Il ramo d’oro, dell'antropologo e storico scozzese James Frazer, con i suoi studi sulla magia e la religione (le modalità via via assunte per il genere umano del proprio rapporto simbiotico con la natura), è uno dei saggi base (1915) dell’antropologia, la nominazione giusta per il Festival elbano che, nato sotto il Monte Capanne e giunto al quarto anno, si è dipanato nel luglio 2019 attraverso un tema conduttore - quest'anno l'acqua - e 11 itinerari alla scoperta ambientale e culturale dell'Elba Occidentale.
Il bilancio dell'iniziativa, collocata sul piano di quel 'turismo esperienziale' di cui si parla da qualche tempo nei convegni, è stato presentato a Marciana, nella collegiata di San Sebastiano, con tanto di video (prontamente su you tube: https://www.youtube.com/watch?v=yiLL9xItvVU&feature=youtu.be) e libro virtuale, sfogliabile sulla pagina web del Festival (https://ramadoro.blog/).
Come emerso dalla introduzione di Tiziana Pisani, coordinatrice del Festival, questa bella esperienza è stata possibile, oltre che per il sostegno del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano (presente il Direttore Maurizio Burlando), e del Comune di Marciana (Giada Anselmi e Michele Ciangherotti), anche grazie al coinvolgimento del territorio, una partecipazione avvenuta attraverso le numerose Associazioni locali: Marciana Aurea, Il Libeccio, Il Calello, Pedalta, Amici di Patresi e Colle d'Orano, Italia Nostra ed Elba Taste.
Già lo splendido logo di Ramadoro Festival (di Silvia Paoli, curatrice fin dagli inizi della grafica), con la sezione di tronco che nel nome prende il posto della 'O', con gli anelli concentrici che danno visivamente la percezione dello scorrere del tempo, parla di ciò che è stato: della riscoperta di storie e tradizioni, creatività e talenti, paesaggi e sapori tipici, della magia del raccontare.
Il tema del prossimo anno – da confermare - a fare da filo conduttore di nuove scoperte e consapevolezze, potrebbe essere quello dell''oikos', della casa e dell'abitare, ovviamente nell'Elba Occidentale.
CR