti diversi della vita al 'femminile'.
La mostra rimarrà aperta fino a domenica 10 marzo con apertura dalle 18.00 alle 23.00.
I PROGETTI FOTOGRAFICI
La forza delle donne di Maria Alessandri
“Essere donna è così affascinante, è un’avventura che richiede un tale coraggio, una sfida che non finisce mai!” Oriana Fallaci
La mia voce è la tua voce di Manuela Cavallin
La violenza sulle donne riguarda tutti.
Il pensiero va anche all’ultimo gravissimo episodio accaduto.... "adesso"..... ogni 8 minuti nel mondo viene uccisa una donna.
È da qualche anno che anche in occasione dell’8 marzo ci troviamo a riflettere sul dramma dei femminicidi e della violenza contro le donne. Anche oggi lo facciamo, pur avendo preferito parlare di lotte e di conquiste, che pure sono state l’elemento che ha contraddistinto le donne del secolo scorso ed in parte di questo secolo.
Purtroppo sulle possibili e tante riflessioni, la violenza cieca e brutale sulle donne è un macigno che si abbatte su tutti noi, si impone e ci impone di metterla al centro per denunciare, per non dimenticare e per trovare le strade, i modi, i luoghi affinché questa di possa fermare ed arginare.
Ovviamente penso al ruolo dell’istruzione, della scuola, della famiglia e penso ai luoghi di lavoro. Qui uomini e donne si trovano insieme, condividono ore, una parte della vita e qui le donne, ma anche gli uomini, possono e devono trovare un luogo per il confronto, per la denuncia, per non sentirsi sole e isolate rispetto a piccole o grandi violenze che le colpiscono.
La violenza sulle donne non è una questione che riguarda una parte, riguarda l’intera società, donne e uomini, persone. Riguarda il diritto a sentirsi ed essere libere, in grado di autodeterminarsi, in grado di decidere della propria vita.
Ma la violenza sulle donne è ancora troppo spesso sottovalutata, sono sottovalutati i comportamenti degli aggressori antecedenti alla tragedia finale, sono sottovalutate le denunce, gli allarmi e le richieste di aiuto fatte dalle vittime. Così spesso ci troviamo a commentare tragedie, molto spesso annunciate e che potevano essere evitate, ci troviamo di fronte al cordoglio e alle lacrime tardive di chi poteva agire e per diversi motivi e con gradi diversi di responsabilità non lo ha fatto. Le leggi ci sono ma non bastano, vanno migliorate, serve applicarle, farle rispettare e prevenire.
È ovvio che il mio pensiero va anche all’ultimo gravissimo episodio quello che stà accandendo in questo momento nel quale un padre, un marito, uno sconosciuto picchia, violenta, uccide una donna ed un pensiero và anche a quelle che sopravvivono, alle quali si assorbiranno gli ematomi, si rimargineranno le ferite, ma che non saranno mai più le stesse a causa di un’idea deviata di possesso e di sopraffazione.
Le Donne vere salveranno il mondo di Maura Paolini
Questo progetto avrebbe potuto chiamarsi anche “ERRATA CORRIGE” poiché è un tentativo di ridare la giusta importanza alla figura della Donna.
La storia, si sa, l’hanno scritta gli uomini e gli eroi sono stati rappresentati come tali. La femmina col suo potere di dare la vita è stata temuta al punto di essere repressa, allontanata dal comando quando non perseguitata come strega o ridotta a puro oggetto.
