E’ pubblicato il nuovo libro di Marcello Camici “La storia dell’alba dell’unità d’Italia a Portoferraio e all’Elba (1859-1860) attraverso documenti d’archivio”
Presentazione di Gabriele Del Sette, docente di storia e filosofia, prefazione di Michelangelo Zecchini, archeologo.
Con il patrocinio della Camera di Commercio Maremma e Tirreno.
Editore Marchetti Pisa.
Un saggio storico la cui lettura è utile per conoscere come la Toscana ha contribuito al risorgimento d’Italia e come è avvenuta la fine del granducato di Toscana e la sua annessione al regno sabaudo piemontese.
Un saggio storico che ricostruisce la storia di Portoferraio e dell’Elba negli anni della seconda guerra d’indipendenza (1859) e della nascita dell’unità della nazione italiana (1860) con il sorgere del regno d’Italia.
Attraverso documenti dell’ archivio storico del comune di Portoferraio gli avvenimenti che accadono in questa città e all’Elba centosessanta anni orsono vengono riportati, mese per mese, giorno dopo giorno e sono inframezzati con quelli che avvengono a livello nazionale ed internazionale.
Circolari, decreti, dispacci e proclami del governo di Toscana, lettere di Bettino Ricasoli, verbali di riunioni del consiglio comunale di Portoferraio e di altri paesi dell’isola, ’offiziali’ scritte sia del governatore militare e civile di Livorno, Biscossi, che da quello dell’Elba, Niccolini, lettere scritte dai gonfalonieri in particolare di
Portoferraio, Squarci e Bigeschi.
Brevi commenti accompagnano i documenti d’archivio.
Si ricostruisce così la vicenda storica di un periodo, 1859-1860, noto col nome di “rivoluzione toscana“ dove il municipio si fa stato.
“La rivoluzione toscana“ è parte integrante del “risorgimento d’Italia”.
Accadono fatti che da allora sono ancora oggi presenti come l'introduzione del metodo elettivo nella scelta dei rappresentanti municipali, l'istituzione della provincia, la nascita dell’ergastolo a Longone e delle prime stazioni di carabinieri reali.
Ricordando questa rivoluzione toscana, caduta nell’oblìo, si vengono a conoscere le vicende dell’alba dell’unità d’Italia.
Gli anni di studio e lavoro che sono stati necessari per la compilazione del testo non saranno trascorsi invano se le generazioni più anziane potranno riscoprire ciò che hanno imparato sul nostro risorgimento nei banchi di scuola e se le attuali giovani generazioni potranno scoprire il fervore e il sacrifico dei patrioti per realizzare l’unità della nazione italiana.
Unità d’Italia dove anche le donne parteciparono a far sorgere la nazione: ”... l’Italia è sorta nazione. Se a questo siamo giunti, è in gran parte opera vostra, o donne gentili; perché ogni lutto della patria ebbe le vostre lacrime, ogni atto magnanimo dei suoi figli il vostro plauso…” (Lode alle donne di Toscana. Bettino Ricasoli 21 marzo 1860)
“La storia dell’alba dell’unità d’Italia a Portoferraio e all’Elba (1859-1860) attraverso documenti d’archivio“ è saggio storico che chiude il precedente pubblicato nel 2017 intitolato “Storia di Portoferraio e dell’Elba (1815-1818) attraverso documenti d’archivio“ dove si narra di un periodo noto col nome di “restaurazione dell’ancient regime”.
L’opera si apre con un breve capitolo dedicato alla nascita e fine del dominio asburgo-lorena sull’Elba, che serve non solo per aiutare ad inquadrare il periodo storico ma anche per ricordare che tale dominio è perdurato per oltre un secolo lasciando non poche testimonianze ancora oggi visibili sulle mura di Portoferraio: due croci di Lorena una al forte Falcone e l’altra all’ingresso della Darsena sopra la garitta della batteria di S. Francesco.
Queste mura sono chiamate medicee ma meglio sarebbe chiamarle mediceo-lorenesi perché sono state fondate dai Medici e poi ampliate e modificate durante il secolare dominio asburgo-lorenese succeduto a quello mediceo.
Dopo questo capitolo ha inizio il saggio vero e proprio nel marzo –aprile 1859.
E’iniziata la seconda guerra per l’indipendenza d’Italia: volontari partono dall’Elba, arruolamento di impiegati civili nell’esercito toscano per la guerra per la causa nazionale, gli atti adesivi dei comuni elbani a quanto fatto dal municipio di Firenze nella nascita del governo provvisorio, la nuova bandiera tricolore negli uffici pubblici, le offerte per la spesa della guerra, il coinvolgimento delle donne che raccolgono “fila e pezze” per i feriti della guerra e denaro per la causa nazionale, parroci che inseriscono nella messa la colletta pro tempora belli, il controllo sulla stampa per impedire “qualunque esorbitanza”.
