Visitata la mostra, a palazzo Antinori a Firenze, su Giovanni padre e Telemaco figlio Signorini sono uscita soddisfatta con il bel catalogo dell'esposizione sotto il braccio.
Il catalogo mi interessava perchè contiene un carteggio tra padre e figlio per la maggior parte inedito, si legge che l'opera di Giovanni (soprattutto vedute di Firenze) era apprezzata dai turisti d'oltralpe tra cui il mecenate russo Anatolio Demidoff, il quale nel 1851 comprò nientemeno che la tenuta di San Martino a Portoferraio direttamente dai fratelli Bonaparte, accipicchia!
Non è scritto se il giovane Telemaco venisse all'Elba perchè avesse visto le litografie raffiguranti scorci dell'Elba fatte pubblicare da Demidoff o se avesse sentito dallo stesso elogi sulla bellezza dell'isola; fatto sta che che, nel 1888, armato di: tavolozza, tavolette, pennelli e con una raccomandazione scritta dall'amico Mario Foresi, Telemaco sbarca all'Elba.
Nella raccomandazione per l'avvocato Manganaro (già citata dal Daddi nel libro su Signorini all'Elba) si legge che il giovane si reca all'isola per studiarla ed è nei suoi propositi lo star lontano da tutti e raccolto nel suo lavoro.
Non andò proprio così. Se è vero che Telemaco fece bellissimi quadri raffiguranti: la darsena a Portoferraio, piazza Cavour, due quadri dalle Ghiaie, sentieri dell'Elba, dipinse scorci di Capoliveri e il bagno penale a di Portoferraio; non pote' niente contro la curiosità dirompente e la smania di popolarità di Mago Chiò.
Ce ne parla Signorini stesso in un divertente articolo scritto su “Fiammetta” del 1896, Mago Chiò accompagnò il pittore durante le sue escursioni sull'isola e non si staccò da lui per tutto il tempo del suo soggiorno a Portoferraio.
Il Mago diversificò e rese più viva la permanenza del pittore sull'isola, e non solo: raggiunse Signorini a Firenze e condotto da lui al Duomo, per mostrare la sua audacia salì sulla cupola, e ritto in piedi sulla sommità sventolò lo storico cappello su cui aveva scritto il suo nome in azzurro.
C'è da immaginarsi la faccia di Signorini, tra lo stupito e il divertito. Telemaco provò certamente affetto per Mago Chiò ( a cui fece il ritratto a Firenze, ora conservato alla Foresiana ) altrimenti non avrebbe scritto il lungo articolo per commemorarlo, in cui racconta anche come morì il Mago.
Detto ciò, ad un abitante di Portoferraio viene spontaneo chiedersi : Perchè gli amministratori passati, presenti e futuri non hanno pensato, non pensano e non penseranno a sfruttare questo patrimonio artistico e popolare? Cosa di meglio hanno da proporre agli elbani ed ai turisti? Lo sanno lorsignori che una mostra su Telemaco Signorini, correlata di storie e aneddoti sulla sua permanenza sull'isola farebbe correre a visitarla centinaia di persone? E se poi, sempre lorsignori, avessero un po' d'amore e conoscenza per la cultura pittorica e volessero organizzare una mostra di più ampio respiro sui pittori che hanno soggiornato all'Elba, sarebbero sorpresi nel trovare gran parte del materiale sul territorio isolano, vi ricordo che Lloyd ebbe la casa a Marciana Marina dove attualmente vive il nipote e che di Pietro Senno alla Foresiana ci sono opere non esposte.
I quadri della Foresiana sono il dono del Foresi alla città, quindi ai portoferraiesi che però ne possono vedere solo una piccola parte, giacchè i miopi per non dire ciechi amministratori tengono questo patrimonio pittorico lontano dagli occhi e dal cuore dei cittadini e di eventuali altri visitatori.
I magazzini della Pinacoteca sono intasati di bellissimi quaadri di: macchiaioli minori e non, anticipatori della macchia, quadri di Senno, artisti della scuola di Barbizon ecc. non mi voglio dilungare oltre.
Portoferraio è uno scrigno pieno di ricchezze: usare le giuste chiavi per aprirlo?!
Gabriella Volpini