Ma non c’è niente di più potente ed invincibile di una Donna consapevole delle proprie capacità:
Le Donne sembrano fragili, ma affrontano tutti i giorni i mostri del pregiudizio, della disparità di genere, lottano per tagliare la testa ai luoghi comuni (PerseA)
Le Donne amano, i sentimenti sono il loro pane quotidiano. Amano così tanto da non rendersi conto che a volte tanta passione e fiducia sono malriposte, perché cercano sempre il lato buono e non smettono mai di crederci (CupidA)
Le Donne armate del loro sorriso affrontano i giganti della sofferenza, della malattia, curano i corpi e le anime sconfiggendo la paura e la morte, accudiscono e tengono viva la speranza (DavidA)
Le Donne sono il tramite naturale tra il mondo terreno e quello spirituale, anello di congiunzione tra il visibile e l’invisibile attraverso la conoscenza, le tradizioni e l’energia (Donna Vitruviana)
Le Donne reggono tutto il peso del mondo sulle spalle: figlie, mogli, madri, amiche... vanno avanti sopportando lutti, abbandoni, cattiverie, incomprensioni e resistono con l’ironia, la determinazione e una forza sovrumana perché sanno che senza di loro il mondo crollerebbe (AtlantA)
Le Donne Vere sono uniche, non si nascondono dietro lifting o photoshop ma mostrano orgogliose i propri lividi e le cicatrici, i loro corpi naturali a testimonianza che loro c’erano, e hanno vissuto.
Se c’è una speranza per questo mondo ridotto in fin di vita dalla stupidità, violenza e irresponsabilità dell’essere umano è da riporre nelle mani della Donna, la cui luce interiore bucherà la tenebra dell’orrore quotidiano.
Una finestra sul Passato di Paolo Calcara testi di Rosalia Pucci
Nella seconda metà del '900, di pari passo alla trasformazione della società italiana, ci fu un cambiamento nell’identità femminile e nel ruolo sociale della donna. Alla piena identità giuridica, non seguì però l’uguaglianza nelle opportunità sociali e professionali, nel campo della politica e nella distribuzione dei carichi di lavoro familiari.
La vita quotidiana della casalinga era gravata da una serie di impegni poco riconosciuti dalla cultura imbevuta di valori patriarcali, mentre fuori dal contesto familiare il lavoro della donna "valeva meno", come il pane nero che la popolazione italiana fu costretta a mangiare durante la Guerra.
Quando, il cibo cominciò a scarseggiare, le donne ogni giorno si sobbarcavano il compito sempre più difficile di trovare come sfamare se stesse, le famiglie e i bambini. Gli uomini erano al fronte a combattere. Quelli rimasti erano anziani e impossibilitati a sottoporsi alla interminabile file per ottenere le razioni dei tagliandi o a sfiancanti spedizioni per ottenere qualcosa al mercato nero.
“La tessera era un cartoncino grigio, con un numero, il nome e tanti tagliandini a ognuno dei quali corrispondeva una certa quantità di pasta, riso, olio, burro, zucchero...”
La guerra cambiò di fatto il ruolo subalterno della donna; da moglie e madre devota, si trasformò di colpo in un individuo indipendente.
La donna si accorge non solo di avere delle responsabilità, ma anche di essere capace di assumersele. Deve essere in grado di prendere decisioni importanti come quella di rimanere in paese sotto i bombardamenti, oppure sfollare nelle campagne trascinando i propri figli e gli anziani in cerca di cibo e di salvezza in marce spesso devastanti.
L'Isola d'Elba fu colpita duramente dai rigori della guerra e tenuta in ostaggio dalle truppe tedesche che volevano così mantenere un ruolo strategico nel Mediterraneo. Le madri e le mogli presero il ruolo della gestione economica della famiglia, nonché il compito di coltivare la terra e di provvedere alla vendemmia. Compiti resi immani dall'arretratezza e dalla povertà di vita in cui versava l'Isola.
“Non esisteva più nulla, né orari né niente. L’unico pensiero che avevamo era: che fa, stasera, la sirena? Suona o non suona? E il nostro pensiero dominante, piano piano, diventò il cibo. Di giorno bisognava cercare da mangiare, di notte bisognava trovare un rifugio."
Dopo la fine della guerra, con il ritorno degli uomini dal fronte, quelle donne stesse che avevano combattuto silenziosamente per un pezzo di pane, che avevano salvato i propri figli e i propri anziani, che erano state vittime di violenze e soprusi, tornarono all'esclusivo compito di "massaia" senza dimenticare però l'autodeterminazione conquistata negli anni della guerra.
Si fece strada sia nel campo lavorativo che familiare un'autonomia di giudizio a cui le donne, pur con alti e bassi e con un movimento non privo di contraddizioni, non avrebbero mai più rinunciato.