Molti meno umani del solito, ma molto più calore umano, hanno caratterizzato la ventiduesima edizione de De André Day di San Piero. Quasi come se l'assenza del tradizionale "pienone" dettata dal "tempo del Covid 19", costituisse paradossalmente una sorta di valore aggiunto in concentrazione ed in emozione, rispetto a quanto accadeva sul palco; si fa per dire "palco", perché, con un'azzeccatissima mossa, la Beneforti & C. che organizza l'evento, ha riportato gli artisti con i piedi per terra, anzi sul granito del Sagrato di Piazza di Chiesa, ritrasformandola nel tradizionale teatro naturale che è "avvicinando", pur mantenendo le distanze sancite dai protocolli, spettatori e musici.
E di paradosso in paradosso la prima edizione senza "ospite d'onore", la sua "guest star" ce l'ha avuta, e come, quando a spettacolo quasi terminato, è emerso dal pubblico, e scaraventato suo malgrado al microfono, Alessandro Danelli, il cantante de "Les Anarchistes", che ha "a cappella" senza supporto strumentale, ha riempito di commozione con la sua sola voce l'uditorio, interpretando due pezzi di Rosa Ballistreri, omaggio improvvisato ed indiretto a De André che era stato grande amico ed estimatore della interprete più nota del folk siciliano.
Ad aprire e chiudere la serata il bravo Gabriele Uccelli con dei classici del cantautore genovese, come il Canto del Servo Pastore e il Giudice ed infine, supportato dal coro di tutti (spettatori compresi) Creuza de Ma e il trascinante "Pescatore".
La "maestra" Daniela Soria tornata al De André nella sua edizione "austera" col doppio ruolo di presentatrice (diviso con Alessandro Beneforti) ed interprete, con "Khaula Shaker" di una serie di pezzi (notevole il duetto intergenerazionale de "La Storia Sbagliata" con Khaula, rivelatasi proprio allo scorso D.A.D. e sempre più brava). Ritorni e novità: Gaetano Cavicchioli con la sua chitarra a supportare Gaia Volpe (che a prodotto anche virtuosismi in Ho Visto Nina Volare) e Savanah Chiavetti in una apprezzabile Disamistade; altro gradevole duo quello impegnato in pezzi complessi quali Hotel Supramonte ed Anime Salve eseguiti da Chiara di Leonardo e Lorenzo Bucci.
Al centro del programma e della musica che girava loro intorno La Compagnia degli Scapestrati, che ha accostato ai pezzi di De André un suo nuovo lavoro: Lo senti il Vento, "Deandreiano" nello spirito, per la ormai usuale densità dei testi e la capacità di trattare argomenti sociali duri con delicata intensità.
Reduci da una discutibile schiaccina condita da cacofoniche scemenze "trap", senza soluzione di continuità, è stato un bel ricrearsi e riconciliarsi con la musica.