Un giorno di pioggia nacque una bambina di nome Lea. Lei stava molto bene nella sua famiglia quando era piccola, stava con i suoi nonni materni tutto il giorno e con i suoi genitori quando tornavano da lavoro. Quando ebbe due anni venne al mondo sua sorella minore di nome Martina, tutti erano felici della sua nascita; tutto quell’anno lo passarono meravigliosamente finché i loro genitori si separarono. Lea aveva tre anni e Martina uno. Le bambine non avevano ben capito cosa stava succedendo, infatti chiedevano sempre preoccupate: ”Dov’è babbo?” e la madre Ilaria diceva sempre loro che era andato dal nonno a Torino, ma mentiva. Il pa-dre Marco trovò una compagna, ma non vivevano insieme perché Clara aveva a sua volta due figlie da un altro uomo. Le bambine crebbero e il padre fece conoscere Lea di nove anni e Martina di sette a Clara e alle sue figlie Giulia e Carlotta. Lea prese subito confiden-za con Giulia perché avevano la stessa età e anche con Martina e Carlotta, nonostante la differenza di anni, fu-rono da subito molto legate. Dopo un anno, Marco e la sua compagna Clara, andarono a vivere insieme. Le fi-glie decisero di stare con la madre anche se il fine set-timana lo trascorrevano con loro padre. Quando anda-vano da lui erano felici, ma sentivano la mancanza di una casa vera e propria; cosa di cui il babbo non si rendeva conto. Martina, improvvisamente, a otto anni decise di non andare più a passare il fine settimana da suo padre perché Clara le aveva fatto delle cose bruttissime. Lea non seppe mai quali furono queste cose bruttissime che la sorella aveva subito, ma decise di non voler lasciare il babbo senza nessuna figlia e allo-ra, essendo una bambina molto sensibile e buona, sta-bilì di continuare comunque ad andare a casa loro. Nel frattempo nacque un altro bambino di nome Andrea e tutti, soprattutto Carlotta, Lea, Giulia, ma anche Martina, erano felici e per festeggiare andarono dal padre per fare visita al nuovo arrivato. Poco dopo Martina non ci andò più. Due anni dopo nacque un’altra sorellina di nome Silvia. La vita di Lea andò avanti felicemente. Come se il dolore provato negli anni precedenti fosse scomparso. Lei voleva che fosse così. A quattordici anni si fidanzò, a diciotto anni prese una bellissima auto, a vent’anni anni diventò modella, a trenta anni rimase incinta di due gemelli e dopo nove mesi di gestazione nacquero i due bambini, Chiara e Filippo che crebbero felicemente con i suoi genitori Lea e Guido. Quando Lea ebbe cinquant’anni suo padre morì e fu un giorno molto triste per lei, un giorno che le ri-cordò anche i momenti meno belli. La separazione, il senso di abbandono. A sessant’anni morì la mamma, figura costante e di forza nella vita di Lea, era colei che le era sempre stata vicina in tutte le avversità familiari incontrate durante la crescita. Lei era così triste che sarebbe voluta morire insieme a lei, ma il marito e i figli le dettero conforto. Lea nonostante tante difficoltà visse una bella vita, a sessantacinque anni ebbe i primi nipotini. Era felicissima! Non si era mai arresa di fronte alle avversità e la sua famiglia unita l’aveva ripagata di tutto il suo impegno. A novant’anni morì a poca distanza di giorni dal marito Guido con il quale aveva trascorso una vecchiaia serena e piena di gioia. I figli erano affranti ma il ricordo della madre fu sempre per loro fonte di amore e gioia… E così la vita di Lea ebbe fine.
Sara Audagna