Nel 1698, per ordine sovrano, al magistrato dell’Abbondanza fu addossato sia lo stipendio del curato sia il mantenimento della chiesa parrocchiale. Insieme con il Monte Pio, l’Abbondanza è stata istituzione che a Portoferraio ha svolto attività secolare (vedi https://www.academia.edu/45101124/POLITICA_ECONOMICA_NEL_1700_MAGISTRATURA_DELLABBONDANZA_MARCELLO_CAMICI_ALLEGORIA_DELL_ABBONDANZA)
Di questo mantenimento della chiesa Parrocchiale di Portoferraio da parte dell’Abbandanza ne parla in dettaglio una pagina (vedi foto di copertina) del manoscritto Alberti (1776. Biblioteca comunale di Portoferraio):
“L’Abbondanza di Portoferraio somministra per mantenimento della Chiesa Parrocchiale in oggi Arcipretale quanto appresso
=Di Fisso=
Al Arciprete scudi tre il mese per il mantenimento di cera et olio=
Lire 80.10- l’anno per la pigione di casa= Un fiasco olio ogni venerdì di Marco,e 2 fiaschi per il Sepolcro=
Al cappellano Lire 34.10.- l’anno per la pigione di casa=
Al sagrestano lire 14-.- per lo straordinario consumo di vino et ostie=
=Variabile=
Assettatura di finestre,tetti,e pavimenti=Suppellettili sacri per la sagrestia=assettatura ,doratura e bianchitura di calici,patene,ostensori = fune per le campane=una crazia di granate di stipa la settimana per spazzare la chiesa= Lire 4 l’anno chi spolvera la chiesa e palme e olivi per la domenica della Palme=
Tutto questo mantenimento ammonta un anno per l’altro a lire 850”
Nel 1700 il primitivo altare maggiore in legno del 1549 fu demolito e sostituito da uno stucco di forme barocche dominato dal gruppo statuario di gesso raffigurante la Madonna Bambina e i suoi santi genitori Giovacchino ed Anna.
Nella cappella aperta nel muro di tramontana, “in cornu Evangeli”, a destra dell’altare maggiore, fu elevato un altare a spese di Cosimo III de Medici ed ivi collocato il crocifisso scolpito in legno e dipinto prima venerato sul vecchio e primitivo altare maggiore che era pur esso di legno. A questo altare la confraternita della Misericordia aveva diritto di celebrare alcune messe e nel 1809 a questa confraternita fu affidata la manutenzione di questo altare.
La cappella aperta nel muro di mezzogiorno, a sinistra dell’altare maggiore, ”in cornu Epistulae”, fu intitolata a S. Liborio e posto un quadro raffigurante S. Liborio vescovo le cui reliquie erano conservate sotto la mensa dello stesso altare.
Con la costruzione del coro l’altare maggiore fu retrocesso fino al punto attuale ma essendo stata ridotta ad uso profano la chiesa del Carmine si sostituì l’altare di stucco con quello imponente marmoreo secentesco della chiesa de Carmine costituito da una massa sopraelevata per mezzo di gradini ed addossata ad un retro-altare o retabolo, sempre in marmo, di forme barocche ma eleganti ed artistiche: dalla stessa chiesa del Carmine furono trasferiti altri arredi sacri come il crocifisso, la statua della Madonna del Carmine e quella di Cristo Morto ora conservato nella chiesa della Misericordia.
Questo avvenne nel 1813.
Fu in questo anno trasferito in Duomo il pulpito (secolo XVI autore ignoto) proveniente dalla chiesa del Salvatore nel convento dei francescani che era stata soppressa dal 1803 e trasformata in alloggi militari con l’attiguo convento. E’ in marmo liscio, grigio, privo di decorazioni ha cinque lati ed è situato al terzo pilastro della navata centrale sul lato destro a cui si accede per mezzo di una scaletta a chiocciola.
(Pulpito in marmo proveniente dalla chiesa del SS Salvatore del convento dei francescani. Sec XVI. Autore ignoto)
Marcello Camici