1911- 1913 - 1940 - 1946 - 2018
Alcune di queste date sono storicamente molto vicine, come il 1911 in cui morì, a Portoferraio, Pietro Gori, un anarchico pericoloso e gentile, e il 1913, anno in cui la comunità portoferraiese gli dedicò questa iscrizione. Nel 1940, sull'orlo della catastrofe, un oscuro podestà fascista decretò la rimozione del monumento. Passarono sei anni, una guerra mondiale, due sanguinosi bombardamenti. Vorrà pur significare qualcosa il fatto che, nel 1946, i Portoferraiesi abbiano deciso di ripristinare il monumento che ricorda un anarchico scomparso trentacinque anni prima. C'erano macerie ovunque, sulle spiagge e in mare c'erano ancora le mine, la fame e le conseguenti malattie dilagavano, un anno dopo sarebbero stati definitivamente chiusi e abbandonati gli altiforni. Erano anni in cui, dicevano i vecchi, a Portoferraio non c'erano più gatti in giro. Eppure, in una situazione drammatica, la comunità seppe costruire un possibile simbolo e restaurarne la memoria, farne un piedistallo dal quale guardare lontano, dal quale sforzarsi di vedere il futuro.
Del 2018, anno in cui quella memoria è stata mutilata, è meglio tacere.
Meglio ricordare tutti i Primo Maggio elbani in cui il sorriso quieto di Pietro Gori aleggia sulla Festa dei Lavoratori.
Franco Cambi
Carissimo Franco
Vogliamo, mettendoci in scia alla tua riflessione, con una buona (anche se non ci sembra ufficializzata) notizia: di recente la Soprintendenza di Pisa Livorno avrebbe vincolato formalmente la lapide-scultura situata sulla facciata delle ex Poste (mettendola al sicuro da altre mosse di qualche eventuale futuro oscuro podestà).
Noi però non taciamo sulla vergogna del 2018, ed aggiungiamo una proposta per la prossima Amministrazione: quella di istituire il 'Largo ("a" ci scapperebbe) Pietro Gori', posizionando l' apposita targa nell'angolo volto a Piazza della Repubblica, dello stesso edificio che ospita la scultura.
Senza togliere niente a nessuno, a differenza di altri rancorosi "mutilatori mnemonici" negazionisti che - come meritano - stanno tramontando nella perfetta bruttezza della loro incapacità di governo.
Ci piacerebbe che il prossimo anno, il 2020 fosse segnato dal ritorno di un 25 aprile celebrato nel vero spirito della Costituzione antifascista e sostanziata dalla Resistenza, è che, in occasione del Primo Maggio, al più illustre dei loro concittadini, i ferajesi facessero un risarcitorio quanto doveroso omaggio.
Elbareport