Nel vangelo di oggi leggiamo che le folle accorrono nel deserto, da Giovanni il Battista, per battezzarsi e convertirsi.
Il Battista fa qualcosa di più: non ferma lo sguardo su di sé ma indica Gesù.
Gesù Cristo è la bella e buona notizia che Dio dà al mondo. Agli uomini, sempre in attesa di qualcosa o qualcuno che riempia l'esistenza, che corrisponda ai desideri più veri, Dio risponde donando se stesso. Il Dio della Vita si offre perché ogni uomo possa aprirsi alla pienezza di vita. Fin da ora, lasciandosi amare e amando.
Si tratta di un cammino che domanda responsabilità. L'attesa, elemento essenziale del tempo di Avvento, richiama alla vigilanza (domenica scorsa) e alla conversione (oggi).
Conversione è cambiamento. Convertirsi a Dio (continuamente) vuol dire assumere sempre di più il pensiero e lo stile di Cristo. Convertirsi è rimettere al centro il valore della persona, di ogni persona, perchè ognuna è immagine di Dio. Convertirsi è capire che siamo nel pieno di un cambiamento d'epoca e che non bastano le categorie e i modelli del passato per interpretare i segni e compiere scelte per un futuro vivibile. La pandemia ha fatto capire che un mondo è finito. Altri nel pianeta lo hanno capito da tempo, perché toccati nel vivo dalle conseguenze del modello di sviluppo fondato sul dominio, la violenza e l'esclusione.
La buona notizia di questa domenica è che ci sono tanti segni di speranza per l'umanità, segni di una conversione all'ecologia integrale e alla fraternità universale, sulla strada indicata anche da Francesco.
Di una cosa oggi non c'è bisogno: della mancanza di speranza e della sfiducia che purtroppo vengono seminate nella società. Una tentazione anche per i cristiani. Ecco perchè c'è bisogno di conversione per riaprire il vaso di Pandora e liberare la speranza.
Così anche il deserto fiorirà. Il deserto è assenza di cose, è il contrario di saturazione. E' svuotarsi di sé per far spazio all'altro (persone, creato, Dio). Deserto è quando ci si prende un tempo per leggere il vangelo e interrogarsi. E' quando, anche un non credente, si confronta con i grandi temi, a partire dalla concretezza quotidiana. Di qualche utilità mi sembra il volume Il Dio dei senza Dio di Franz Coriasco, giornalista e critico musicale e televisivo, che racconta la sua esperienza di “ateo non dogmatico” e sostenitore di una “spiritualità per atei”.
(6 dicembre 2020 – II domenica di Avvento per i cristiani)
PS – Un lettore di questa rubrica si chiede: <<Perché la storia appare complicata se è nelle mani di Dio?>>. Appare complicata per l'incapacità, e la fatica, di guardarla con gli occhi e il pensiero di Dio. In questo senso, può essere utile leggere e rileggere il libro dell'Apocalisse.
Nunzio Marotti
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.