Terminata la guerra per l’indipendenza, si apre la stagione della scelta degli amministratori locali comunali col metodo elettivo che sostituisce quello dell’imborsazione “cieco ed inintelligente“ (riforma delle rappresentanze comunali fortemente voluta da Ricasoli): nei vari comuni dell’Elba priori e consiglieri (“rappresentanti comunitativi”) sono scelti per la prima volta col metodo dell’elezione. A Portoferraio la elezione degli amministratori è contestata: inoltre viene ripetuta la elezione dei consiglieri supplenti per eleggere il consigliere quinto supplente.
Sempre tramite elezione, sono scelti i deputati dell’isola d’Elba che vanno a Firenze nell’assemblea nazionale toscana dei rappresentanti del popolo toscano: vengono eletti Manganaro e Gemelli.
Nasce la legione dei carabinieri toscani, con la dizione “reali”, e all’Elba viene istituito un distaccamento.
Comincia anche sull’isola la questione dei rapporti difficili col clero spesso allineato con la posizione del pontefice e dello stato pontifico che sono contrari agli avvenimenti che accadono in Toscana.
Gli stabilimenti penali della Linguella con gli ergastolani sono trasferiti da Portoferraio a Longone dove vanno a costituire il primo nucleo del carcere all’ergastolo.
Alla fine dl 1859 questi sono alcuni dei gonfalonieri (sindaci) presenti all’Elba la cui nomina continua ad essere di origine governativa e non ancora elettiva: Fabio Squarci a Portoferraio, Giacomo Murzi a Marciana Marina, Giuseppe Danesi a Longone, Rinaldo Giannelli a Rio.
Il 1860 inizia con Il dr Eugenio Bigeschi che nel gennaio assume la carica di gonfaloniere di Portoferraio succedendo al dr Fabio Squarci.
Il nuovo consiglio comunale di Portoferraio inizia la propria attività deliberando su due importanti questioni: la strada ferrata maremmana e il telegrafo sottomarino.
Il dr. Giorgio Manganaro è eletto nel marzo 1860 deputato del collegio di Portoferraio per la VII legislatura nel parlamento subalpino per la prima volta allargato ai rappresentanti di Toscana, sconfiggendo Giuseppe Garibaldi candidato in questo collegio dai democratici elbani.
Dopo il risultato del plebiscito si inaspriscono i rapporti con lo stato pontificio, chiamato la “Corte di Roma”.
All’annessione della Toscana al Piemonte (13-14 aprile 1860) per l’Elba fanno seguito mesi caratterizzati dalla istituzione delle rappresentanze provinciali le quali,sotto la guida di Ricasoli non più nella veste di presidente del consiglio dei ministri ma in quella di governatore generale delle province di Toscana, gettano le basi per la istituzione e la funzione della provincia nel regno d’Italia.
Nella istruzione pubblica, un importante regolamento viene introdotto a definire come devono essere svolti gli esami nei ginnasi e nei licei.
Arrivano al governatore dell’Elba precise disposizioni ad opporsi e ad impedire a chiunque la riunione, la raccolta e l’arruolamento di volontari per la spedizione garibaldina dei mille.
Si gettano le basi per la rivendicazione allo stato della proprietà della palazzina dei mulini da parte della comunità elbana.
Disordini e tumulti insorgono a Portoferraio in seguito al rifiuto della banda musicale a suonare per festeggiare la resa di Ancona.
Una commissione (Manganaro-Fossi-Leoni) è costituita per ordine del governo del re con lo scòpo di studiare il territorio e l’ambiente dell’isola d’Elba.
A Longone i soli cittadini napoletani votano il plebiscito per l’annessione del regno delle due Sicilie alla monarchia costituzionale di Re Vittorio Emanuele II.
Una insopportabile tassa sul vino elbano nasce con la istituzione del regno d’Italia e una supplica a Sua Maestà parte dal comune di Portoferraio per lenirla.
Il 1860 si chiude con una manifestazione “dei patriottici sentimenti del Municipio di Portoferraio” e con la richiesta del gonfaloniere di Portoferraio al governatore dell’Elba di cambiare il nome della Piazza d’Armi in piazza Vittorio Emanuele II (oggi piazza della Repubblica) ”il glorioso nome del magnanime Re nostro Vittorio Emanuele II come imperitura memoria del Supremo Campione dell’Italiano Risorgimento”.
SCHEDA TECNICA
Titolo: ”Storia dell’alba dell’unità d’Italia a Portoferraio e all’Elba(1859-1860) attraverso documenti d’archivio”
Autore: Marcello Camici
Tipo: Saggio Storico
Editore: Marchetti Pisa
Formato:15,5x22,5 cm
Rilegatura: Brossura fresata. Con bandelle
Numero di Pagine: 416
Codice ISBN: 978-88-99014-49-0
Prezzo Copertina: 20 euro
Il libro può essere acquistato online ai seguenti link:
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MONDADORI https://www.mondadoristore.it/search/?tpr=10&g=MARCELLO+CAMICI+&bld=15&swe=N
All’Elba può essere acquistato nelle seguenti librerie:
A Portoferraio
Libreria La Stregata
Macondo
Mardilibri
Punto e virgola
Il Tabacchino
Infopark
A Marciana Marina
Libreria Rigola
A Campo nell’Elba
Libreria Le Civette
Libreria Lo Scoglio